Sono passati quasi 30 anni – e chi scrive quasi non ci crede avendo ancora il biglietto del concerto dell’epoca – dall’esplosione planetaria del fenomeno Green Day, un vero ciclone. Come i Nirvana portarono il Grunge nella vecchia Europa (ovviamente parliamo della conoscenza alle masse), la band di Berkeley fece dilagare anche nel vecchio continente la febbre da “new-punk” o “pop-punk” (a sua volta figlia dei mitici Ramones), vaso scoperchiato da cui poi uscirono anche altri gruppi quali NOFX, Blink 182, Sum 41, etc…
Miccia, detonatore e polvere da sparo di questo successo hanno un nome, ovvero quello dell’iconico album Dookie, terzo lavoro in studio dei GD ma praticamente primo degno di nota a livello mondiale, anche vista la produzione decisamente ben fatta e studiata a tavolino, con tanto di efficacissimi singoli radiofonici (e televisivi visto che MTV era entrata nelle case di tutti).
Una produzione quindi sì commerciale, ma estremamente ben fatta e “fresca”, giovane, allegra, ben lontana dai toni del Grunge e Alternative che imperavano negli Stati Uniti dei primi anni ’90. Una boccata d’aria in un periodo assai particolare del Paese (post guerra del golfo, disoccupazione, droga e altro) e in particolare dei giovani; un ritinteggiare a colori forti soprattutto la vita di chi stava frequentando le “high school”.
Il disco, prodotto da Rob Cavallo e mixato da Jerry Finn, aveva poi un asso nella manica: il suono. Soprattutto quello della chitarra di Billie Joe Armstrong, così compatto, pieno, una sorta di piccolo “wall of sound” già di per sé.
Non a caso, tantissimi giovani chitarristi iniziarono a rincorrere il suo guitar tone, in particolare quello del singolo più famoso in assoluto, “Basket Case“.
Il suono di Dookie in un pedale
La MXR, in collaborazione con Jim Dunlop, ha nuovamente reso disponibile l’MXR Dookie Drive, un pedale che ha avuto più “ritorni” negli ultimissimi anni (sin dal 25° anniversario del disco nel 2019). Stavolta si tratta di una riedizione a tiratura limitata, con un nuovo design dato dallo chassis rosso.
L’interfaccia del pedale è progettata sia per la semplicità che per la versatilità: con controlli per l’Output, il Gain, il Tone e il Blend, i chitarristi hanno gli strumenti per modellare il suono con precisione.
L’inclusione di un pulsante “Scoop” consente ai chitarristi di esplorare i tipici suoni dei ’90, le medie scavate risentite nel punk di Armstrong ma anche in tanti dischi Metal di quel periodo.
L’unicità del MXR Dookie Drive risiede soprattutto nel controllo “Blend“, che consente ai chitarristi di mixare il segnale tra una saturazione ad alto guadagno e una distorsione più crunch style.
Il risultato è un pedale che emula l’esperienza di suonare attraverso un paio di potenti amplificatori per chitarra (Marshall modificati), ricreando l’essenza del suono dei Green Day dal vivo.
L’MXR Dookie Drive, così strettamente legato all’album iconico della band, porta con sé una componente nostalgica e delle specifiche sonore e di controllo che faranno sicuramente felici i tanti fan vecchi e nuovi della band.
Chi non potrà portarsi a casa la limited edition però non si disperi, esiste il FOD Drive, sempre di MXR, che ha praticamente gli stessi controlli a bordo!
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