Di questi tempi non capita spesso di ricevere un prodotto in anteprima e poterne parlare il giorno stesso dell’uscita o poco dopo. Oggi è uno di quei casi e mi capita di farlo per un effetto a pedale di un marchio che nel corso degli anni è riuscito a imporsi in un mercato estremamente agguerrito – soprattutto oltreoceano – ovvero quello dei boutique pedals.
Ecco quindi arrivare dalla mente del progettista Emilio Massari direttamente nelle mie mani il nuovissimo Cornerstone Imperium, o meglio, Imperivm così com’è scritto sul pedale, con un rimando alla lingua dell’antica Roma.
Una fine e un nuovo inizio
Per quanto possa sembrare strano, questo pedale nasce dalla fine di uno dei pedali che ha portato Cornerstone sul podio internazionale, ovvero il Gladio, che come abbiamo visto nell’articolo dedicato un po’ di tempo fa gioca un campionato con degli avversari di tutto rispetto, con delle liste di attesa altrettanto da primi della classe, come ad esempio il KoT di Analog Man, il Duellist di King Tone Guitar o il Protein Drive di Browne Amplification.
Ho detto “la fine” per un motivo estremamente semplice: il Gladio non sarà più prodotto, come annunciato dal CEO di Cornerstone attraverso i suoi canali social con lo stupore (oltre che il dispiacere) di molti utenti, dopo quasi 3700 unità vendute, un record assoluto per una realtà medio-piccola di questo tipo e dalla produzione totalmente handmade.
A questo punto le strade da percorrere erano sostanzialmente due: effettuare una nuova versione del Gladio, quindi passare dalla versione 2.1 alla 3.0, oppure fare qualcosa di nuovo e creare un pedale diverso.
Seguendo quindi quest’ultima idea, oggi abbiamo l’ultimo ritrovato di quella che è la sezione overdrive di Cornerstone, che fino a oggi era delineata principalmente da tre pedali: Gladio Single Channel, Gladio Double Preamp Overdrive e Antique Overdrive.
Anch’essi sono figli di una prima produzione che forse qualche più affezionato ricorderà, ovvero l’Antique Classic Overdrive (primo modello), il Gear Royal (signature di Osvaldo Di Dio) e lo Sparkle Dynamic Overdrive.
Come in tutte le cose, è palese il passo evolutivo di un’idea strutturalmente vincente ma che nel corso del tempo necessita di alcuni ritocchi non solo sonori, ma anche estetici, componente oggi sempre più fondamentale su due fronti: la pura bellezza esteriore e la visibilità dei controlli per un uso immediato e intuitivo (si sa che molti non amano leggere i libretti di istruzioni, purtroppo… NdR).
Una ricercatezza estetico-funzionale da manuale
Già in precedenza con il Gladio avevamo notato la cura e la ricerca estetica, che però diventavano anche scelte funzionali. In questo caso ho reputato giusto interfacciarmi per questa parte dell’articolo con il designer del prodotto finale Fabrizio Coco per meglio capire quali sono state le scelte che hanno portato a questo risultato, che per le sue scelte mi ha detto:
“Il processo creativo segue un po’ la stessa linea per tutti i pedali. Definito il nome, cerco metafore visive che possano essergli ricollegate. Queste vengono stilizzate per prima cosa nella definizione del logo del pedale e, a seguire, nel layout sotto forma di ‘suggestione’.
Cerchiamo sempre di mantenere un’estetica minimalista ed elegante, che è un po’ il tratto distintivo di Cornerstone.”
Il nuovo pedale di Cornerstone si presenta decisamente diverso dal Gladio o dall’Antique, prendendo la strada che era stata definita con il loro vibe, ovvero l’Aquarivm, con un case verniciato quasi sparkle e con le manopole derivate dallo stesso Antique.
“Ogni volta che Emilio progetta un nuovo pedale cerca di spingersi oltre. Questo vale per il suono e vale per l’estetica.
Le idee di provare nuove verniciature vengono praticamente sempre da lui; si fanno diverse prove con tecniche differenti e poi viene mandata in produzione quella che più ci piace.
Con l’Aquarium si è sperimentata questa verniciatura ad effetto martellato per la prima volta; ci siamo accorti che l’impatto era notevole e, così, si è voluta riproporre sull’IMPERIVM.”
Per quanto abbia una preferenza estetica e soggettiva per le manopole grigie del Gladio e dell’Aquarivm, è abbastanza palese affermare che lo stacco cromatico più netto permette un utilizzo più facile del pedale in una situazione live, garantendo un grip e una visione più facili.
“Nel tempo abbiamo utilizzato diverse knob, cerchiamo sempre quella che meglio si abbina al pedale. Le proviamo sui box per scegliere l’effetto estetico e funzionale migliore.
Sul Gladio volevamo richiamare la cromatura del pedale, sull’Antique e sull’IMPERIVM non avrebbe funzionato l’accostamento, quindi abbiamo optato per delle knob differenti.”
