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Sebbene Gretsch sia un marchio a dir poco conosciuto, rispetto ad altri brand dello stesso livello di notorietà si deve ammettere che ci sono meno conoscenze diffuse riguardo alla sua liuteria, ai suoi metodi di costruzione degli strumentti e materiali utilizzati.
Non c’è quindi miglior occasione di approfondire questo argomento con il grande esperto Davide Tomassone, coadiuvato dal musicista professionista Moreno Viglione che continua a farci ascoltare tante belle chitarre Gretsch, entrambi come sempre collegati dal negozio Sergio Tomassone.
Le Gretsch sono delle vere solid body?
Partiamo innanzitutto da un equivoco comune che riguarda le Gretsch a cassa chiusa (come quella imbracciata da Moreno che è una 6129T). Pur avendo l’aspetto da classica solid body, cioé a corpo pieno, le Gretsch non lo sono affatto, poiché il loro body è ampiamente scavato (ben più di qualche piccola camera tonale).
Sopra questo corpo chambered posa una tavola che risale all’inizio della tradizione Gretsch, vista la sua natura di multistrato, materiale che veniva impiegato per le batterie del marchio e che costituisce ancora oggi uno dei capisaldi della loro liuteria.
Chiaramente questa impostazione costruttiva ha dei riflessi sul suono, rendendo le timbriche Gretsch sensibilmente diverse da altre chitarre che a impatto visivo potremmo identificare come delle “cugine”, ma che hanno suoni decisamente diversi.
Chi ha imbracciato almeno una volta nella vita una chitarra Gretsch sa che per tutte le loro chitarre c’è un dna in comune, una matrice sonora che, vuoi per la tipologia di progetto e vuoi per i pickup usati, si risente in tutta la produzione.
Visto che abbiamo toccato l’argomento, sicuramente anche la scelta dei pickup è sempre stata fondamentale per il “Gretsch sound”.
Da anni oramai il marchio utilizza ad esempio i TV Jones sui suoi strumenti di maggior pregio, magneti di alto livello che garantiscono il tipico suono del marchio in maniera fine e dettagliata.
Il mondo delle hollow body
L’altra metà del cielo del catalogo Gretsch è sicuramente quello delle hollow body, come la famosissima Chet Atkins 6120T e molte altre.
Anche in questo caso ritroviamo l’utilizzo del multistrato per (tutto) il corpo e caratteristici sono i due blocchi in legno al suo interno, che corrono paralleli dal ponte al tacco del manico disegnando il bracing dello strumento e che attraverso i blocchi verticali mettono in contatto fondo e top dando supporto alla tavola affinché regga la tensione delle corde.
Ma fermiamoci qui con la parola scritta e rimandiamo tutto il resto al video, buona visione!
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