In questo articolo voglio parlarti di un modo interessante per creare un fraseggio personale, lavorando contemporaneamente sulla tecnica di entrambe le mani.
La musica che ci circonda è piena di lick o per meglio dire di idee più o meno nuove, più o meno interessanti, ma come possiamo lavorare su queste idee per creare un nostro linguaggio e non essere dei meri esecutori di frasi altrui?
Tutto parte dall’isolare l’idea che ci piace.
Una che ultimamente mi ha rapito di più durante lo studio di un nuovo repertorio è la frase finale di “Escualo” di Astor Piazzolla, la puoi sentire qui di seguito:
Questo articolo non vuole essere un tutorial su come suonare questa frase, anche perché tratta temi armonici e melodici che, per comprenderli a pieno, andrebbero approfonditi in separata sede.
Tuttavia, come puoi vedere dallo spartito sottostante, un’idea interessante potrebbe essere anche soltanto sfruttare questo movimento delle voci per intervalli di quinta discendente e quarta ascendente.
Come puoi notare, soprattutto nella prima parte della scalata, il meccanismo che regola tutto e che senti ripetersi, si esaurisce dopo le prime 4 note. Le successive ridondano, infatti, lo stesso movimento meccanico delle dita su note differenti.
Inoltre, per noi chitarristi, lavorare su questi tipi di intervalli significa sfruttare i molti movimenti “verticali” che il nostro strumento ci offre.
Quale materiale melodico abbiamo a disposizione che possa sfruttare, in modo corposo e semplice, il concetto di “verticalità” sul manico? Sicuramente le Pentatoniche!
Se non le conoscessi ancora, ecco una veloce definizione: le pentatoniche sono scale composte da 5 note distribuite, solitamente, 2 note per corda. Geometricamente ottimali, insomma, per quello che stiamo cercando di affrontare, come puoi vedere dagli schemi dei 5 box di La minore qui di seguito.
Allora proviamo a rielaborare questo movimento “alla Escualo” sulle pentatoniche, in modo da ottenere una sonorità di queste ultime decisamente poco scontata e molto interessante.
A mio avviso per poter padroneggiare a 360° un’idea, il primo passo è quello di eseguirla su tutto il manico, in tutti i box della scala che decidi di utilizzare. Ecco, quindi, di seguito come suonerebbero i 5 box pentatonici applicando il “meccanismo piazzolliano” discendente. Se ti va, proviamo ad eseguirlo insieme.
Come puoi notare l’esecuzione di questa idea risulta molto intricata soprattutto quando cerchi di suonare due note sullo stesso tasto, con due dita differenti e su corde diverse.
La miglior cosa per ovviare a questo problema è utilizzare quello che si definisce in gergo “finger roll”, cioè l’utilizzo dello stesso dito per gestire entrambe le note, cercando di “ruotarlo” leggermente per spostarne il peso prima sulla corda sottostante e poi sulla superiore. Viceversa, ovviamente, per lo scambio successivo che è ribaltato rispetto a quello precedente.
Se ricordi, ti invitavo a concepire il tutto come un meccanismo di 4 note che si ripete fino a fine box. Per affrontare la discesa diatonica tra la seconda e la terza nota (che si trovano sulla stessa corda), una cosa che potrebbe essere utile per “fluidificare” la tua esecuzione è l’utilizzo del legato, nello specifico parliamo della tecnica del “pull off”, con la quale puoi passare da una nota più alta ad una più bassa (sulla stessa corda) senza l’ausilio del plettro per farla suonare, ma “strappando” o tirando letteralmente la corda per rimetterla in vibrazione.
Ti saluto con questo piccolo audio conclusivo, in cui provo a contestualizzare tutto il lavoro fatto finora in una semplice improvvisazione, dove proverò a unire i meccanismi studiati con altre frasi. Secondo me, questo è lo step conclusivo, dunque il più importante per valutare se hai metabolizzato e “fatto tua” un’idea studiata.
Noti difficoltà nell’eseguire la tecnica del legato? Non ti preoccupare!! Proprio con questo argomento ti aspetto alla prossima puntata di “stealing licks”, dove avremo modo di rivederlo ed approfondirlo ulteriormente.
Ti aspetto, buono studio e buona musica!
Denny Bertone è un insegnante del team di Lizard Torino, una delle sedi più attive della prestigiosa accademia italiana, fondata e diretta nel capoluogo piemontese da Tony De Gruttola e Miky Bianco.
Chitarrista, didatta, songwriter e trascrittore classe 1985. Oltre al suo lavoro per Lizard, suona con molti artisti come session man e milita in alcune band tra cui Eclysse (Pink Floyd tribute) e Magasin du cafè (World Progressive Music).
Lavora con Tucci Instruments come consulente per lo sviluppo dei loro strumenti e collabora col nostro portale e con Vibly per la redazione di articoli e video didattici.
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