Così, l’Imperivm “si legge bene”, i comandi sono intuitivi e non si hanno problemi nel cercare quale comando serve in un determinato momento, da questo punto di vista è inattaccabile.
“La leggibilità viene garantita dalla scelta di un font sans serif che – salvo casi particolari – è quello di brand e dal rapporto tra le dimensioni del font stesso, che non scendono mai sotto la soglia di leggibilità, e lo spazio negativo attorno.
È stato progettato un piccolo template che poi viene declinato e adattato su tutti i pedali.”
I controlli on board
Sostanzialmente il pedale è l’unione dei due pedali singoli attualmente in produzione da parte di Cornerstone, ovvero il Gladio Single Channel e l’Antique.
I controlli sono i medesimi delle loro singole controparti, e sono i seguenti:
Lato Antique
- Gain – Controllo del guadagno in entrata nel pedale
- Volume – Controllo del volume in uscita
- Tone – Controllo del tono con una campana più ampia sul regime delle medie/medio-basse
- Presence – Controllo di equalizzazione per la parte delle medio alte-frequenze ma con una campana molto più stretta e chirurgica di quella del tono
- Mid – Boost di volume per le medie frequenze
- Comp – Un’aggiunta di compressione molto lieve per simulare la compressione valvolare
Lato Gladio
- Clean – Il volume del suono diretto della chitarra senza distorsione
- Gain – Controllo del guadagno in entrata nel pedale
- Volume – Controllo del volume in uscita
- Tone – Controlli di tono con una campana abbastanza ampia sul regime delle medie/medio alte frequenze
- Comp – Un’aggiunta di compressione molto lieve per simulare la compressione valvolare
- Bass – Controllo delle medio basse frequenze ma presente all’interno del pedale e aggiustabile attraverso un trimmer
Ultimo controllo, che è effettivo di questo pedale, è la scelta di posizionamento dei due overdrive, ovvero possiamo scegliere se mettere il Gladio prima dell’Antique o viceversa.
Che suoni posso ottenere?
Partiamo da un idea di fondo che accomuna ambedue i lati del pedale, stiamo parlando di distorsioni – anche se proprio il termine distorsioni potrebbe essere molto borderline – estremamente morbide, non è un suono che heavy in quasi nessun caso.
Si tratta, insomm, dell’overdrive perfetto per il blues rocker.
Tuttavia, sono sì tutte distorsioni morbide, ma con due core sonori molto diversi: il Gladio permette di avvicinarci alle sonorità più orientate a un Robben Ford e a uno Stevie Ray Vaughan giocando con il potenziometro del Clean e con lo switch di compressione; è inoltre un pedale che diventa “graffiante” mettendo il potenziometro del tono a 6 o 7, visto che il filtro utilizzato ha una Q abbastanza piccola e precisa che avevamo gia visto con il Gladio a due canali.
La quantità di Gain non è estrema, si può avere un sound simil Led Zeppelin in termini di distorsioni e comunque con l’amplificatore già in lieve saturazione, anche se come timbrica siamo più su un suono “brownface”, o comunque di un Fender vecchio stampo tirato per i capelli (che poi il buon Jim Marshall parti da uno di questi per progettare i suoi amp finiti nelle mani di Jimmy Page, quindi alla fin fine…).
Lo switch di compressione ha un effetto lieve, non aspettatevi un comportamento “violento”, si ha un risultato simile a quello delle valvole in saturazione, palpabile sotto le dita giocando di dinamica.
Sicuramente questo è uno comunque dei punti forti di questo pedale.
Comportamento però assai diverso lo effettua sul lato dell’Antique, qui infatti la compressione aggiunge un clipping abbastanza deciso, scurisce lievemente il suono rendendolo meno spigoloso, e aggiunge un grit più pronunciato.
Lo switch delle medie invece si comporta in maniera decisamente più morbida, apre di qualche db tra i 3500 Hz e i 5000 Hz , rende il suono più medioso ma certamente non scatolato. Questo switch lavora nel range “mancante” tra i controlli di Tone e di Presence che permettono di giocare su uno spettro più ampio, ma più sulle medie e medio basse per il Tone e per le medio alte per il Presence.
Per quanto riguarda invece la quantità di gain dell’Antique, trovo anche in questo caso che non sia assolutamente un overdrive pompato, anzi è abbastanza leggero, non molto associabile al classico TS808, forse solo per alcuni tagli di equalizzazione. È ancora meno cattivo del lato Gladio, che risulta più “gonfio” sulle basse frequenze
È, quindi, uno di quegli overdrive che potrei associare a un sound Modern Blues, banale è l’accostamento a John Mayer, ma non disdegno un utilizzo per aggiungere colore a un amplificatore tirandolo per il collo e giocando con il volume in entrata con un pedale volume dedicato o direttamente con il potenziometro della chitarra, forse in tal caso sarebbe associabile anche al suono di Mike Landau, nelle sue parti con meno gain.
