Il mondo delle scale è vastissimo e può richiedere letteralmente anni di studio per essere padroneggiato tanto a livello teorico quanto sullo strumento, va da sè quindi che i validi sostegni nell’apprendimento di questo materiale siano sempre di grande utilità per chi non si accontenta di grattarne semplicemente la superficie.
Da oggi noi bassisti abbiamo un valido supporto in questa sfida grazie al metodo “Scale Colour System“, firmato da Alex Lofoco, musicista eccezionale la cui straordinaria abilità non sarà sicuramente nuova a chi ha seguito le sue lezioni di basso elettrico. Il manuale si propone di colmare quel gap che rischia di svilupparsi tra teoria e pratica utilizzando appunto un sistema di colori per applicare in maniera efficace il materiale appreso sulla tastiera dello strumento.
IL SISTEMA DEI COLORI
Perchè i colori? Perchè il processo di messa in pratica di materiale teorico su uno strumento musicale comporta inevitabilmente una componente visuale. Inoltre, siamo perfettamente abituati a procedere per diteggiature, benchè sia il caso di sottolineare una volta in più quanto queste non debbano essere il fine del lavoro ma uno dei mezzi per raggiungerlo; da musicista affermato, Alex conosce benissimo questo fattore e non si limita dunque a fornirci un semplice approccio tecnico ma, come vedremo più avanti, correda il tutto con il necessario approfondimento teorico.
Come possiamo vedere nell’immagine, il sistema dei colori è peraltro concepito per progressioni di toni e semitoni, e non per semplici spostamenti, tasti e dita da utilizzare. Un dettaglio che può sembrare trascurabile ma non lo è affatto, in quanto racchiude in sè il fine di cui sopra, ossia eseguire del materiale teorico (le scale in questo caso) in maniera consapevole e non semplicemente “a spanne”. La tentazione di sgusciare dall’approccio di conoscenza delle note e delle varie concatenazioni di intervalli che costituiscono una scala è sempre forte, ma nessuno meglio di uno strumentista esperto e preparato può riconoscerne il rischio.
Il procedimento per blocchi di toni e semitoni associati a colori si dimostra sin da subito intuitivo e facilmente applicabile a chi ha una conoscenza musicale e strumentale di base, ma sono certo che un sistema così user-friendly sia quanto mai utile anche a chi si avvicina allo studio e alla pratica dello strumento.
INTRODUZIONE ALLE SCALE
Una volta introdotto l’approccio del sistema dei colori, Alex procede con un approfondimento in principio generale, ma successivamente più specifico, sul concetto di scala e sulle sue particolarità. La frase di Andres Segovia citata all’inizio del primo capitolo è emblematica: la pratica delle scale musicali rappresenta realmente un ottimo metodo per accrescrere il proprio livello tecnico; non di meno, come già anticipato, si tratta di un processo che va portato avanti con la dovuta consapevolezza nei confronti di quali note stiamo suonando, e soprattutto perchè le stiamo suonando.
In tal senso questo primo capitolo è più che utile, in quanto parte dalla fondamentale definizione del sistema occidentale a 12 note e inquadra, col prezioso supporto del Circolo delle Quinte (che verrà affrontato in maniera dettagliata poco più avanti), le tipologie di scala che saranno oggetto del metodo: eptatoniche, pentatoniche e il gruppo delle scale simmetriche, ossia le diminuite, le scale per tono e le cromatiche.
Fondamentale anche la definizione di ciò che, assieme ovviamente alle note, costituisce tutte queste forme, ovvero gli intervalli. In questa fase è importante familiarizzare il più possibile con nomi e alterazioni, perchè saranno parte integrante del bagaglio di informazioni che seguirà nei capitoli successivi; ma niente paura, tutto è descritto in maniera pratica e dettagliata nel più che comprensibile inglese dell’autore.
SCALA MAGGIORE: POSIZIONI E MODI
Dall’origine di tutto, quella scala di Do maggiore imparata il più delle volte meccanicamente in età scolare e trasformata negli anni nell’anglosassone (e più ermetico) C, prende il via questo viaggio di teoria e pratica a colori. Iniziamo finalmente a familiarizzare col sistema dei blocchi, al quale Alex ci introduce prendendo spunto dalle ben note posizioni in base al numero di tasti utilizzati nella diteggiatura.
Ecco dunque le applicazioni di colori rosso, blu e giallo nel tradizionale approccio a un dito per tasto, mentre il colore verde (che implica una progressione per due toni congiunti) è qui riservato alla cosiddetta diteggiatura stretched, nella quale la mano copre ben cinque tasti per ogni corda. Il tutto è come sempre rappresentato in maniera intuitiva ed efficace, e il metodo risulta immediatamente applicabile sullo strumento, approccio peraltro consigliato in tutte le fasi di studio, trattandosi di un metodo di teoria applicata.
