Da oramai diverso tempo cerchiamo di realizzare articoli che possano gettare luce sulla cura del “buon ascolto“, parlando sia delle accortezze tecniche che dei mezzi tecnologici necessari, o quantomeno consigliati, per riprodurre la musica in modo da percepirne ogni sfumatura e rendere l’ascolto sempre meno sfuggente e molto più coinvolgente e piacevole.
In questo ambito, abbiamo fatto la conoscenza di molti produttori di apparecchiature audio e da diverso tempo oramai siamo felicemente in contatto con una realtà italiana che si occupa di dare “struttura” al nostro suono, in senso letterale visto che parliamo di Solidsteel e dei suoi ben noti mobiletti rack per Hi-Fi.
Oggi abbiamo il piacere di ospitare sulle nostre pagine una bella intervista a Ludovica Trupia, giovane audiofila siciliana che nonostante l’età dimostra di aver già ben recepito le regole fondamentali dell’ascolto musicale “evoluto” e che è inoltre molto attiva in vari ambiti del mondo dell’alta fedeltà, collaborando con riviste del settore, negozi specializzati, grandi community online e, ovviamente, anche con la stessa Solidsteel, marchio che ha scelto per il suo mobile portaelettroniche.
Se non avete idea di cosa sia un mobile rack Hi-Fi vi consigliamo di leggere questo nostro articolo, vi lasciamo adesso all’intervista a Ludovica, che ci racconta come e cosa ha scelto per il suo impianto casalingo, il mezzo tramite cui quotidianamente si cala anima e corpo nella sua musica preferita.
Ciao Ludovica e bentrovata sulle pagine di Musicoff. Parlaci un po’ di te…
Mi chiamo Ludovica ho 25 anni ormai quasi 26 e sono nata a Palermo. Nella vita faccio la farmacista, mi sono laureata da poco, ma non mi piace definirmi soltanto con la mia figura professionale.
Per la maggior parte della mia vita, prima della mia laurea, sono sempre stata una studentessa piena di hobby: la motocicletta, la musica, per un certo periodo ho persino suonato la chitarra ed in fine l’amore per le note musicali mi ha portata ad avvicinarmi ad un hobby piuttosto inusuale per una giovane ragazza come me ovvero l’Alta Fedeltà.
Come sei diventata appassionata di Hi-Fi?
La mia passione è nata dalla voglia di ricercare le origini della riproduzione musicale ed una domenica di qualche anno fa in un mercatino dell’usato decisi di acquistare dei vinili malconci per un giradischi di cui mi ero innamorata un vecchio Thorens TD160.
Da li ho imparato a riconoscere e selezionare i migliori dischi e le migliori stampe e mi sono fatta letteralmente una cultura sul vinile parallelamente alle molecole farmaceutiche e le loro sintesi chimiche.
Col tempo mi sono approcciata anche alla riproduzione di musica liquida ed ho imparato a configurare una sorgente digitale tramite comandi da terminale e dunque varie sequenze di codici per me prima di allora incomprensibili, finendo così per utilizzare sia sorgenti analogiche che digitali.
Mettiamo un po’ di carne al fuoco per i curiosi: descrivici il tuo impianto, le sue caratteristiche e i suoi componenti.
Il mio impianto è composto da una coppia di Sonus faber Sonetto I alimentate da un amplificatore anche esso italiano, un Audia Flight FL three S.
La sorgente analogica è un Thorens TD 1600 equipaggiato da una Sumiko Anethyst mentre quella digitale è rappresentata dallo Str@mbo, uno streamer al quale tengo molto in quanto ho partecipato personalmente allo sviluppo del prodotto.
La conversione del segnale analogico a digitale è svolta da un Denafrips Ares basato sulla tecnologia di conversione R2R che conferisce al suono la dolcezza e naturalezza tipica del vinile (chissà perché ho scelto questa caratteristica eh?).
Nella foto sotto potete scorgere un elemento “insolito” (in basso a destra), ovvero l’alimentatore lineare da laboratorio che serve per alimentare un ulteriore componente della sorgente digitale, ovvero un Raspberry Pi4, che svolge la funzione di server che connesso alla rete comunica con il secondo hardware, lo Str@mbo, con il ruolo di player connesso tramite usb al DAC.
Un’attenzione particolare l’ho riservata al trattamento della sala ascolto, non sempre si dà il giusto peso all’ambiente in cui piazziamo i nostri impianti ma col tempo ho capito che è fondamentale creare una condizione ottimale alla riproduzione in alta fedeltà.
