Torniamo al Grunge e virtualmente nella città di Seattle per varcare la soglia di un’altra delle grandi storie di questo genere musicale “nato e morto” negli anni ’90 (ma chiaramente sempre vivo e vegeto nei nostri cuori).
Un muro di suono
Di tutte le band Grunge, gli Alice in Chains sono tra quelle nate con suoni più heavy, tanto da farla avvicinare anche a generi come l’alternative metal. Come abbiamo spesso detto, del resto, il Grunge non si può racchiudere in una sola definizione o stile, benché ci siano molti punti in comune tra le band: una certa attitudine “punk”, il recupero delle tradizioni sonore degli anni ’70, più tutto il nuovo apporto della cultura giovanile e dello stile di vita in un luogo e un tempo specifico.
Due icone della musica
Gli AIC sono principalmente il frutto di due icone della musica di Seattle: prima di tutto Layne Staley, che non a caso nella seconda metà degli anni ’80 forma la band “Alice N’ Chainz” che però era praticamente un gruppo dedito all’heavy metal con pesanti sfumature glam, trucco e parrucco annessi.
Attorno alla figura di Layne si giocherà il successo ma anche il naufragio dei futuri AIC, fino cioé alla sua morte, una dei tanti tragici decessi del Grunge (in quella “data maledetta” del 5 aprile…).
L’altra figura iconica è senz’altro il chitarrista Jerry Cantrell, a sua volta anche cantante, un geniale compositore sulla 6 corde che porterà Staley nella sua band e adotterà anche il nome dell’ex gruppo di quest’ultimo, cambiando la z con la s, togliendo quella N’ tronca e formando così i veri Alice in Chains.
Già “i veri AIC”… ne abbiamo parlato nel corso della diretta….
Come al solito siamo stati coadiuvati dai racconti del grande esperto Cristiano Lucidi del canale youtube About Grunge, con lui abbiamo toccato gli album e i maggiori picchi creativi della carriera di questa formazione, che senz’altro si può inserire non solo tra le più importanti di sempre nel microcosmo del genere musicale, ma anche della musica Rock di tutti i tempi.
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