Senza indugio mi accingo a scartare l’imballo per vedere che impressione fa questo oggetto a prima vista, avendo cura di non essere troppo violento con i cartoni e le plastiche che lo avvolgono.
Come sempre accade per questa tipologia di diffusori, l’apertura del cartone è dall’alto, cosa che, non nascondiamoci dietro un dito, ci fa smadonnare non poco…ma non in questo caso.
Mi accorgo infatti di un piacevole particolare: la maniglia superiore. Bene, partiamo col piede giusto!
Afferro la maniglia e tiro su, pensando finalmente di mettere a frutto i miei tricipiti, duramente allenati ma nonostante tutto quasi inesistenti e rimango deluso; la cassa ha un ottimo rapporto peso/potenza e farla uscire dall’imballo non è uno sforzo proibitivo.
Costruzione
Da scheda tecnica si parla infatti di una bi-amplificazione in classe D da 750W continui complessivi per circa 19 kg di peso, niente male!
Al tatto la maniglia fa subito un’ottima impressione di presa salda e confortevole, grazie anche alla gomma utilizzata per rivestirla, mentre la plastica (polipropilene) del cabinet non mi ha entusiasmato, soprattutto per le finiture nei bordi.
Ottima la griglia in metallo, davvero robusta rispetto alla media degli altri diffusori di questa categoria, al disotto della quale intravedo il woofer da 12” per le basse e la tromba 90°x60° con driver a compressione da 1” per le alte frequenze.
Bene, vado a posizionare l’Altea 712A sullo stativo e mi accorgo che le maniglie sono ben 4!
In casa DAS Audio non si bada a spese, i punti di presa sopra, sotto e ai lati della cassa sono una mano santa per chi deve trasportare e maneggiare in sicurezza. Inutile dire che per l’appendimento della cassa non vanno usate le maniglie bensì gli specifici punti di rigging predisposti (vedere manuale).
Se invece vi serve a terra, per l’ascolto del musicista, l’Altea 712A può essere usata sul palco anche come monitor, grazie alla svasatura sul retro del cabinet.
Collego alla rete il cavo di alimentazione VDE in dotazione, accendo e si avvia il software del DSP interno, che in una manciata di secondi rende disponibile il diffusore all’uso.
DSP e display
A proposito di DSP, parliamo di un processore a 24bit dotato di filtri FIR per il crossovering (bloccato alle modifiche esterne) e per i preset di filtraggio passa alto, selezionabile dal menù.
Il display retroilluminato è posizionato sulla parte alta del pannello posteriore ed è dotato della classica “rotellina” (o encoder se preferite) per scorrere le preferenze e selezionare.
Il suddetto pannello posteriore è di fatto una grossa aletta di raffreddamento in alluminio, molto ben fatta devo dire, sulla quale sono installate tutte le connessioni di alimentazione e di segnale. Tra l’altro, di lato si legge “Engineered and assembled in Spain”, garanzia a mio avviso di qualità, fattore che oltre alle prestazioni giustifica la fascia di prezzo di mercato.
Connessioni
Le connessioni di ingresso sono esaustive, presentano infatti una coppia di combo XLR-Jack per le sorgenti bilanciate/sbilanciate (mixer, microfoni, etc.) e un ingresso mini-jack da 3,5mm per il collegamento analogico, stereo sbilanciato, di lettori mp3 o smartphones. Ma non finisce qui…
Come ogni dispositivo audio di ultima generazione che si rispetti, anche la Altea 712A è dotata di connessione wireless Bluetooth e addirittura di connessione wireless con altre gemelle, eventualmente presenti sul posto.
Possiamo così sonorizzare, ad esempio un giardino, con 4 diffusori che “parlano” tra di loro senza bisogno di cavi, se non quelli di alimentazione! Le connessioni fisiche fanno poi riferimento ai relativi potenziometri di regolazione del livello e possono essere mixate verso l’XLR di uscita, oppure essere selezionate singolarmente tramite il selettore posto sopra il connettore XLR maschio.
In questo modo possiamo rilanciare il segnale analogico verso un’altro diffusore oppure una qualsiasi destinazione alternativa, come ad esempio una telecamera o un registratore.
Testiamole in azione
Ho iniziato collegando il classico cavetto mini-jack per il telefonino, terminato con due jack TS ed inserito nei due ingressi combo Ch.1 e Ch.2, ho fatto partire gli Steely Dan (quanto so’ vecchio!), sono passato poi a Caparezza, per un sound più moderno e ho terminato con un SM58.
Ho quindi iniziato a scorrere i preset disponibili sul DSP, “per vedere l’effetto che fa”, come diceva il buon Jannacci!