Tutto è cominciato con delle misurazioni audio con l’aiuto di un microfono specifico per fare questo lavoro grazie al quale ho individuato le problematiche del mio ambiente.
Mi è bastato all’inizio fare una semplice operazione pratica ovvero aprire le ante dell’enorme armadio dietro il punto di ascolto così da eliminare le superfici riflettenti e far si che gli indumenti funzionassero da materiale fonoassorbente e successivamente ho piazzato al centro della sala un tappeto di 6mq che potesse ridurre ulteriormente problemi di riflessioni indesiderate.
Il secondo step è stato quello di contattare una ditta italiana produttrice di pannelli per trattamento acustico per farmi consigliare dei prodotti adatti alle mie esigenze così facendo dopo circa 3 settimane ho inserito 2 pannelli fonoassorbenti agli angoli posteriori rispetto ai diffusori, 2 panelli con doppia funzione (fonoassorbente + diffusore) nel punto di prima riflessione ai lati degli altoparlanti ed infine ho aggiunto anche 2 tubetraps di cui ero già in possesso in un punto intermedio così da controllare in maniera più efficace le basse frequenze.
Il risultato è stato davvero sorprendente ed ho intenzione di continuare ad implementare il trattamento acustico per migliorare sempre più l’esperienza di ascolto.
Oltre al mio impianto principale ho da pochissimo iniziato ad ascoltare in cuffia con un piccolo setup secondario, ma per parlarvi di questo ho bisogno di un po’ di tempo ancora, per condividere punti di vista ed esperienze di ascolto è importante prima studiare a fondo la materia.
Nel mondo di oggi si possono scegliere diverse strade tecnologiche per l’ascolto musicale, tu preferisci il digitale o l’analogico?
Se dovessi scegliere quale sorgente preferisco tra analogico e digitale sarebbe impossibile definire una preferenza netta, sono entrambi due modi di riproduzione che dovrebbero coesistere nell’impianto di ogni appassionato Hi-Fi.
La magia del vinile, la bellezza di collezionare album degli anni passati, far scorrere la puntina sui solchi concentrici dovrebbe accostarsi all’innovazione e la precisione della musica liquida che ci aiuta a scoprire molto più rapidamente ed in tempo reale migliaia di album racchiusi in un archivio digitale infinito.
Come hai conosciuto il brand Solidsteel?
Solidsteel è stata una scelta dettata dalla necessità di migliorare il mio impianto Hi-Fi, il mobile porta elettroniche è un componente importante esattamente come una sorgente, un amplificatore o un diffusore.
Quali benefici hai notato nell’utilizzare un mobile per Hi-Fi di Solidsteel?
Ricordo che ho atteso il la consegna del mio VL-3 esattamente con lo stesso fermento dell’attesa dei miei pannelli acustici, impaziente di conoscere come avrebbe interagito con le onde sonore, con le frequenze basse medie ed alte e cosa avrebbe apportato alla resa finale.
Beh, le frequenze medie, le voci, si sono definite in maniera netta, più chiare e brillanti a seguito di un controllo preciso delle vibrazioni emesse dagli apparecchi (specialmente il giradischi).
Il design del rack che ho acquistato è stato un aspetto importante che mi ha fatto scegliere infine questo brand caratterizzato da eleganza, cura nei dettagli, solidità dei componenti e montaggio facilissimo ed immediato.
Che consigli daresti a chi si approccia per la prima volta al mondo dell’Hi-Fi? Cosa è essenziale a tuo parere per un primo impianto?
Se dovessi incontrare un giovane coetaneo interessato al mondo Hi-Fi consiglierei di scegliere la sorgente che più gli piace e accoppiare dei componenti non necessariamente troppo costosi ma validi e trarre sempre il meglio da tutta la catena.
Spremere fino all’osso tutte le potenzialità di ogni elettronica con piccoli accorgimenti: mettere in fase l’impianto, curare l’ambiente (aspetto fondamentale per la riproduzione con due vie), scegliere dei buoni cavi e ovviamente, posizionare i componenti su un mobile adeguato.
Parlaci infine della tua musica preferita, che generi ascolti maggiormente?
Mi piace molto il jazz acustico ed il rock classico, ho riscoperto questi generi proprio grazie ai vinili ed alla ricerca delle migliori stampe di ogni singolo album che ho acquistato.
Mi piacerebbe approcciarmi all’ascolto della musica classica, campo troppo vasto e complesso che mi affascina sempre più.
Se dovessi consigliare un album a chi legge vorrei segnalare Taste of Honey di Ulf Wakenius, è l’unico album che mi sento di condividere con estrema consapevolezza, l’ho ascoltato infinite volte e mi piace sempre di più.
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