In particolare, in questa prima di tre lezioni partiremo da E minor (livello base) e scopriremo come realizzare un accompagnamento semplice ed efficace muovendoci su una semplice progressione dorica (Em7 A7) con il solo sviluppato sulla scala di E dorico e le pentatoniche derivate da questo modo.
Struttura armonica
In questo esempio tratteremo una semplice progressione armonica costituita da due accordi:
Em7 | % | A7 | % |
Questo tipo di progressione è chiaramente in E dorico, un modo derivato dalla Scala Maggiore Melodica di D e costruito sul suo secondo grado che è appunto E.
Giusto come piccolo riepilogo, vediamo un piccolo schema della struttura della Scala Maggiore di D, dell’armonizzazione a triadi e quadriadi e dei modi derivati:
Il modo dorico è un modo minore molto “aperto” dal punto di vista sonoro e dove possiamo tranquillamente utilizzare tutte le note della scala senza problemi, quindi viene spesso impiegato in generi tipo funk, fusion, jazz, rock etc…
I due accordi che costituiscono la struttura armonica sulla quale lavoreremo, permettono una grande libertà di espressione e molte soluzioni efficaci, sia per i voicing degli accordi che per le linee melodiche da sviluppare, questo ci permetterà di concentrarci meglio sull’aspetto ritmico, che è la parte più importante di questa lezione.
Di seguito una tabella con le posizioni più utilizzate per gli accordi di Em7 e A7 ricavati dal CAGED per una comodo visualizzazione su tutta la tastiera della chitarra:
Ritmo e groove
Come detto precedentemente, l’aspetto principale del Funk è il ritmo e il “groove” che richiede molta pratica ed esercizio, in modo da poter controllare perfettamente tutti gli elementi ritmici che li costituiscono.
In questo caso ci muoveremo su delle suddivisioni a quartine di sedicesimi (semicrome) sopra la base che è a 80 bpm di metronomo, in modo da poter curare la precisione ritmica e tutte le possibili variazioni derivate da note legate, pause, ghost notes e accenti.
Il movimento alternato della pennata sui quattro sedicesimi (giù-su-giù-su) è una costante molto importante, in quanto ci permette di capire sempre quali pennate e la direzione (giù o su) da attribuire alle varie suddivisioni e variazioni all’interno della quartina.
Il consiglio è di mantenere sempre costante questo movimento, per tenere bene il tempo e stare sul groove, escludendo le pennate nel caso delle pause o delle crome, ad esempio se abbiamo una combinazione di croma e due semicrome, verrà eliminata la seconda pennata che è in su e la successione sarà quindi: 1giù 2 (su) 3 giù 4 su.
Mentre se abbiamo prima le due semicrome e poi la croma avremo: 1 giù 2 su 3 giù 4 (su), eliminando ovviamente la quarta pennata in su.
Gli elementi che potremmo analizzare dal punto di vista ritmico sono:
- le combinazioni tra crome e semicrome e le diverse suddivisioni all’interno del battito,
- le pause, da considerare come “nota off” cioè il silenzio utilizzato come elemento ritmico vero e proprio, facendo molta attenzione al punto di interruzione della nota che precede la pausa e alla lunghezza della pausa (nel caso di posizioni con le corde a vuoto questo compito può essere svolto dalla dita della mano sinistra stoppando le corde o dalla destra con il palmo, mentre per le posizioni in barrè, basterà allentare la pressione dell’accordo per ottenere la pausa),
- le “ghost notes”, possono essere note stoppate dalla mano sinistra (quindi che non producono una nota reale, ma solo una sorta di percussione ritmica), o anche delle note suonate molto piano; in questo caso preferisco la versione “note stoppate” e percussive, che si ottengono stoppando le corde con la mano sinistra sulle corde (nel caso di accordi con le corde a vuoto bisognerà lasciare la posizione per stoppare le corde, mentre per gli accordi in barré, o con tutte le note “tastate”, basterà rilasciare la posizione per ottenere questo effetto)
- gli accenti, sono delle note suonate con un volume maggiore, e possono essere spostati sui vari sedicesimi della quartina, creando un effetto ritmico molto interessante; possono essere anche più di uno all’interno della stessa quartina e possono cambiare da una quartina all’altra all’interno della stessa battuta.
Di seguito sono riportati molti esercizi da poter fare mettendo in pratica questi elementi, ma è possibile crearne molti altri combinando i vari elementi.
Sulla tablatura di questi esercizi la posizione degli accordi è con le corde a vuoto, perché erano nati per lo strumming della chitarra acustica… ma per il funk consiglio le posizioni con il barré,, sia per eseguire più facilmente le pause e le ghost notes, sia per la sonorità molto più idonea a questo genere.
Improvvisazione
Per quanto riguarda l’improvvisazione abbiamo già accennato all’utilizzo del Modo Dorico di E che deriva dalla scala maggiore melodica di D.
