Il pianista jazz Antonio Faraò torna in grande stile con il suo nuovo album Tributes, una raccolta di brani che omaggia alcune delle figure più influenti della storia del jazz. Il disco è già in rotazione nella programmazione di numerose radio internazionali ed è entrato nella US Jazzweek Charts Top 50.
Affiancato da due musicisti di calibro internazionale, il bassista John Patitucci e il batterista Jeff Ballard, Faraò presenta un progetto che combina virtuosismo, intensità emotiva e una profonda conoscenza della tradizione jazzistica.
Un trio d’eccezione
Registrato negli studi di Meudon a Parigi nel luglio 2023 e pubblicato dall’etichetta olandese Criss Cross Jazz Records, Tributes segna una tappa importante nella carriera di Faraò.
Il pianista, originario di Milano, ha scelto per questo lavoro due musicisti con un profondo legame artistico con il compianto Chick Corea, uno dei principali riferimenti di questo progetto.
Patitucci e Ballard hanno infatti collaborato con Corea in vari momenti delle loro carriere, contribuendo a trasmettere quel senso di connessione che pervade l’intero album.
Faraò ha dichiarato: “Volevo rendere omaggio a grandi musicisti che hanno avuto un impatto artistico e umano sulla mia vita”. Da questa ispirazione è nato un album che intreccia brani originali e reinterpretazioni di standard, rendendo omaggio a maestri come Corea, McCoy Tyner e Wayne Shorter.
Per Faraò, “Tributes” rappresenta non solo un omaggio musicale, ma anche un importante momento personale. “Ogni disco che ho fatto rappresenta un momento diverso della mia vita, e questo riflette totalmente la mia personalità attuale”, ha dichiarato.
Un viaggio tra composizioni originali e standard
Tributes include otto composizioni originali e due standard, in un equilibrio perfetto tra innovazione e rispetto per la tradizione.
Tra i brani più significativi troviamo “MT”, un omaggio esplicito a McCoy Tyner, caratterizzato da una potenza ritmica e armonica che richiama lo stile di uno dei più grandi pianisti della storia del jazz.
“Memories of Calvì” è ispirato al leggendario Michel Petrucciani e alle esperienze vissute da Faraò durante il Calvi Jazz Festival. “Song for Shorter”, originariamente incluso nel primo album del pianista, che qui riprende con nuova intensità emotiva in onore del grande Wayne Shorter.
In brani come “Syrian Children”, dedicato ai bambini vittime della guerra, emerge una sensibilità che va oltre la musica, offrendo uno spunto di riflessione sul ruolo dell’arte come veicolo di emozioni e messaggi universali.
“I Love You” di Cole Porter è un ottimo esempio di come si possano trasformare arrangiamenti “semplici” in momenti di pura creatività.“Matrix” è un classico di Corea scelto per chiudere l’album in maniera magistrale.
“Mi piace suonare in modo diretto, ma allo stesso tempo essere aperto e fuori dagli schemi“, ha spiegato Faraò. Questa filosofia emerge chiaramente in ogni traccia dell’album, dove il trio riesce a bilanciare libertà creativa e rigore tecnico.
L’eredità dei maestri e la personalità di Faraò
La critica ha accolto con entusiasmo Tributes, sottolineando la capacità di Faraò di fondere influenze diverse e creare un linguaggio musicale personale. Come affermato da All About Jazz UK: “Lo stile di Faraò esplora una gamma di texture e stati d’animo, con progressioni imprevedibili e improvvisazioni fluide ed energiche”.
L’album riflette il profondo legame di Faraò con il passato del jazz, ma anche il desiderio di innovare. Le sue composizioni si distinguono per la raffinatezza melodica, la potenza espressiva e una tecnica impeccabile, che gli permettono di navigare tra atmosfere liriche e momenti di pura esplosione ritmica.
Ogni traccia di Tributes è un tassello del percorso artistico di Faraò, come lui stesso spiega: “Ogni disco che ho fatto rappresenta un momento diverso della mia vita, e questo riflette totalmente la mia personalità attuale”.
La scelta di collaborare con Criss Cross Jazz, etichetta di riferimento per il jazz contemporaneo, conferma la volontà di Faraò di continuare a crescere e sperimentare.
Con una durata complessiva di 65 minuti, Tributes è una dichiarazione d’amore per il jazz in tutte le sue forme. La tracklist include gemme che si muovono tra virtuosismo tecnico e lirismo melodico, regalando all’ascoltatore un’esperienza unica e indimenticabile.
Faraò si conferma uno dei pianisti più rappresentativi del panorama jazzistico contemporaneo, come ha scritto Jazz Sensibilities, “questo disco marca una tappa significativa nella sua evoluzione musicale”.
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