In un’intervista a Guitar Player, Steve Lukather ha svelato dettagli affascinanti sulla relazione speciale con una delle chitarre più iconiche della storia: la Gibson Les Paul Standard del 1959.
Nel corso della conversazione, Lukather ha anche affrontato un tema curioso, spiegando perché non si sente a proprio agio con le chitarre Gretsch, nonostante il loro indiscutibile valore.
La Les Paul del 1959: un amore senza tempo
Per Lukather, la Les Paul Standard del ’59 non è solo una chitarra, ma un pezzo di storia. Definita dallo stesso musicista come il “sacro graal” delle chitarre, questo strumento è entrato nella sua vita nel 1979, quando lo acquistò per circa 4.000 dollari, una cifra considerevole per l’epoca.
“Era una follia economica per me in quel momento“, racconta Lukather, “ma sapevo che dovevo averla“. La chitarra, che oggi vale cifre esorbitanti sul mercato del vintage, ha accompagnato Lukather in alcuni dei momenti più iconici della sua carriera.
Questa Les Paul non è solo un oggetto da collezione, ma uno strumento attivamente utilizzato in studio e dal vivo. “Nonostante la sua età, suona ancora in modo incredibile“, dice il chitarrista.
La questione delle Gretsch: una scelta di comfort
Nonostante la sua ammirazione per molte chitarre vintage, Steve Lukather è stato chiaro su un punto: le Gretsch non fanno per lui.
“Non si tratta della loro qualità,” spiega, “ma semplicemente non sono adatte al mio modo di suonare“. Il musicista attribuisce questa incompatibilità alla forma del manico e alla sensazione complessiva dello strumento, che non si adatta perfettamente alle sue mani.
Pur riconoscendo il valore artistico e storico delle Gretsch, Lukather sottolinea che la scelta di uno strumento è una questione altamente personale: “Per altri possono essere la perfezione, ma io non riesco a farle suonare come vorrei. È una questione di feeling“.
Questa schiettezza è una delle caratteristiche che lo rendono così apprezzato dai fan: Lukather non ha mai paura di esprimere le sue opinioni, anche se possono sembrare controcorrente.
Un arsenale di chitarre, ma un’anima unica
Nel corso della sua carriera, Steve Lukather ha utilizzato una vasta gamma di strumenti, ma la Les Paul del ’59 rimane il cuore del suo arsenale. “Ho tante chitarre straordinarie, ma questa è speciale. C’è qualcosa di magico in lei“.
Nonostante ciò, il chitarrista ha anche sviluppato una stretta collaborazione pluridecennale con Ernie Ball Music Man, con cui ha creato una linea di chitarre signature progettate per soddisfare le sue esigenze specifiche. Questi strumenti, più moderni e versatili, rappresentano la sua scelta principale per le performance dal vivo, anche se il legame con la Les Paul del ’59 è unico e ineguagliabile (ma di sicuro non se la può portare in giro!).
Lukather ha anche sottolineato come la sua collezione di chitarre sia composta da strumenti che raccontano storie. La sua Les Paul, in particolare, porta con sé un’eredità che va oltre le note: “Questa chitarra è stata suonata anche da George Harrison, e per me è un onore averla nelle mie mani. Ogni volta che la suono, sento il peso della storia“.
Un rapporto autentico con la musica e gli strumenti
L’intervista si chiude con una riflessione sul rapporto di Lukather con i suoi strumenti: “Ogni chitarrista deve trovare ciò che gli si addice di più. Io ho trovato la mia voce nella Les Paul del ’59“.
Questa affermazione racchiude il cuore della sua filosofia musicale: al di là del valore economico o storico, ciò che conta davvero è il legame emotivo e il feeling tra il musicista e il suo strumento.
Steve Lukather continua a essere un punto di riferimento per generazioni di chitarristi, non solo per il suo talento, ma anche per la sua autenticità.
E se la Les Paul del ’59 rappresenta la sua idea di “santo graal”, è altrettanto vero quanto sia importante rimanere fedeli al proprio stile e alla propria identità.
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