Chiunque abbia fatto un po’ o molta esperienza nella didattica per chitarra, ma lo stesso discorso vale anche per altri strumenti musicali, sa benissimo che non esiste “il metodo”, cioè uno e un solo libro che possa coprire tutto lo scibile della teoria e pratica musicale.
Certo, esistono dei riferimenti indiscutibili da cui più o meno tutti devono passare, che hanno fatto la storia nel settore delle scuole di musica e dell’apprendimento individuale, ma ciò non toglie che sussistono due motivi fondamentali per cui è sempre bene approfondire l’uscita di un nuovo manuale e magari portarselo a casa:
- il primo motivo è piuttosto banale, da un lato non si può condensare davvero tutto in un solo libro come fosse una “bibbia del musicista”, anche perché per fortuna il mondo va avanti e nuovi funamboli ci aprono costantemente porte su tecniche e approcci del tutto nuovi allo strumento;
- il secondo motivo è forse meno scontato, ma comunque intuibile e importante: un metodo non è scritto da un computer, ma da un Maestro (o più Maestri come in questo caso) che si portano dietro non solo la propria esperienza artistica, ma anche il loro personale metodo d’insegnamento, per cui forse non esiste mai un manuale uguale all’altro, anche se trattano gli stessi argomenti.
Ebbene, senza dubbio è anche questo il caso di Corsi di Scuola Superiore di Musica – Volume 2, che nonostante il titolo certamente piuttosto “accademico”, riserva al suo interno delle modernità e delle soprese inaspettate.
A chi si rivolge
Prima di tutto, siccome è un mondo libero, questo è chiaramente un libro che sulla carta tutti possono acquistare, sia insegnanti che allievi, indipendentemente da dove svolgono i propri studi, nonché se si sta compiendo un cammino da autodidatta (anche se ricordiamo che l’autodidatta non può essere anche il proprio “giudice” obiettivo, avere un Maestro è sempre meglio, altrimenti le nostre capacità non potranno essere analizzate che… solo dalle nostre capacità!).
Ciò detto sulle libertà di acquisto ed uso, è anche importante far notare quello di Tony De Gruttola e Miky Bianco è un volume nato con lo scopo di essere utilizzato all’interno delle scuole del circuito italiano ed internazionale Lizard.
Precisando che comunque tutto il materiale audio disponibile in mp3 in free download, le varie unità didattiche, le integrazioni digitali come le “Master Lessons” e tutto il resto del materiale a corredo è consultabile su Lacertopolis.net, la “città virtuale” degli studenti delle scuole Lizard in cui ci si muove liberamente tra biblioteca, audioteca, sale prova, studio di registrazione, addirittura pub per fare due chiacchiere e altro.
È quindi chiaro che questo metodo è strettamente legato al percorso di studi compiuto dagli allievi Lizard (i “lacertiani”), che si tratta di allievi in Italia o anche all’estero.
Ricordiamo, infine, che si tratta del secondo volume, che fa seguito al primo già edito (CSSM Vol.1) e che rimane il punto di partenza del percorso di studi.
Cosa troverete nel manuale
Essendo un “volume due”, il metodo parte già da concetti acquisiti nel precedente libro e prosegue sviluppando nuovi esercizi e aumentando le difficoltà. Il percorso generale avviene attraverso 5 volumi che esplorano la chitarra moderna in ogni aspetto, cioé ritmica, solismo, esecuzione e improvvisazione.
In questo secondo volume, diviso in 4 capitoli principali, durante il cammino sulla via dell’apprendimento e dell’affinamento tecnico/stilistico lo studente si trova di fronte 15 brani strumentali con parti sia ritmiche che soliste, più di 200 esempi di stili di accompagnamento, oltre 140 fraseggi di vario stile per costruire la propria capacità di improvvisazione, tutte le diteggiature di scale, accordi e arpeggi, con un’utile appendice alla fine del libro per comprendere meglio le forme da visualizzare e “mappare” sulla tastiera.
Ogni capitolo ha le sue unità didattiche e come suddetto ce ne sono ancora a disposizione su Lacertpolis denominate come “Master Lessons“.
Larga parte del manuale (110 pagine su poco più di 200) è riservata al primo capitolo e alle sue 15 unità didattiche, durante le quali ognuno degli esercizi esplora tutta una serie di caratteristiche, con una precisa contestualizzazione degli argomenti teorici e armonici, nonché guide agli ascolti e sound styling.
Dagli AC/DC ai Whitesnake, dai Led Zeppelin a Robben Ford e Larry Carlton etc… sono presi in considerazione una molteplicità di stili che servono a diventare chitarristi “completi” e sviluppare per gradi anche una propria personalità, che non può nascere da zero ma solo dall’ascolto dei grandi Maestri dello strumento.
Cultura ma anche Suono!
Cosa sono i Sound Styling? Beh, sicuramente una delle idee più originali di questo libro, cioé l’approfondimento della strumentazione che è stata usata nella registrazione del file audio relativo all’esercizio/brano, con precisissime indicazioni su chitarra, amplificatore, effettistica e addirittura i pickup utilizzati.
