I Queen e John Deacon, quasi una simbiosi
Dove finiscono i Queen e inizia John Deacon? La domanda suona retorica, ma a ben pensarci è un confine davvero difficile da marcare. Da un lato la storia musicale (quantomeno quella sulla grande ribalta) del bassista di Leicester inizia e finisce nella band di Freddie Mercury, o per essere più precisi nella band con Freddie.
Già, perché se è vero che Deacon non fu a tutti gli effetti il primo bassista del gruppo, i Queen iniziarono a diventare tali anche grazie al suo arrivo, mentre il suo rifiuto a prendere parte alle più recenti incarnazioni della band (con al microfono Paul Rodgers prima e Adam Lambert poi) è un aspetto tutt’altro che secondario per la storia del gruppo.
Ma siamo qui per parlare di basso elettrico, anche se come vedremo l’influenza musicale di John Deacon non si limita esclusivamente al mondo delle corde grosse.
Perché allora non iniziamo da uno dei riff più riconoscibili della storia del Rock, brano del quale tra l’altro Deacon fu co-autore?
John Deacon, un uomo tranquillo (finché non si parla di basso)
Pur camminando su due binari musicali vicini ma non identici, non sono poche le analogie tra John Deacon e un altro fuoriclasse inglese della sua epoca, vale a dire John Paul Jones. Entrambi bassisti di band che hanno fatto la storia del Rock, entrambi artisti la cui visione va ben oltre il proprio strumento titolare, entrambi personalità più riservate rispetto a quelle ben più appariscenti dei compagni di gruppo.
Se il bassista dei Led Zeppelin doveva avere a che fare con Plant, Page e Bonham, a Deacon sono toccati i non meno “ingombranti” Mercury, Brian May e Roger Taylor.
Pur ammirando personaggi carismatici del basso elettrico come Chris Squire e John Entwistle, anche Deacon al pari di JPJ ha sempre saputo dosare la propria personalità in studio e sul palco, rendendosi così capace di essere parte integrante di un meccanismo maestoso come quello dei Queen, e contribuendo probabilmente in maniera decisiva all’equilibrio del gruppo.
Non che questo aspetto ne abbia mai limitato le capacità come bassista, a volte ingiustamente messe in secondo piano dalla grandezza espressiva dei suoi colleghi, ma non per questo da dare per scontate.
A dispetto della compostezza caratteriale, John Deacon si è rivelato nei decenni un bassista solido, vivace e capace di coniugare con grande efficacia gli elementi portanti dello strumento all’interno di un complesso Rock della caratura dei Queen.
Deacon, i Queen e il groove
Le fantasmagoriche capacità vocali di Freddie Mercury, la sconfinata abilità chitarristica di Brian May, il carisma e la presenza di Roger Taylor: a questa ricetta mancherebbe un ingrediente fondamentale, vale a dire una massiccia dose di groove.
In questo senso, John Deacon è stato davvero l’uomo giusto al momento giusto per i Queen. Con il suo gusto musicale adeguatamente influenzato da varie espressioni della cosiddetta black music (su tutti parrebbe Stevie Wonder) e uno stile fingerstyle dall’attacco deciso e sapientemente rafforzato dall’utilizzo di fill e ghost-notes, Deacon si direbbe davvero il bassista su misura per una formazione che puntasse a creare qualcosa di fuori dal comune come quella che ha dominato le classifiche di tutto il mondo.
John Deacon si è distinto come fedele utilizzatore di bassi Fender Precision, concedendosi tuttavia qualche rara scappatella, come quella iconica con il Music Man StingRay, col quale lo ascoltiamo in questa versione di “Another One Bites the Dust“. Un brano di cui è autore: e si sente sin dall’inizio, viene da dire…
John Deacon: non soltanto un bassista
Come dicevamo, nei Queen John Deacon non è stato solo “quello che suonava il basso”, ma anzi ha contribuito in maniera trasversale come musicista.
Già detto del suo ruolo di autore e co-autore in successi tutt’altro che secondari della band, si è occupato anche di incidere tracce di chitarra ritmica in diverse situazioni, mentre pare che non abbia goduto del privilegio di mettersi davanti a un microfono in studio (come notoriamente successo a Taylor e May), ruolo però rivestito occasionalmente dal vivo.
Non trascurabile nemmeno il suo apporto negli strumenti a tastiera, particolarmente utile nell’era dei sintetizzatori, o come nell’occasione del brano che ascoltiamo qui sotto (tra l’altro scritto da Deacon stesso), nel quale si è cimentato in maniera efficace con il piano Wurlitzer.
Una versatilità musicale che rappresenta un altro elemento in comune con il citato John Paul Jones.
Cosa ci rimane di John Deacon
La scomparsa di Freddie Mercury ha rappresentato un dolore talmente grande da togliere di fatto John Deacon dalla scena. Un ritiro pressoché totale, se si escludono pochissime esperienze risalenti agli anni successivi alla morte del mitico frontman: al termine della più recente, quando si è riunito ai Queen superstiti su un palco parigino per suonare “The Show Must Go On” (con Sir Elton John alla voce), Brian May ha riferito che Deacon gli abbia semplicemente detto “non posso più fare queste cose”.
E semplicemente non l’ha più fatto, ritirandosi in un totale stato di isolamento sociale dal quale le pochissime notizie sul suo conto sono trapelate tramite i suoi ex-compagni, coi quali continua a portare avanti rapporti esclusivamente legati alle questioni finanziare dei Queen.
Si è detto che abbia approvato la realizzazione del film Bohemian Rhapsody, che sia “un po’ fragile” ma “pur sempre John Deacon”, che abbia semplicemente scelto di stare lontano dai riflettori.
È un vero peccato che la già dolorissima perdita di Freddie Mercury abbia anche contribuito ad accorciare la carriera di un musicista che avrebbe potuto dare ancora tanto e in maniere che purtroppo non potremo mai sapere. Ma i sentimenti vanno rispettati sempre, e in ogni caso John Deacon ci ha comunque lasciato molto materiale su cui lavorare come bassisti, nonché alcuni tra i più apprezzati successi di una band leggendaria come i Queen.
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