Per chi si fosse perso gli articoli precedenti (che invito ad andare a riprendere), il filo conduttore di questi articoli sta nel “rubare” piccole idee dalla musica che ci circonda per isolarle, contestualizzarle, espanderle e farle entrare il più possibile nel nostro playing e linguaggio.
In questo processo creativo, riprenderemo comunque concetti teorico-pratici per permetterci di implementare la tecnica di entrambe le mani.
Dopo l’ultimo articolo in cui abbiamo trattato ed esplorato gli intervalli di ottava, mi è sembrato naturale proseguire questa serie con un brano ed un chitarrista che espandono e portano nella stratosfera questo concetto.
I Dream Theater e la loro “Erotomania”
Un brano pieno di moltissimi input tecnici, armonici e compositivi ma in questo articolo mi interessa, partendo dal solo del brano, farti soltanto notare un andamento tipico di John Petrucci.
Partiamo e limitiamoci ad analizzare la parte finale del secondo solo del brano. Per intenderci tra minuto 5:14 e minuto 5:23 del video qui sopra.
Ecco di seguito la trascrizione di questa sezione del solo.
Come puoi vedere ti ho evidenziato alcune note a coppie di colori. Questo perché se le analizzi con attenzione ogni colore, evidenzia le stesse note a distanza di un ottava l’una dall’altra, in più se provi a diteggiare queste sequenze melodiche, da una nota evidenziata all’altra (per ogni colore) noterai che trattasi della stessa diteggiatura.
Ecco il punto di partenza e il cuore di tutto il discorso.
Per capire meglio ti propongo un passo indietro e ti lascio di seguito una vista sul manico di un Do ripetuto su due ottave superiori.
Noterai che letteralmente “intorno” a questi Do troverai, ovviamente, le stesse note. Ed è qui che si sviluppa il concetto.
Immaginiamo di voler suonare le note della scala di Do maggiore a tre note per corda sulla sesta e quinta corda, intorno al Do evidenziato sulla quinta corda. Muoviamoci in ugual modo due corde sotto, infine stessa operazione sulle prime due corde ed ecco il risultato:
Noterai che è come dividere il nostro strumento in tre set (gruppi) di due corde in cui otterremo tre diteggiature uguali della scala di Do maggiore composte dalle stesse note su tre ottave diverse. Certo che non stiamo suonando tutti e sette i suoni possibili della scala ma solo sei di essi.
L’andamento “obliquo” di Petrucci
Hai notato che l’andamento di questa scala ottenuta tende naturalmente ad avanzare in modo obliquo, infatti siamo di fronte all’andamento obliquo 1 della scala a tre note per corda di C maggiore!
Modalità, questa, molto interessante per la comodità di visualizzazione e gestionale grazie alle tre diteggiature uguali e per il sound che crea nonostante la ridondanza delle stesse note.
Ora proviamo ad espandere la visualizzazione di questo andamento su tutto il manico con tutte le diteggiature possibili di Do maggiore.
Di seguito ti eseguo linearmente tutte le diteggiature appena riportate nell’immagine.
Infine come sempre provo ad applicarti il concetto in un contesto improvvisativo-solistico semplice ed esemplificativo così da farti sentire come può suonare questa idea e quali lick si possono applicare usando questo andamento.
Non mi resta che salutarti, invitandoti a mettere in pratica questi consigli e, perché no, dandomi un feedback, se ti sono stati utili o meno, qui di seguito o venendomi a trovare sui miei canali social.
Buono studio e buona Musica!
Un ringraziamento particolare a Miky Bianco e Tony De Gruttola direttori dell’Accademia Lizard Torino e produttori dei metodi didattici da cui sono tratte le basi musicali su cui hai sentito i miei esempi.
Cover Photo by Carlos Delgado - CC BY 4.0
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