Parlare oggi di musicassetta ha un sapore strano per chi ha vissuto l’epoca del boom di questo supporto ormai caduto in disuso da tempo.
Da un lato si è consapevoli del fatto che l’ascolto della musica si è nel frattempo evoluto in almeno un paio di soluzioni di rilievo storico, decisamente più pratiche e qualitative, aspetto che in molti sembra suscitare una visione del nastro paragonabile alla radio d’epoca piuttosto che al compact disk.
Dall’altro si viene inevitabilmente travolti dalla nostalgia di quei tempi in cui (per forza di cose) lo skip di un brano era tutt’altro che immediato, il supporto di ascolto doveva essere riavvolto quando si era arrivati alla fine dell’ultimo pezzo e a volte una matita o una penna potevano rivelarsi utili strumenti di “salvataggio” per nastri maltrattati.
Photo by Asim Saleem – CC BY-SA 3.0
A prescindere da come la si veda, il 1° luglio verrà comunque ricordato come giorno ufficiale della nascita del Walkman, che oggi nel 1979 a Tokyo veniva presentato dalla SONY nella sua prima identità, quella del TPS-L2, modello che veniva proposto al non certo popolare (ma era, anche se oggi fa sorridere, un prodotto all’avanguardia…) prezzo di 200 dollari.
Il dispositivo sarebbe poi diventato un’icona degli anni ’80, forte presenza nell’immaginario collettivo anche grazie a istantanee cinematografiche indimenticabili (una su tutte, la giovanissima Sophie Marceau ne “Il tempo delle mele”), avrebbe vissuto alcune importanti evoluzioni (come il D-50, primo lettore CD portatile al mondo) e sarebbe stato profondamente imitato fino all’avvento del famigerato MP3, per poi declinare e concludere la propria esistenza nel 2010, anno in cui la produzione di Walkman cessò definitivamente.
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