Eccoci al secondo appuntamento su guitarLayers, iniziamo a conoscere da vicino questa innovativa applicazione didattica per chitarra e basso che da un po’ di tempo ha attirato il nostro interesse per caratteristiche che riteniamo assolutamente interessanti e innovative.
Oggi parleremo di Layers, una delle funzionalità che rende guitarLayers unico tra i software che generano shapes e diagrammi per chitarra e a cui il programma deve il proprio nome.
I layers, o livelli, sono degli strati sovrapponibili sulla tastiera tramite i quali visualizzare, e quindi sovrapporre, strutture come scale, accordi, arpeggi o anche singole note. I layers funzionano più o meno come avviene in tanti programmi di grafica o foto-ritocco che, tramite i livelli, permettono appunto di ottenere immagini composite mediante sovrapposizione di altre immagini.
Sovrapposizioni: l’armonia diventa visuale
In che modo può tornarci utile sovrapporre shapes di scale o accordi o arpeggi su una stessa fretboard? La risposta a questa domanda deriva da un concetto fondamentale che ha a che fare con la natura stessa della musica e che il team di guitarLayers, fatto da musicisti e didatti professionisti, conosce molto bene.
Se è vero che quando suoniamo utilizziamo mattoni fondamentali come singoli gradi, intervalli, triadi, arpeggi, accordi e scale, è altrettanto vero che questi elementi devono essere messi in relazione tra loro in base a un insieme di leggi che comunemente conosciamo come armonia.
Ed è proprio questo il punto: guitarLayers attraverso i Layers, e una serie di automatismi ad essi correlati, permette di sovrapporre strutture al fine di metterle in relazione visuale reciproca sulla tastiera e quindi rappresentare graficamente concetti armonici.
Possiamo quindi creare relazioni grafiche e visuali che ci aiuteranno a visualizzare le regole armoniche sulla tastiera riducendo il gap che esiste tra quello che conosciamo in teoria e quello che poi riusciamo a visualizzare effettivamente sulla tastiera, in tempo reale, e quindi a a suonare.
Se questo concetto può essere immediato e quindi scontato per un pianista non lo è altrettanto per un chitarrista a causa della disposizione non lineare delle note sulla tastiera della chitarra.
Facciamo un esempio: supponiamo di voler suonare una scala maggiore di Do e poi dover passare a una scala maggiore di Fa, in tempo reale, durante un solo, a causa di un cambio armonico. Il chitarrista, in genere, farà affidamento su alcune delle shape che conosce per ciascuna scala, mentre il pianista penserà semplicemente alla nota di differenza tra le due: un Si naturale che diventa Si bemolle. Cambia solo una nota!
Se per il pianista questo è molto semplice e chiaro da visualizzare sulla tastiera per noi chitarristi tutto ciò non è così immediato: le shape a prima vista appaiono come percorsi digitali differenti e non correlati tra di loro anche quando differiscono per poche note.
La figura seguente mostra le due scale (C maggiore bianca, F maggiore arancione) sovrapposte con guitarLayers su una stessa porzione di tastiera e rende evidente quale nota cambia e quali note siano in comune tra le due succitate scale, rendendo visuale sul manico quello che ci era chiaro solo in teoria.
Ancora oltre, guitarLayers non solo ci consente di effettuare la sovrapposizione e visualizzarla in vari modi, ma con un semplice click ci permette di visualizzarla in tutte le altre porzioni di tastiera ricalcolando automaticamente le shape dei due livelli: lavoro quest’ultimo che fatto a mano richiederebbe una ingente quantità di tempo che ora può essere investito più utilmente nella pratica sullo strumento.
Chiarito il concetto, non ci resta che passare in rassegna alcune possibilità concrete di utilizzo dei layers che consentono di semplificare la vita al chitarrista in termini di minor numero di informazioni da ricordare, di risparmio di tempo, di memorizzazione delle shape stesse.
Sovrapposizioni Scala-Scala
Le sovrapposizioni tra una scala e un’altra permettono di mettere in relazione due scale sulla tastiera al fine di rendere immediata la transizione e il collegamento da una all’altra mentre si suona. È sempre più frequente nei brani che suoniamo imbattersi in cambi armonici che ci costringono a dover cambiare continuamente le scale su cui improvvisare durante l’esecuzione di un solo.
