Arriviamo a Kosice, in Slovacchia, dopo un viaggio molto più lungo del previsto!
Lavori in corso, deviazioni e chi più ne ha più ne metta, sembra che abbiamo beccato la rivoluzione infrastrutturale dell’est europa per tutti i disagi stradali incontrati fin’ora…
Il locale è probabilmente il più piccolo incontrato finora, all’interno di un centro culturale (Kulturpark K13) molto bello, tra l’altro realizzato con i fondi della comunità europea. Una struttura nuovissima, confortevole e accogliente.
Il backstage è molto carino, c’è un bagno privato direttamente all’interno, con una cabina doccia ampissima oltre alle brandine per riposare. Che fortuna!
Come di consueto prepariamo le nostre cose durante il soundcheck dei The Rasmus in modo da essere prontissimi e veloci quando finiranno loro e sarà il nostro turno.
Lo staff è disponibilissimo ma, a mio avviso un po’ confuso. Iniziamo a fare il check ed il fonico di palco va a dare una mano ad altri per posizionare le transenne fronte palco, cosa piuttosto fastidiosa visto che i pezzi che suoniamo nel check (2 di solito) servono proprio per fare gli ascolti e se non c’è nessuno che li controlla e segue le nostre indicazioni su spie/in-ear… è solo una perdita di tempo!.
Tuttavia finiamo in tempo in ogni caso, io oggi sono stanchissimo, è esplosa la sinusite e la schiena accusa i viaggi. Grazie a Dio ci sono le brandine, prendo una tachipirina e mi sparo un’oretta di sonno/riposo.
Arriva il nostro momento, saliamo sul palco e, quasi per magia, non sento più la stanchezza, né i malanni vari che mi porto dietro. Il palco è sempre la cura migliore!
“
Non ci sono tantissime persone e, vista la capienza della venue, se l’aspettava anche la produzione. I circa 150 presenti però – devo ammettere che è un numero spiazzante dopo tante sere con più di 1000 persone – sono attivissimi e veramente calorosissimi.
Suonare per loro è un piacere enorme.
Finisce il live e saluto una mia amica di Popoli che fa la ballerina proprio a Kosice (Silvia Borsetti), venuta con il compagno per salutarci. Facciamo due chiacchiere e ci confrontiamo su come la figura dell’artista in generale sia completamente diversa (in positivo) lì rispetto all’Italia.
Dispiace essere così critici, ma determinati trattamenti e sensibilità verso noi artisti, in Italia non esistono. Dura accettarlo, soprattutto perché siamo in un contesto dove davvero non c’è il minimo spiraglio di interesse.
Ricordate delle brandine? Benissimo, ci offrono l’alloggio per la sera e decidiamo di accettarlo, d’altronde sempre meglio di mettersi in viaggio di notte e dormire qualche ora nel furgone!
È ora di mettersi a letto, dopo aver mangiato però un pò di pizza che Mauro e Finch (usciti un attimo) hanno riportato indietro. Con lo stomaco in pace e tanta stanchezza chiudiamo gli occhi e settiamo la sveglia alle 6.
Domani siamo a Budapest, è già sold-out e ci saranno quasi 3000 persone.
Aggiungi Commento