Il celebre gruppo nu metal Limp Bizkit ha intrapreso una causa legale contro la Universal Music Group (UMG), la più grande etichetta discografica al mondo, accusandola di aver trattenuto ingenti somme di royalties non pagate.
Il frontman della band, Fred Durst, ha depositato la denuncia presso un tribunale federale, sostenendo che UMG abbia creato un sistema per nascondere i guadagni spettanti agli artisti e trattenere così i profitti per sé.
La cifra richiesta dai Limp Bizkit è di 200 milioni di dollari, e la causa rappresenta uno dei contenziosi più rilevanti tra una band storica e una major discografica.
Le accuse di Fred Durst e le dinamiche nascoste
La querela depositata da Fred Durst e dai suoi avvocati punta il dito contro UMG, accusandola di aver sviluppato un sistema software per la gestione delle royalties appositamente progettato per confondere gli artisti e nascondere i loro guadagni.
Secondo quanto riportato, UMG avrebbe “deliberatamente progettato e implementato un sistema che mirava a occultare le royalties”, impedendo ai Limp Bizkit di ottenere le somme loro dovute per le vendite dei dischi e lo streaming della loro musica.
Le accuse sono particolarmente pesanti se si considera l’immagine che UMG ha costruito nel tempo, presentandosi come un’azienda che dichiara di investire e proteggere i propri artisti.
La scoperta dei conti nascosti e la reazione della band
Il contenzioso ha preso avvio all’inizio di quest’anno, quando la UMG ha contattato Durst per discutere di nuove edizioni celebrative di alcuni album storici dei Limp Bizkit.
Questo contatto ha spinto il cantante e il suo team a esaminare a fondo la storia delle royalties della band, scoprendo l’esistenza di due conti non dichiarati per un valore di circa 1 milione di dollari.
Secondo la denuncia, questi conti risultavano “pagabili” già dal 2019, ma UMG li avrebbe fraudolentemente riclassificati come non recupertati, evitandone così il pagamento alla band.
La scoperta ha innescato ulteriori verifiche che hanno rivelato gravi irregolarità nella gestione dei conti legati ai guadagni della band.
Manipolazione dei conti e accuse di frode
Nella denuncia, Durst ha presentato dettagli inquietanti su come UMG avrebbe agito per sottrarre denaro ai Limp Bizkit. Ad esempio, viene citato il caso di un conto legato a un video musicale del quarto album della band, che nel secondo trimestre del 2022 mostrava un saldo positivo a sei cifre.
Tuttavia, solo due trimestri dopo, lo stesso conto risultava in negativo per un valore simile. “Da dove provengono questi 199.676 dollari addebitati all’account?”, viene chiesto nella denuncia, ipotizzando una frode intenzionale per far risultare il conto in perdita e così evitare di pagare la band.
Non è solo la band principale a essere coinvolta in questa vicenda. Anche Flawless Records, l’etichetta discografica fondata da Durst che aveva firmato contratti con artisti come Puddle of Mudd e She Wants Revenge, è citata nella causa.
Secondo quanto riportato, Flawless non ha mai ricevuto la sua parte di profitti dalle pubblicazioni curate da UMG, un ulteriore tassello nella complessa relazione finanziaria tra la casa discografica e gli artisti che rappresenta.
La risposta di UMG e le negoziazioni fallite
A luglio, i legali di Durst hanno inviato a UMG una lettera formale, accusando la casa discografica di sottopagamenti grossolani e chiedendo la restituzione dei diritti di master recording oltre ai pagamenti dovuti.
UMG ha risposto parlando di un problema tecnico legato a un nuovo software per la gestione delle royalties, ma i chiarimenti non hanno convinto la band.
Nonostante la major abbia poi effettuato alcuni pagamenti, tra cui 1.038.321,87 dollari ai Limp Bizkit e 2.348.060 dollari a Flawless Records, Durst sostiene che manchino ancora molte informazioni fondamentali sulle royalties mai ricevute.
Arriva la bufera?
Alla fine di settembre, Durst e il suo team hanno presentato la richiesta di annullamento del contratto, affermando che la band ha diritto a più di 200 milioni di dollari.
UMG, tuttavia, non ha accettato di risolvere il contratto, spingendo i Limp Bizkit a portare la questione in tribunale.
Le accuse contro UMG sono pesanti: frode, falsa rappresentazione e violazione del copyright sono solo alcune delle contestazioni riportate nella denuncia. Il caso solleva interrogativi sul rapporto tra artisti e major discografiche e su quanto sia davvero trasparente la gestione delle royalties.
Questa vicenda potrebbe avere ripercussioni importanti per il settore, ponendo un riflettore su pratiche spesso poco chiare nel modo in cui le etichette discografiche gestiscono i compensi degli artisti.
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