Questi preset vanno a impostare una curva di equalizzazione e di limiting appositamente pensati per adattarsi velocemente alle esigenze degli utenti, soprattutto quelli meno esperti.
A chiusura della prova ho anche usato il Bluetooth come ingresso sorgente, riproducendo la stessa musica usata in precedenza ma il risultato non è stato all’altezza della connessione analogica.
Ecco un breve escursus con le mie impressioni…
I preset di sistema
- Preset Vocals: è perfetto per chi volesse usare la Altea 721A per amplificare la voce da uno o due microfoni, senza avere necessariamente un mixer. Immaginiamo dunque una piccola conferenza o un comizio, una recita scolastica e così via. Il risultato dato dal filtraggio in basso (a occhio direi circa 110Hz) e il boost sulle medio/alte è buono, adeguato al contesto.
- Preset Dance: beh, il nome parla da solo, qui si balla! La curva “a sorriso” dà sicuramente la sensazione di loudness ma a mio avviso è limitata un po’ troppo presto.
- Preset Live: è il mio preferito, quello più “vero” come suono e più “libero” come dinamica. La sensazione è che anche ad alto volume sia la configurazione che tiene meglio e che restituisce più fedelmente il mix in ingresso.
- Preset BBost (BassBoost): beh, questo è un preset che definirei “adolescenziale”, lo utilizzerei giusto per rendere gradevole un ascolto a basso volume, di sottofondo. In contesti live direi poco utile.
- Preset Monitor: lo considero adatto a chi utilizza un mixer che non ha possibilità di interventi sull’equalizzatore. La curva restituisce un suono a mio avviso troppo punitivo, accettabile solo se non si hanno alternative.
Ma i suddetti preset sono solo il punto di partenza! Possiamo successivamente effettuare le modifiche necessarie con le altre numerose opzioni a disposizione ed eventualmente salvarle su memorie utente.
A partire dal preset scelto è possibile dunque intervenire con l’equalizzatore standard (bassi, medi, alti), il filtro passa alto a frequenza selezionabile (63Hz, 100Hz, sub AT18A), l’Expander (per abbattere eventuali rumori di fondo non graditi) e il Delay (per ritardare eventualmente il diffusore rispetto a un altro, fino a 9,9 mt).
Il meter di I/O
Menzione a parte merita la lettura del meter di input e output, ben dettagliata rispetto ad altri prodotti della stessa fascia. Il meter di input infatti, sulla sinistra del display, indica separatamente il livello dei due ingressi, con lettura di picco (peak meter); un eventuale clipping in ingresso viene segnalato prima in modo discreto, con un lampeggiamento dei meter, poi in maniera più evidente con l’avviso “input clip”.
Il meter di output, sulla destra del display, rappresenta invece in RMS il livello di uscita; superato il valore di limiting, con lo stesso criterio precedente, abbiamo prima un lampeggiamento poi l’avviso evidente “limit”.
Con questo sistema di visualizzazione anche l’utente meno esperto non ha scuse, la gestione dei livelli è fondamentale per una buona qualità di ascolto e la preservazione del diffusore!
Un paio di prove “su strada”
Terminata la prova “al banco”, ovvero nel mio magazzino, ho pensato di fare una prova “su strada”, così ho portato in gita la Altea 712A in un paio di occasioni, per sondare le impressioni dei colleghi.
Il primo live è stato un concerto del format “Come mamma m’ha fatto” di Max Scoppetta presso il “Lanificio”, un locale molto noto di Roma, gestito tecnicamente da Nicola Cursio.
Come vedete in foto, l’allestimento consisteva in una pedana di 2×2 mt di altezza 1 mt su cui sono installati gli strumenti della band e tre diffusori sdraiati (uno per musicista) che fungono da monitor, di cui uno era la nostra DAS Altea712A. A detta di Nicola, la cassa si è comportata egregiamente ed è stata apprezzata anche dal musicista, soddisfatto nelle richieste grazie alle opzioni di equalizzazione, che ad esempio non erano disponibili nelle altre due casse attive.
L’altra prova è stata fatta durante un live del gruppo vocale “Gruppo Arciliuto” presso il Circolo Canottieri Aniene in Roma, durante un evento di beneficenza.
Lorenzo Puglioli, responsabile tecnico, ha installato la Altea 712A su stativo, per sonorizzare una sala adiacente la sala principale in cui si svolgeva l’evento, lasciandomi poi ottime impressioni, sia in merito alla maneggevolezza che alla comodità dei preset “immediati nella ricerca del risultato sonoro”.
Grazie per la lettura e per maggiori informazioni consultate il sito del distributore italiano ZZIPP.
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