All’ingresso del palco campeggia un trionfante stendardo con il titolo “Sciustenfeste”, una caricatura del nome “Schützenfest”, che richiama la tradizionale festività tipica della Germania, in particolare della città di Hannover, dove Vinicio Capossela ha vissuto i primi anni della sua vita.
Le luci soffuse e delicate adornano la sala del Gran Teatro Geox, preparando il pubblico al grande spettacolo del cantautore. Lo scenario è calmo e pacato, con una disposizione che alterna posti a sedere in tribuna e un ampio parterre per muoversi liberamente.
Una vera e propria festa colorata che richiama le atmosfere surreali della cinematografia di Tim Burton.
Chi conosce la personalità di Vinicio Capossela non può sorprendersi dell’ironia che attraversa l’intero spettacolo, intrisa di riferimenti critici alla società, alla politica e alle contraddizioni del nostro tempo.
Un animo anticonformista che si riflette anche nella strumentazione sul palco: sax, clarinetto, contrabbasso e persino il Glockenspiel, strumento di origine tedesca. Il legame con la Germania è un tema ricorrente: Hannover ha accolto la famiglia di Capossela dopo la migrazione dalla Calabria, ed è proprio qui che il cantautore è nato nel 1965.
L’ultimo album di Capossela, intitolato Sciunsenfeste n. 1965, rappresenta un tributo alla sua città natale e alla data della sua nascita, due capisaldi della sua vita e carriera artistica. Si tratta del suo tredicesimo album in studio, un insieme di canzoni rivisitate che celebrano festività, folklore e memorie di un passato condiviso.
Tra queste spicca “Campanelle”, una chiara citazione del celebre brano del musicista Lou Monte.
Dal 1999, la tradizione vuole che Capossela si esibisca la notte di Natale al Fuori Orario, storico locale situato nelle campagne reggiane di Taneto. Questo stesso luogo ha fatto da set ad alcune scene del suo recente film, “Natale Fuori Orario”, uscito nelle sale cinematografiche.
Traspare quel gusto dell’orrido e tenebroso, tipico dello stile di Vinicio unito all’eleganza e alla leggiadria dell’atmosfera musicale.
Un altro momento suggestivo del live è ispirato al Día de los Muertos messicano: i costumi ricordano le celebrazioni del Giorno dei Morti, e il palco si anima con ballerine ed equilibristi circensi. È un vero e proprio spettacolo multidisciplinare, dove arte e musica si fondono.
Tra i momenti più intensi dello show, emerge una citazione dello stesso Capossela, ispirata allo scrittore americano Jack Kerouac: “Perché per me l’unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita.”
Un momento unico è l’esecuzione di “Santa Claus Is Coming to Town”, rivisitata in italiano in una versione originale e toccante. Il brano è legato al tema della protezione, incarnato dalla figura di San Nicola, santo protettore dei bambini.
Capossela non manca di affrontare temi profondi come politica, religione, questioni sociali e guerra. Non a caso, il titolo dell’album, “Schützenfest”, fa riferimento letterale al “festival del tiro a segno”, ma si presta a una lettura più complessa e simbolica.
Vinicio Capossela si conferma come un artista pronto a sburgiardare le veritá del mondo, a stare in mezzo tra i cattivi e i buoni, a stare in mezzo al popolo, a chi della verità gli importa, a chi ha perso tutto, agli emarginati. Uno spettacolo che, come la sua musica, sa essere ironico e profondo, leggero e intenso, sempre rivolto a chi è “pazzo di vita“.
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