Se c’è un decennio che ha cambiato radicalmente la musica è sciuramente quello degli anni ’60. L’Inghilterra si risveglia grazie alle nuove generazioni di adolescenti che scoprono il Blues e il Rock’n’Roll made in USA e lo fondono con le proprie tradizioni e la propria attitudine ribelle.
Come cantavano i The Who “I hope I die before I get old” in contrasto con il tipico aplomb della borghesia inglese e contro una prospettiva di vita a tinte grigie, magari addirittura in qualche fabbrica, miniera o zona portuale.
Inghilterra-USA, andata e ritorno
I giovani inglesi trovano la propria valvola di sfogo nella musica e si crea questo rapporto di “andata e ritorno” con gli Stati Uniti che non sarà mai più abbandonato. Tanti bluesman americani trovano fortuna e iniziano a vendere molti dischi in UK, tanto da organizzare esibizioni e tour in Gran Bretagna. Dalla loro, gli inglesi recepiscono questa miniera d’oro di abilità musicali e la evolvono, creando quello che oggi chiamiamo il “british sound”.
E dal “british soound” alla “british invasion” il passo è breve, così la musica ritorna prepotentemente negli USA adornata di nuovi colori e suoni e… beh, tutto il mondo, non solo gli States, impazzisce.
Al vertice di tutto questo c’è un nome, quello di una band di 4 ragazzi che ancora oggi sono ritenuti il gruppo pop-rock (ma forse è una definizione assai riduttiva) più importante di sempre: i Beatles.
Attenzione, siamo in un momento in cui la musica e la produzione di strumenti musicali hanno un rapporto indissolubile per quanto riguarda l’innovazione. I nuovi musicisti vogliono più volume, più aggressività sonora.
Nascono infatti amplificatori ad alto wattaggio, che vengono portati alla distorsione. Nascono i primi pedali overdrive/fuzz. E anche nel settore delle chitarre l’humbucker, in quanto pickup potente e senza rumori di fondo, è spesso preferito. Le solid body iniziano a moltiplicarsi sui palchi, capaci di garantire un minore feedback visti gli amplificatori tenuti sempre al loro limite.
I Beatles sbarcano all’Ed Sullivan Show
I Beatles hanno un ruolo fondamentale nella storia di Gretsch, legato a un preciso episodio che è rimasto fermo nel tempo come uno dei più importanti in tutta la storia della musica degli ultimi 70 anni.
Alle otto di sera del 9 febbraio 1964, l’America si sintonizza sulla CBS per guardare una puntata del fortunatissimo Ed Sullivan Show. Ma questa sera è diversa…
73 milioni di persone si riuniscono davanti ai loro televisori per vedere la prima esibizione dal vivo dei Beatles sul suolo americano. L’indice di ascolto televisivo è un record: 45,3, il che significa che il 45,3% delle famiglie americane che possiedono una televisione sta guardando lo show. Questa cifra riflette un totale di 23.240.000 case americane.
Lo spettacolo ottiene uno share del 60, il che significa che il 60% dei televisori accesi erano sintonizzati su Ed Sullivan e i Beatles.
Proprio durante questa esibizione, George Harrison imbraccia la sua Gretsch, una delle due Country Gentleman che aveva acquistato nel ’63 presso il negozio londinese Sound City. Non sarà l’unico modello Gretsch che passerà per le mani del buon George, visto che userà spesso anche la Duo Jet e la Tennesse Rose.
Da quel momento in poi tutto il pubblico americano subisce il fascino dei Beatles e tutti vogliono essere come loro, strumenti compresi.
Gretsch riceve un boom di richieste pazzesco, la settimana successiva all’esibizione dei 4 di Liverpool arrivano più di 20mila nuovi ordini!
Ascoltiamo il resto della storia da Davide Tomassone e Moreno Viglione, come sempre collegati dal negozio Sergio Tomassone Roma.
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