Non poteva mancare il ricco approfondimento sui modi della scala maggiore, descritti e rappresentati in maniera molto dettagliata e anch’essi sottoposti alla “cura” del sistema dei colori e nelle relative varianti tecniche possibili.
IL CIRCOLO DELLE QUINTE
Il perfetto esempio di connubio tra contenuto teorico e rappresentazione grafica che troviamo nel Circolo delle Quinte non poteva non essere uno dei cardini di questo metodo. Nel capitolo a esso dedicato ne troviamo il fondamentale supporto di procedimento, che integrato nel sistema di Alex ci consente di applicare in maniera ancora più ordinata l’approccio a blocchi di colore alle altre tonalità e soprattutto di schematizzarne le relative diteggiature su tutta la tastiera.
Molto importante anche l’approfondimento relativo al concetto di note enarmoniche, a volte trascurato e più frequentemente causa di piccole confusioni in coloro che approcciano il materiale musicale dal punto di vista teorico.
LE SCALE MINORI
Prendendo spunto dal Circolo delle Quinte, che ci introduce al concetto di tonalità relativa minore, si passa quindi ad affrontare le tre varianti di scala minore, con particolare riferimento alle melodica e armonica, in quanto non già analizzate tra i modi della scala maggiore a differenza della minore naturale (o modo eolio). Salta immediatamente all’occhio la presenza di due nuovi blocchi di colore: arancione, che somma un blocco da un tono e mezzo a un altro da un semitono, e viola, che viceversa prevede in sequenza un blocco da un semitono e uno da un tono e mezzo.
Anche in questo capitolo si approccia ai contenuti nelle due diteggiature standard e stretched, e l’analisi dei modi delle due tonalità minori espande il materiale a disposizione in maniera notevole. Di nuovo, non ci troviamo di fronte a un semplice prontuario di diteggiature: ogni scala è descritta dettagliatamente nella sua costituzione e proposta sempre come parte di un contesto generale di riferimento.
SCALE PENTATONICHE, ALTRE FORME E COLORI
Esaurito il vasto panorama delle scale a sette toni si passa infine alle possibilità rimaste, partendo da quella non meno importante della pentatonica, la quale si avvale del già utilizzato colore rosso (un tono) e del nuovo colore grigio, che rappresenta il blocco da un tono e mezzo nella resa a sistema di questa forma di scala. Assieme alle altrettanto fontamentali e utilizzate scale diminute (per tono-semitono e per semitono-tono), vengono poi sviscerate scale particolari come quella per toni interi e la cromatica, forse quella che più di tutte si presta al lavoro di conoscenza delle note su tutta la tastiera.
CONCLUSIONE
In coda al manuale troviamo alcuni ulteriori contributi di importanza fondamentale, a cominciare dall’utile riepilogo dei blocchi di colore, ordinati in questa pagina a seconda della quantità di note che vengono suonate per ciascuna corda. La sezione Glossario (non inganni la posizione all’interno del manuale) rappresenta una vera e propria appendice nella quale tutti i concetti chiave del manuale vengono messi in ordine e riassunti.
Da non trascurare infine la Bibliografia, all’interno della quale le fonti didattiche di artisti moderni come il grande Jaco Pastorius e Allan Holdsworth si affiancano a testi di stampo decisamente classico e che offre quindi ulteriori spunti di apprendimento.
Il mio giudizio personale è estremamente positivo, benchè partissi già consapevole di avere tra le mani un metodo ideato da un formidabile bassista che è anche un profondo conoscitore dell’aspetto teorico e (cosa niente affatto secondaria) un ordinatissimo cultore dell’elemento tecnico: queste tre componenti, a mio avviso fondamentali se ci si vuole esprimere ai massimi livelli come musicisti, insegnanti e performer, si rispecchiano ampiamente in “Scale Colour System“, che consiglio con convinzione a chi desidera ampliare la propria prospettiva sull’argomento rendendo più efficaci tutti gli approcci strumentali.
In attesa dei volumi successivi, il secondo dedicato ad arpeggi e accordi e il terzo riguardante meccanica e tecnica, questo metodo entra a pieno diritto a far parte dei miei testi didattici di riferimento, con la consapevolezza dell’enorme potenziale beneficio che potrò trarne come bassista e come musicista.
Il manuale è disponibile per l’acquisto a partire da oggi, per tutti i dettagli suggerisco di visitare la sezione Shop del sito web di Alex Lofoco.
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