Roland ha presentato la nuova linea di pianoforti digitali denominata serie LX700, con i modelli LX708, LX706 ed LX705.
Il guanto di sfida è lanciato: modelli fisici VS campionamenti.
Quello che afferma Roland è che il metodo usato da gran parte dei pianoforti digitali, cioé quello di campionare – registrare – le singole note di un vero pianoforte acustico, è un approccio che porta ad avere una gamma espressiva limitata. Il paragone che sceglie è “simile a quando un’animazione è composta da immagini fisse“.
Quindi, i progettisti del marchio hanno dato fiducia alla tecnologia della simulazione, ricreando in tempo reale il processo tramite cui si genera il suono in un piano. Il grado di raffinatezza cui si è arrivati è quello di avere espressività e tocco catturati fedelmente, il tutto unito a un suono più che credibile: si chiama PureAcoustic Piano Modelling.
Parlando di suono, appunto, Roland ha deciso di unire “il meglio dei due mondi“, cioé il modello di un piano a coda europeo classico, con la sua timbrica ricca e profonda, e un piano a coda di stile più americano, il che vuol dire brillantezza sonora.
Le “due metà del cielo”, quindi, come nella chitarra esiste il suono Gibson e Fender, nei violini lo Stradivari e il Guarnieri, ecc.
Il suono è riprodotto dall’Acoustic Projection System, un sistema di diffusori che mira a dare la ricchezza sonora di un pianoforte a coda, ovviamente senza l’ingombro dell’imponente strumento.
Ogni singolo speaker è stato quindi progettato in questa direzione e con uno specifico compito: gli speaker del mobile si occupano del suono principale, mentre quelli sul pannello superiore riproducono la risonanza del telaio e sviluppano il suono di ambiente tipico dei piano acustici. Senza contare i tweeter da cui zampillano gli armonici e persino il rumore dei martelletti sulle corde.
Già, i martelletti e, quindi, la tastiera. Tasti e pedali sono una componente fondamentale nella performance di un pianista, se rispondono male al tocco questo sarà deleterio per l’esecuzione.
La pressione sui tasti, in velocità e dinamica, è resa in modo perfetto soprattutto dalle tastiere Hybrid Grand dei modelli 708 e 706.
Ma, in generale, tutta la serie 700 applica un progetto assai intelligente: ad esempio, il perno dei tasti neri è posizionato 2 cm indietro rispetto ai bianchi e ciò consente una maggiore facilità di pressione. In generale tutti i tasti bianchi e neri sono un po’ più lunghi del normale e hanno un perno stabilizzatore per evitare che il movimento anziché essere solo verticale sia anche solo lievemente laterale.
Sia la resistenza che il movimento di ritorno seguono quindi l’asse verticale e hanno un bilanciamento molto controllato.
E se la vostra esperienza con un piano acustico volete che sia davvero reale, sappiate che si possono anche regolare le naturali vibrazioni sui tasti che un pianoforte a coda restituisce alle mani del musicista, vibrazioni che ovviamente sono studiate per essere più intense nelle ottave più basse.
Passando ai pedali, la meccanica Responsive Damper sull’LX708 potrebbe davvero stupirvi, con un controllo sulla risonanza per simpatia delle corde. Con la pressione aumenta la resistenza del pedale, mentre si alleggerisce durante il rilascio. La corsa del pedale aiuterà a seguire con precisione il decadimento del suono.
Se finora vi eravate quasi dimenticati che questo fosse un piano digitale, è bene ricordarselo quando parliamo di versatilità: il che vuol dire, poter suonare anche in cuffia!
Innanzitutto, senza cuffie potete suonare il piano in una stanza o sala reale in cui vi aggrada l’acustica, ma sappiate che all’interno dello stesso potete selezionare differenti tipi di ambienti virtuali, da quelle concertistici alle cattedrali e studi di registrazione.
Passando poi all’ascolto in cuffia, godrete di tutti i vantaggi visti finora anche in questa modalità “silenziosa”, perché la funzione PureAcoustic Ambience sarà sempre a disposizione.
Sta quindi a voi la scelta della combinazione perfetta tra tipo di pianoforte e ambiente di esecuzione. Ah si certo, sta a voi anche suonarla bene, l’esecuzione, perché questi pianoforti hanno tutto ma certo non suonano da soli!
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Infine parliamo dell’estetica: beh, le foto parlano da sole. Dai tasti che sono assolutamente in linea con il classico appeal dell’avorio, all’aspetto dei controlli digitali, assolutamente discreto a vantaggio di un look classico.
Controlli tutti posti a vista e con pulsanti che si illuminano quando attivi, il che vuol dire che basterà un’occhiata mentre suonate per capire cosa avete attivato, senza troppe distrazioni dalla musica.
Insomma, l’obiettivo di Roland è quello di invogliarvi a suonare e di farvelo fare con minori perdite di tempo possibile. Ed ecco che qui ci aiutano le nuove tecnologie: infatti, potrete studiare collegandovi al vostro dispositivo smart e utilizzando App didattiche come Piano Every Day, inoltre avete a disposizione vaste funzionalità Bluetooth compreso il far suonare la musica che volete agli altoparlanti (ma non fate finta di suonare voi eh!), ecc.
La parte didattica è sempre molto a cuore di Roland, per cui sono davvero tante le funzionalità integrate, dal suonare su brani interi alla modalità Twin per sedere accanto al vostro insegnante (o al vostro studente!) e suonare negli stessi registri.
E c’è anche un registratore incorporato, un metronomo e tanto altro ancora che non vorrete smettere mai di esercitarvi.
Ognuno dei tre modelli ha ovviamente specifiche diverse, sta a voi scegliere quale sarebbe il più adatto a voi collegandovi ora al sito ufficiale Roland, dove poter ascoltare anche il confronto tra i due tipi di pianoforte europeo/americano e poter virtualmente entrare nelle sale di ascolto offerte da PureAcoustic Ambience.
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