Nato a Pistoia, Becattini si era avvicinato al mondo della musica fin da giovanissimo, imparando da autodidatta l’arte della chitarra blues.
La sua passione per questo genere lo portò a immergersi profondamente nello studio dei grandi maestri del blues americano, come B.B. King e Muddy Waters, ma anche a cercare una strada personale che gli permettesse di esprimere il proprio talento e il proprio sentire.
Negli anni ’70 fondò la Nick Becattini Blues Band, con cui iniziò a esibirsi nei circuiti locali, conquistando rapidamente un pubblico sempre più vasto grazie alla sua capacità di trasmettere emozioni intense con la chitarra e la sua voce calda e graffiante.
Il percorso musicale di Becattini si arricchì nel tempo di numerose collaborazioni con artisti italiani e internazionali, che contribuirono a consolidare la sua reputazione nel panorama del blues europeo.
Tra le collaborazioni più significative, quella con il gruppo Big Fat Mama, uno dei più noti complessi blues italiani degli anni ’80, con cui registrò diversi album e partecipò a importanti festival in Italia e all’estero.
Non mancarono neppure gli incontri con leggende del blues internazionale, come con Albert King o Luther Allison; con quest’ultimo cui Becattini suonò più volte condividendo il palco e un comune amore per la musica blues.
Grazie al suo talento, Becattini si guadagnò il rispetto e l’affetto di molti colleghi, che lo ricordano come un artista sincero, capace di fondere la tradizione del blues con una sensibilità unica e una grande capacità interpretativa.
Un legame indissolubile con il territorio toscano
Nonostante la sua carriera lo avesse portato a suonare in diverse parti del mondo, Nick Becattini è sempre rimasto profondamente legato alla sua terra d’origine, la Toscana.
Questo legame era evidente nelle sue esibizioni al Pistoia Blues Festival, uno dei più importanti appuntamenti dedicati al blues in Europa, che lui stesso contribuì a rendere celebre e che proprio quest’anno, prima dell’esibizione di Mark Lettieri e Matteo Mancuso, lo aveva ospitato sul palco per un dovuto e sentito omaggio.
La sua presenza al festival era ormai una tradizione, ma il rapporto con il suo territorio non si limitava agli eventi più grandi: Becattini era solito suonare anche in piccoli locali e piazze, a stretto contatto con la gente, regalando al pubblico concerti memorabili che sapevano di intimità e condivisione.
Il blues italiano perde una delle sue voci autentiche
Con la scomparsa di Nick Becattini, a causa della SLA scoperta nel 2018, il blues italiano perde una delle sue voci più vere e sincere. La sua musica continuerà a vivere nelle registrazioni, nei racconti di chi l’ha conosciuto e nelle emozioni di chi lo ha ascoltato.
La sua eredità artistica resta un testamento di passione e dedizione a un genere musicale che, grazie a lui, ha trovato in Italia una delle sue espressioni più genuine.
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