L’intera progressione (Em7 e A7) è da considerare dorica (quindi non come E dorico e A misolidio), quindi le posizioni delle scale che utilizzeremo saranno quelle derivate dalla scala Maggiore melodica di D, dove però come nota di riferimento prenderemo il E come nello schema che segue:
Nello schema ho inserito anche gli arpeggi degli accordi di Em7 e A7 ricavati dai box della scala; gli arpeggi oltre ad essere un importante elemento melodico per l’improvvisazione, sono anche molto importanti per individuare le note target dei nostri soli, in quanto studiandoli su tutti i box della scala potremo tenere sempre sotto controllo il rapporto scala/accordo.
Per maggiore praticità metto un ulteriore schema che possa sintetizzare questo elemento:
Sovrapposizione di pentatoniche
Oltre al modo dorico di E, possiamo utilizzare anche un altro elemento molto interessante che è la sovrapposizione di pentatoniche.
Facciamo un piccolo passo indietro… partiamo dal concetto che una scala maggiore melodica contiene al suo interno tre pentatoniche maggiori, quella della tonica, quella costruita sul quarto grado e quella costruita sul quinto, come in questo schema:
Ovviamente questo vale anche per la relativa minore, quindi su B minore naturale potrò considerare le pentatoniche minori di B, E e F#.
Nel nostro caso il E dorico, si porta dietro tutto questo materiale di pentatoniche sovrapponibili, anzi nel contesto funk possiamo anche considerare queste pentatoniche con l’estensione alla “blue note” utilizzando quindi le pentatoniche maggiori blues di D, G e A, oppure la loro relativa minore con le pentatoniche minori blues di B, E e F#.
L’unica differenza è che in questo caso considereremo come pentatonica principale quella di E minore, dato che la progressione è in Em dorico, e le altre come sovrapposizioni.
Sopra al Em7 potremo suonare sia la pentatonica minore blues di E che la pentatonica maggiore blues di D, che da un colore molto 70′ stile ed esalta la nona di E minore, mentre sopra a A7 potremo utilizzare la pentatonica maggiore blues di A, per dare un colore più blues alla terza dell’accordo di A7.
Nello schema che segue ho inserito le varie diteggiature delle scale pentatoniche di cui abbiamo appena parlato:
Ovviamente è anche possibile affrontare tutta la progressione con la semplice scala pentatonica minore di E, soprattutto per chi non ha molta familiarità con le altre scale trattate in questo incontro, ma l’invito è quello di sperimentare il più possibile le sonorità offerte da queste soluzioni, e cercare di applicare queste scale sopra alla base di Em7 e A7 in modo da acquisire, non solo l’aspetto meccanico e geometrico delle diteggiature, ma soprattutto le caratteristiche melodiche delle scale di cui abbiamo parlato e la loro funzionalità sopra gli accordi della progressione armonica.
Anche per l’improvvisazione è molto importante l’aspetto ritmico e gli elementi visti per la chitarra ritmica, quindi potrebbe tornare utile cercare di esercitarsi e costruire dei pattern ritmici da usare per le frasi che andremo a creare melodicamente.
Un esercizio utile potrebbe essere quello di prendere le figure ritmiche viste precedentemente e usarle come schema per eseguire le scale, applicando anche pause, “ghost notes”, accenti etc….
Riff
La combinazione di queste scale e dei vari elementi ritmici è molto importante per creare dei riff a note singole (o accordi con voicing sulle corde più alte) alte e pulite (tipiche di questo stile) o anche su un range medio basso con una sonorità semisatura tipica del rock.
Nell’esempio audio sono presenti quattro chitarre di cui due clean che eseguono delle parti su voicing e figure ritmiche diverse (in modo da incastrarsi bene e non creare sovrapposizioni sgradevoli), una chitarra semi-distorta che esegue un riff (con gli elementi di cui abbiamo parlato) in un range medio basso e un solo che presenta una combinazione delle scale e degli arpeggi trattati.
Da notare l’esecuzione del riff che prevede delle note ghost sopra e sotto la nota suonata (tecnicamente si tratta di fare un “muting” con le dita libere della mano sinistra in modo da consentire una plettrata ampia simile a quella data per gli accordi, ma da cui emerge solo la nota singola con le ghost notes intorno), questo per dare un po’ di sana “sporcizia” rock alla parte eseguita e una maggiore enfasi ritmica.
Di seguito il pdf con le parti di chitarra e le basi, la prima completa di tutte e quattro le chitarre, la seconda senza il solo e l’ultima senza le chitarre per poter realizzare una propria versione completa di ritmica, riff e solo.
Buon divertimento e buona musica!!!
La lezione interattiva su Discord!
Vi ricordo che a ognuna delle mie lezioni segue a distanza di circa una settimana un approfondimento interattivo in live streaming sul server Discord di Musicoff.
Analizziamo gli argomenti e suoniamo molto, come in una vera e propria classe di studenti.
Il prossimo appuntamento sugli argomenti che abbiamo trattato in questo articolo è per Sabato 2 aprile alle ore 15.00, vi ricordo che i posti sono limitati!
Seguite il Discord di Musicoff per aggiornamenti sulla prenotazione dei posti.
Cover Photo by Heinrich Klaffs - CC BY 4.0
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