Quando hai suonato nei Joy Division e nei New Order, facendo scuola nel mondo del basso elettrico per lo stile incisivo e diretto dimostrato, non si può dire che il tuo nome abbia scarso peso nel panorama dello strumento. È il caso di Peter Hook, bassista nella band del compianto Ian Curtis e nella formazione che nacque in seguito alla sua scomparsa.
E quando si parla di basso nel filone Post-Punk e New-Wave, il nome di Hook è in prima linea grazie alla sua capacità di farsi valere come solido elemento ritmico risultando al tempo stesso assolutamente efficace dal punto di vista della melodia.
Storico utilizzatore di bassi Yamaha come l’iconico BB1200, solo di recente si è concretizzata l’idea di realizzare uno strumento signature che ne racchiudesse le principali caratteristiche, unite a quelle dell’altrettanto apprezzato BB734A.
È nato così il BBPH, uno strumento che si distingue già a partire dalla finitura rossa, la quale richiama apertamente quella del già citato BB1200.
Il corpo è un “sandwich” di acero tra due blocchi di ontano. Notevole il design dell’aggancio del manico (realizzato in cinque strati di acero e mogano): ben sei viti, due delle quali a ingresso trasversale, per una soluzione che offre la praticità del metodo bolt-on ma con un’incrementata trasmissione di vibrazioni tra corpo e manico.
Due parole sull’elettronica, a cominciare dallo split coil VSP7n, magnete in Alnico in posizione invertita rispetto allo standard, altro evidente richiamo al BB1200. A controllare il pickup troviamo un preamp a tre bande con switch di esclusione; in modalità passiva, il controllo Treble funziona come un classico tono passivo.
In conclusione, una chicca sicuramente gradevole dal punto di vista collezionistico: ogni esemplare reca sul retro della paletta la firma dello stesso artista, con un riferimento di omaggio alla natia Manchester.
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