GuitarLayers ci viene incontro in maniera egregia a studiare in questa direzione.
Tramite il software possiamo impostare una scala per ogni accordo di una progressione modulante e visualizzarne la sovrapposizione per valutarne la posizione reciproca su una stessa porzione di tastiera. In questo modo non saremo impreparati all’arrivo del nuovo accordo mantenendo, quindi, continuità melodica e fluidità.
La figura seguente mostra un esempio di applicazione delle sovrapposizioni allo studio della nota progressione II -7, V7, Imaj7 su cui decidiamo di utilizzare una scala Dorica di Re sull’accordo minore settima e una scala superlocria sull’accordo di dominante.
È possibile notare: i percorsi delle due scale, le note in comune tra le due scale, le note di differenza (che in questo caso coincidono con le alterazioni dell’accordo di dominante) che danno il senso del cambio e quindi sono note guida su cui orientare il fraseggio.
Se immaginate di poter applicare il concetto a qualsiasi tipo di progressione si voglia studiare, vi rendete conto che gli scenari di applicazione sono pressoché infiniti.
Sovrapposizioni Scala-Accordo e Scala-Arpeggio
Creare relazioni visuali scala-accordo è una consuetudine tra i chitarristi di ogni genere in quanto permette di memorizzare meglio le shape e avere dei punti di riferimento certi sulla tastiera. Anche in questo caso guitarLayers ci viene incontro con una serie di funzioni ed automatismi che ci sorprendono.
Oltre ad avere la possibilità di creare una sovrapposizione scala-accordo in una porzione di tastiera e ricalcolarla con un click sulle rimanenti posizioni (12 posizioni verticali, una per ogni tasto!), il software permette di trovare automaticamente tutte le posizioni di rivolto e drop dell’accordo esistenti all’interno della shape della scala in questione.
In maniera analoga è possibile operare con gli arpeggi per creare automaticamente diagrammi che permettono di visualizzare i chord-tones a cui fare riferimento quando si vuole suonare una scala e dare il giusto peso alle note dell’accordo.
Layers e funzioni associate
GuitarLayers permette di sovrapporre fino a otto livelli, di default l’app ne ha attivi solo due. Agendo sui comandi del pannello dei layers è possibile creare nuovi livelli (+), eliminare livelli (-), spostare in alto o in basso ogni livello con le apposite frecce (< >), renderlo invisibile o visibile (bottone bordeaux quadrato), modificare il colore dei pallini che saranno depositati su un layer.
Dai menù “Layers” è possibile accedere alle funzioni di spostamento di un livello e di copia di un livello su un altro livello o su un’altra tastiera, utilissime in molti casi per accelerare il flusso di lavoro.
Particolarmente degno di nota ci è sembrato l’automatismo legato al tasto [Ctrl] quando su due layers sono attivi vincoli verticali: “Vertical Shapes” per scale e arpeggi o “Vertical Area” per gli accordi (approfondiremo i vincoli di guitarLayers in un’apposita puntata).
Tenendo premuto [Ctrl] e selezionando i bottoni “Frets” è possibile simultaneamente spostare la sovrapposizione lungo tutta la tastiera come mostrato nel video seguente. Davvero notevole!
In conclusione
I Layers e gli automatismi a essi associati, introducono una marcia in più nello studio di scale, accordi, arpeggi, intervalli e nella conoscenza della tastiera: si può affiancare allo studio statico delle strutture, lo studio della loro evoluzione dinamica durante l’esecuzione di un brano.
Tutto questo, associato al fatto che su ogni livello si dispone in tempo reale dei comandi per creare le strutture, comuni o custom, editarle, rivoltarle, vincolarle e sagomarle sulla tastiera in infinite possibilità (approfondiremo questi aspetti nelle prossime puntate) fa di guitarLayers un software imprescindibile per allievi, docenti o musicisti che vogliano trovare il proprio suono esplorando sistematicamente le infinite possibilità con cui le note possono essere combinate sulla tastiera.
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