Come ho testato il pedale
I casi di utilizzo sono stati principalmente su quattro sistemi di amplificazione attualmente in mio possesso:
- Mezzabarba Skill 30
- Fender Champion 600
- Hughes & Kettner Edition Tube
- Torpedo Cab M
Partiamo dal fattore comune, che è quello della dinamica: con tutti gli amplificatori presi in esame, il pedale si presta a essere molto dinamico, il gioco di “mano” è necessario e la plettrata va dosata con cura.
Ho trovato facile abbinarlo al piccolo fender Champion 600, forse perchè il potenziometro clean del Gladio mi rende il lavoro molto più semplice e non tende a gonfiare troppo il basso dell’amp, seppur limitato dalle ovvietà del cono da 6 pollici (in questo caso il troppo basso tenderebbe a far distorcere il cono stesso, NdR).
Con gli amplificatori con finale EL84 ed EL34 si ottengono molte soddisfazioni con il lato Antique, mentre con il lato Gladio è giusto avere una regolazione dei toni più attenta, soprattutto con il bass trimmer interno. Con la Mezzabarba Skill ho dovuto effettuare qualche regolazione in più per farlo meglio sposare all’eq naturale dell’amplificatore.
Con lo Hughes & Kettner, invece, ho dovuto giusto tenere leggermente “indietro” gli alti dell’amp, ma per il resto l’abbinamento è risultato notevole e mi ha molto divertito sullo scenario classic rock.
Soddisfazione di un certo peso è avvenuta con il Torpedo Cab M, avendo un preamplificatore basato sul Fender Bassman, per quanto ho detto sopra un abbinamento più che azzeccato (ovviamente con finale 6L6).
Sul reparto chitarre invece, ho usato su questo set:
- Fender Stratocaster Lonestar con Pickup Bertozzi Fat50
- Fender Stratocaster Japan con Pickup Bertozzi V56
- Gabriel Guitars Telecaster
- Ibanez JS-1000
- Mov Guitars SP240
- Vigier Excalibur Bumblefoot
Ovviamente l’abbinamento meno impressionante è stato con la JS-1000, ma perchè chitarra e pedale nascono per generi che sono abbastanza lontani, e anche sulla Vigier, sempre troppo moderna per questo tipo di sound, ma essendo in ontano mi è parsa più adatta dell’Ibanez, anche se stiamo proprio a livello di piccolezze.
Con la MOV il discorso si fa molto più interessante perché i pickup sono dei Suhr SSV e SSH, magneti con una timbrica meglio orientata al vintage secondo lo stesso John Suhr, e che quindi mi hanno permesso di avere sonorità e combinazioni molto più convincenti.
Con le due strato si è trovata la quadra migliore, si ottengono proprio quei suoni che si sentono da parte degli artisti più famosi del rock blues. Lo stesso avviene sulla telecaster, ove si ottengono sonorità altrettanto interessanti e giocabili, com’è ovvio, anche in un contesto country.
Da qui la disquisizione è ancora più personale: ho preferito usare i pedali singolarmente piuttosto che insieme, perchè ho faticato io a trovare una soluzione che mi soddisfacesse in quel tipo di utilizzo.
Sicuramente tutto è stato più immediato usando l’Antique prima del Gladio, perchè si riesce a ottenere un lead sound molto presente, ma decisamente più morbido rispetto a quello creato utilizzando i due canali del Gladio.
Ciò che ho detto non sconsiglia comunque quel tipo di utilizzo, probabilmente ci vuole un po’ più di tempo e studio del pedale e degli abbinamenti, qualcosa che vada oltre all’impatto plug’n’play.
Un sostituto del Gladio?
Durante la scrittura di questo articolo, ho pensato a più riprese la motivazione di quella che, potrebbe essere la sostituzione del Gladio con questo pedale. Il cambio di rotta è abbastanza netto e come abbiamo detto prima anche inaspettato dato il successo internazionale, cosa rara per una produzione handmade, ancor più se nostrana.
La considerazione più probabile è che un Gladio, attualmente, può essere riproposto con due single channel, permettendo tra l’altro anche l’uso del potenziometro Clean, mentre un Antique e un Gladio single channel, che compongono oggi l’Imperivm, sono effettivamente una combinazione di suoni che è riproducibile con tre pedali, ovvero due Antique e un Gladio.
Quindi, questa sarebbe una soluzione di spazio e costo ridotti rispetto alla gestione di tre pedali e altrettanti cablaggi e alimentazioni.
Possiamo definirlo un nuovo standard? A oggi, al momento della scrittura dell’articolo, non ho trovato – girando per i nomi noti del boutique nostrano ed estero – una soluzione con questo preciso panorama di sonorità.
Come del resto è stato prima il Gladio, l’Imperivm potrebbe essere la nuova scelta per il tipo di sound che abbiamo descritto e oltreoceano potrebbe ad esempio convincere molti chitarristi moderni di genere Neo Soul, genere di grande successo nel mercato a stelle e strisce.
Lo street price del pedale è di 359€. Maggiori informazioni sul sito di Cornerstone
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