Nell’ultima puntata di Casa Varini, Massimo Varini ha letto alcune pagine molto emozionanti dal suo ultimo libro, Come la pastura per il pescatore e il vento per l’aquilone.
Siamo abituati a vedere e ascoltare Massimo Varini in più vesti, ma prima di tutto in quella di divulgatore e insegnante di didattica chitarristica e di altri aspetti che, dallo strumento al mondo del recording e del live, fanno parte della vita del musicista.
Ma questa volta, Massimo non ci presenta un libro didattico o simile, ma il frutto di un lavoro assai personale, intimo, in cui ha riversato gran parte della sua vita, non solo come musicista ma anche e soprattutto come essere umano.
In un periodo in cui “restare umani” è davvero fondamentale, la lettura di queste pagine insegnano che la vita di un artista è fatta di continue sfide e soprattutto della capacità di resistere agli “schiaffi” del destino, che spesso ti colgono impreparato, indifeso, magari quando pensi di essere in un momento di totale protezione e felicità, umana e professionale.
È proprio questo quello che Massimo ha trasmesso pochi giorni fa nell’ultima puntata del format YouTube “Casa Varini“, che ci trasporta in tempo reale per un paio d’ore o più nella quotidianità della sua vita, nella sua casa, con i suoi cari, per affrontare ogni volta argomenti interessanti e diversi.
Vista quindi l’uscita di questo Come la pastura per il pescatore e il vento per l’aquilone, per adesso disponibile su ebook ma speriamo – vista la situazione – presto anche in formato cartaceo (già preordinabile), a partire dal ventesimo minuto di questa lunga diretta Massimo inizia a leggerci uno dei capitoli che rappresenta uno dei momenti più importanti e segnanti della sua esistenza, quando durante un importante tour per la sua carriera dovette affrontare l’improvvisa perdita del padre.
Ci sarà tempo per parlare sulle nostre pagine di questo libro in maniera più approfondita e di leggerne magari con Massimo altri passi.
Per ora, cliccate play e godetevi il racconto.
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