Dopo anni di trattative complicate e tensioni interne, i Pink Floyd hanno finalmente raggiunto un accordo per la vendita del loro catalogo musicale a Sony Music.
La notizia, confermata dal Financial Times, segna una delle transazioni più importanti nel panorama musicale contemporaneo, con una cifra che si aggira intorno ai 400 milioni di dollari.
L’accordo riguarda principalmente le registrazioni della band e i diritti d’immagine, ma esclude i diritti sui testi delle canzoni, che continueranno a generare royalties per i singoli componenti.
L’operazione arriva dopo diverse false partenze. Infatti, già in passato colossi dell’industria discografica come Warner Music e BMG avevano manifestato interesse, ma le trattative erano sempre naufragate, complice anche le frequenti divergenze tra Roger Waters e David Gilmour, i due membri principali della band.
Nonostante i contrasti, alla fine, anche Waters ha accettato di procedere con la vendita, segnando così un importante passo per la chiusura delle questioni gestionali della band.
Sony non è nuova a questo tipo di acquisizioni: il suo catalogo già include artisti come Bob Dylan e Bruce Springsteen, rendendo i Pink Floyd un altro pezzo pregiato del suo portafoglio.
La cessione riguarda tutte le registrazioni iconiche del gruppo, dagli album storici come The Dark Side of the Moon e The Wall, fino a Wish You Were Here e altre tracce che hanno segnato la storia del rock.
L’elemento cruciale che ha probabilmente spinto verso questa vendita è stata la volontà di David Gilmour di porre fine alle continue dispute con Waters, liberandosi delle lunghe discussioni sul mantenimento del marchio Pink Floyd.
Con questa mossa, Gilmour si è svincolato da un processo che negli ultimi anni si era rivelato sempre più complesso e logorante.
Sony Music si è così assicurata i diritti su uno dei cataloghi più prestigiosi e longevi della storia della musica rock, che continuerà a generare introiti per decenni, non solo grazie alle vendite fisiche e digitali, ma anche attraverso il merchandising e l’uso del nome e dell’immagine della band in vari contesti mediatici.
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