Questo non è solo una mera operazione di “curiosità”, ma rientra di diritto nella didattica per chitarristi, poiché solo sapendo ricostruire un buon suono, nonché filologicamente corretto, si inizieranno anche capire le più piccole sfumature del suonare una parte, solista o ritmica che sia.
Così, non avremo mai dubbi su come regolare il nostro amplificatore o su quali pedalini utilizzare etc.. perché ogni volta Tony e Miky hanno indicato i settaggi da utilizzare.
Eviteremo così di utilizzare una distorsione esagerata se l’esercizio richiede un crunch al 50% di gain, ne va dell’educazione al tocco oltre che per lo stesso orecchio. Per gli stessi motivi, non useremo un pickup al ponte solo perché “più aggressivo” se il brano vuole il suono di un magnete al manico, che richiede attenzioni particolari e diverse.
Suonare e improvvisare su vari stili musicali
Come già detto, il manuale copre una larghissima porzione di generi e stili. Ma ad esempio, il secondo capitolo è tutto dedicato all’accompagnamento e le strutture tipiche del Blues, visto che volente o nolente molto della chitarra moderna viene da lì e non si può non avere un po’ di Blues nel sangue (se è molto, anche meglio NdR).
Vengono quindi analizzati gli stili del Chicago Blues, del Memphis & Detroit Blues, di quello texano ma anche oltreoceano, come il British Blues.
Tredici esempi che rappresentano una panoramica da grandangolo su quella che è stata l’evoluzione del genere negli ultimi 70 anni.
Chiaramente non tutto però può essere limitato al suonare “di pancia” – non che il Blues sia solo questo ovviamente – ma ci vuole anche un po’ di “testa”.
E il terzo capitolo è quello scoglio che tutti i chitarristi devono sorpassare, ovvero le forme CAGED, un pilastro della didattica.
Gli esercizi sono qui in ordine progressivo di difficoltà ma non vogliono essere meri compiti teorici, visto che mirano a far capire all’allievo il come e il perché utilizzare queste posizioni degli accordi in relazione allo stile.
Sarà importante uscire da questo terzo passaggio con le idee chiare perché in futuro il tutto ci servirà a sapere leggere velocemente una chart nonché a saper trasporre al volo (orrizzontalmente o verticalmente) le posizioni.
Cose che se nel vostro c’è un futuro da session man o in orchestra, sarà praticamente il pane quotidiano.
Così come triadi, quadriadi, successioni modali… tutte cose su cui sbattere la testa per poi uscirne con un ben altro livello di consapevolezza.
Con il quarto capitolo arriviamo quindi all’improvvisazione, con undici esercitazioni più 3 master lessons. Chiaramente si tratta di lick, che però non servono come “copia/incolla” durante le jam session, ma dovrebbero instradarvi nel memorizzare il suono degli intervalli, nonché la pronuncia e il linguaggio ritmico di un determinato stile e contesto armonico.
Si imparano i lick, si cerca di combinarli sulle backing track fornite, ma poi si dovranno cercare delle varianti fino a partorire dei propri fraseggi originali pur rispettando l’ossatura ritmica e l’adesione al genere musicale di quelli suggeriti.
File audio “alla vecchia maniera”
Il metodo è moderno, ma Tony e Miky sono due chitarristi vecchio stampo su come si effettuano delle registrazioni. Certo, avrebbero potuto registrare con facilità anche a casa con una scheda economica, sfruttando campioni ed emulazioni digitali, che ad oggi sono arrivate ad ottimi livelli.
Ma la realtà resta la realtà e l’impatto di un suono analogico (o digitale, ma di strumenti che si possono toccare con mano) è ancora un fattore che fa la differenza.
Per questo, De Gruttola e Bianco hanno registrato tutto con strumenti reali e non a casa, ma in un vero e ben attrezzato studio di registrazione, per la precisione il Professional Music Studio di Torino (mixing di Fabrizio Argiolas, Miky Bianco e Tony De Gruttola).
Non solo, le registrazioni hanno coinvolto tanti bravi musicisti oltre ai due insegnanti, quali Daniel Bestonzo, Angelo Dalmasso (keyboards), Nico Di Battista (basso), Eddy Franco e Roby Testa (batteria).
Attenzione, perché l’obiettivo in tutti i capitoli del libro non è “imparare la frase”, ma suonarla con il giusto playing.
Il playing è un aspetto di fondamentale importanza, su cui vengono date precise indicazioni e che i files audio, proprio perché registrati dal vivo in studio di registrazione da veri musicisti, aiutano a far trasparire in ogni peculiarità, in modo da avere un quadro chiaro davanti agli occhi, anzi, alle orecchie!
Se quindi tutto ciò che abbiamo detto finora vi ha incuriosito, collegatevi al sito di Lizard per avere maggiori informazioni sul libro e anche sulla scuola di musica.
Aggiungi Commento