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Da sogno a realtà: le 3 fasi per realizzare un obiettivo musicale

Che cosa faresti se qualcuno adesso venisse da te e ti proponesse di comporre entro un anno un album di musica strumentale e di inaugurarlo suonandolo in un teatro per tre sere di fila?

Probabilmente, sono due le emozioni che starai provando in questo momento, una forte gioia per l’opportunità data, ma allo stesso tempo un’incredibile paura generata da quella piccola ma penetrante vocina nella testa che ti dice che non riuscirai a farcela.

Ecco, due anni fa mi sono trovato proprio in questa situazione e devo ammettere che inizialmente la mia reazione non è stata delle più rosee… infatti volevo mollare tutto!
Non avevo mai scritto un brano strumentale fino ad allora e in più non avevo né una minima esperienza nel mondo professionale né una band, figuriamoci organizzare uno spettacolo di un’ora di brani inediti completamente da zero! 

Alla fine, dopo aver ricevuto diversi pareri esterni e forte delle competenze sviluppate negli anni, decisi di accettare la sfida e di intraprendere questo nuovo percorso, consapevole del fatto che, nel peggiore dei casi, avrei almeno vissuto delle esperienze che avrebbero contribuito ad arricchire il mio bagaglio musicale e umano.

Vorrei iniziare questa rubrica premettendo che scrivo queste parole senza alcuna pretesa di insegnare, anzi, sono semplicemente un aspirante musicista che vuole nel suo piccolo condividere la propria esperienza, nella speranza che tu, caro lettore, possa trovare degli spunti interessanti per realizzare un tuo sogno!

Ma torniamo a noi, la prima cosa da fare per il raggiungimento di un obiettivo è… definirne  uno e stabilire il “Why”, ovvero il perché lo si vuole raggiungere! Questa potrebbe sembrare una fase semplice, ma in realtà rappresenta l’aspetto cruciale di questo processo e perciò ti consiglio di dedicargli un po’ di tempo. 

Il fatto è che spesso o non sappiamo esattamente cosa vogliamo oppure puntiamo a degli obiettivi vuoti, che non aggiungono valore alle nostre vite. Il rischio, in questi casi, è quello di perdere tantissimo tempo, risorse e fiducia in sé stessi ed è per questo motivo che questa fase è veramente importante: prima definisci chiaramente che cosa vuoi e poi mettiti al lavoro per raggiungerlo!

Più hai le idee chiare su ciò che vuoi davvero più aumenti le possibilità di ottenerlo (A. Robbins)

Nel mio caso l’obiettivo era già stato definito, ovvero la scrittura dell’album, mentre il “Why” era costituito dalla necessità di comporre della musica che esprimesse a pieno le varie emozioni che ho provato a seguito di particolari momenti della mia vita.

why
Image by TheDigitalArtist – CC0 1.0 Public Domain

La seconda fase è quella della progettazione, ovvero il momento in cui si vanno a stilare tutte le attività che devono essere svolte per il raggiungimento dell’obiettivo finale.
Questa potrebbe essere la parte più complicata dell’intero piano poiché molto spesso non si ha la minima idea di dove mettere le mani per iniziare il lavoro.

Ecco, qui vorrei darti un paio di consigli che mi sono stati particolarmente utili quando mi sono trovato in questa situazione e che, inoltre, continuo ancora oggi ad applicare ogni volta che mi trovo a dover realizzare un qualcosa di nuovo. 

Il primo viene dal filosofo razionalista Cartesio che, nel suo discorso sul metodo, afferma che il miglior modo per risolvere un problema complesso é suddividerlo in tante piccole parti semplici da risolvere.
Quindi, prendendo come riferimento il mio caso, quello che dovevo fare era definire tutti i vari step, come comporre i brani, ingaggiare i musicisti, comporre la scaletta, che, una volta risolti, avrebbero determinato il successo delle tre serate. In questo modo avevo trasformato un problema che sembrava irrisolvibile, come quello di un grande evento da organizzare, in tante piccole attività semplici da svolgere… avevo dato chiarezza al mio obiettivo.

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Photo by Nick Youngson – CC BY-SA 3.0

Ora, a questo punto potresti dirmi “Sì okay, ho capito l’importanza di stilare un piano di lavoro, ma cosa devo fare se non riesco a capire quali sono questi piccoli step?”.
Ed è qui, caro lettore, che entra in gioco il secondo consiglio:

Quando non sai che cosa fare il miglior modo è pensare agli scenari più disastrosi che porterebbero al fallimento totale della serata e pianificare dei modi per evitare che questo accada.
Prendiamo per esempio tre possibili casistiche che avrebbero causato la mal riuscita del mio evento e vediamo come possiamo sfruttarle per capire cosa fare per evitare il problema: 

  1. Non c’è abbastanza pubblico durante il corso delle varie serate. Come è possibile? Probabilmente perché non è stata svolta la giusta pubblicizzazione dell’evento… Dunque, aggiungiamo nella nostra lista il compito di dover preparare locandine da caricare sui nostri canali social e gli inviti da inviare alle persone.
  2. Durante il corso della serata mi dimentico l’ordine dei brani —> aggiungere di scrivere una scaletta del repertorio.
  3. Mentre suono nel corso della serata mi dimentico un passaggio di un brano —> aggiungere di praticare a sufficienza il repertorio.
    In questo caso ovviamente possono capitare dei momenti di lapsus, quindi non ti scoraggiare se sbaglierai qualcosa nonostante tu abbia studiato i brani (siamo esseri umani, non robot!), però è sicuramente molto meno probabile che questo accada se è stata svolta tutta la preparazione necessaria in precedenza.

A questo punto ti sarai stupito notando con quanta maggiore facilità riuscirai a progettare un piano d’azione semplicemente utilizzando questo approccio. Ma come è possibile? Tutto questo accade perché l’uomo è da sempre circondato da situazioni estremamente pericolose di conseguenza il suo cervello, per sopravvivere, deve rimanere costantemente attento ai segnali esterni ed essere in grado di reagire rapidamente nel caso in cui questi rappresentassero dei pericoli.

Questo meccanismo di “bias negativo”, ancora presente nel nostro cervello, ha aiutato nel corso della storia l’essere umano ad evitare danni e restare in vita ed è per questo motivo che siamo più inclini a pensare e a risolvere situazioni negative rispetto ad altre positive.

Photo by Nick Youngson – CC BY-SA 3.0

Detto questo, siamo arrivati all’ultima fase del processo che è quella dell’azione. Ora che hai stabilito un piano e gli strumenti per realizzare il tuo obiettivo, devi solo tirarti su le maniche e metterti all’opera!


La redazione di Musicoff è felice di dare il benvenuto a Valerio Agulini, che con questo articolo inaugura la sua prima rubrica sulle nostre pagine. Welcome home Valerio!