HomeRecording StudioRecording Studio - Test & DemoUna scheda audio da studio alla vostra portata

Una scheda audio da studio alla vostra portata

Annunciata al Namm del 2018, la Presonus Studio 1824 è una scheda in formato rack con una dotazione on board di tutto rispetto e con un rapporto qualità/prezzo molto appetibile soprattutto per la fascia di utenza che vuole un piccolo studio in casa.

Annunciata al Namm del 2018, la Presonus Studio 1824 è una scheda in formato rack con una dotazione on board di tutto rispetto e con un rapporto qualità/prezzo molto appetibile soprattutto per la fascia di utenza che vuole un piccolo studio in casa.

Questa nuova serie sostituisce la precedente serie Audiobox e parte già molto bene con le schede di fascia entry level, di cui questa fa parte, continuando poi con le sue sorelle maggiori, ovvero la serie Studio 192 e la serie Quantum

Considerazioni Estetiche

Su questo lato abbiamo poche cose da argomentare, il form factor è quello di un’unità rack molto poco profonda, costituita da due lamiere principali di colori celeste e grigio, tipici del marchio. Punto a favore va alla scelta di mantenere il trasformatore di alimentazione esterno allo chassis, così in caso di problemi elettrici non dovrete mandare in assistenza la macchina, bensì solamente sostituire l’alimentatore.

Punto non a favore è, invece, la mancanza di alette estraibili, anche se chiamarlo punto a sfavore è abbastanza critico da dire; vengono messi a disposizione dei piedini in gomma per poggiare la scheda su una scrivania e a fronte di questa comodità Desktop addicted non ho compreso il perché non rendere le alette estraibili.

Il display principale funziona bene e permette una visione dei livelli accurata e ben illuminata, oltre questo vanno aggiunti anche i tasti retroilluminati da quello di accensione fino ai vari controlli di mute, mono e gestione dei preamplificatori messi sul pannello frontale.

Presonus Studio 1824

Considerazioni Tecniche

La Studio 1824 è la top di serie della linea Studio USB, monta on board ben otto preamplificatori microfonici della tipologia Xmax, 6 messi sul lato posteriore mentre i primi due sono sul lato anteriore; il pannello frontale permette di controllare la Phantom e la possibilità di bypassare il preamplificatore per i primi due canali, i restanti controlli sono quelli per il mute, per il mono e per gestire i gain di tutti gli otto preamp e le due uscite cuffie.
Le restanti uscire sono per il master clock, le uscite S/Pdif, MIDI, Adat e otto uscite analogiche, il tutto terminante con le uscite principali per i monitor.

La dotazione è completa e pronta per rispondere a quasi tutte le esigenze di un home studio, forse un po’ retrò l’utilizzo delle porte MIDI dato che oggigiorno è quasi tutto sotto protocollo USB, avrei forse preferito qualche porta Adat in più (come sulla sua sorella maggiore Studio 192).
Per le specifiche complete ti rimando al sito principale di Presonus.

Presonus Studio 1824

Considerazioni Sonore

Andando per gradi, valuteremo adesso i diversi aspetti di questa scheda audio, ovvero:

  • Preamplificatore
  • Convertitore
  • Interfaccia utente

Preamplificatore

Un primo test che ho fatto è stato collegando direttamente una chitarra e un basso all’entrata strumento, per la precisione:

Per quanto riguarda la gestione dell’input strumento, il preamplificatore si comporta abbastanza bene, dando buono spazio al range delle medie e delle basse frequenze, risultando un suono decisamente caldo e non troppo frizzante. Ti allego le analisi di spettro avvenute con il basso:

Analisi di spettro, basso con pickup al manico (sx) e ponte (dx)

Analisi di spettro, basso con pickup al manico (sx) e ponte (dx)

Qui invece vediamo quelle della chitarra:

Analisi di spettro, chitarra pickup ponte

Analisi di spettro, chitarra pickup ponte

Ho fatto una seconda prova facendo un loop di entrata e uscita da uno degli out della scheda e rientrando in due dei preamplificatori, utilizzando un file audio registrato precedentemente con altra strumentazione.

Il risultato avvenuto è stato decisamente piacevole, il preamplificatore Xmax restituisce un sound decisamente caldo, molto ben definito e senza risultare eccessivamente invadente. Ho testato a livelli crescenti per controllare la presenza di rumori di fondo di qualche tipo, ho cominciato a notarne un po’ superando il 7 di gain; non contento ho testato successivamente su un sm57 e ho avuto lo stesso risultato.

Promosso sul lato preamplificatori, sono ben fatti e permettono di lavorare molto bene.

Convertitore

Il convertitore di questa scheda mi ha piacevolmente stupito, è una tecnologia proprietaria diPresonus quindi non ho informazioni inerenti al chip che gestisce la conversione, ma la quantità di volume è decisamente buona e la resa sonora è più che efficace per delle esigenze da piccolo studio.
Non è espressamente un convertitore top di gamma ma per la sua fascia fa bene il suo lavoro e non mi ha fatto rimpiangere una scheda più blasonata, per avere di meglio la spesa da fare è decisamente più alta, quasi il doppio se vogliamo contare una scheda che abbia anche lo stesso numero di preamplificatori microfonici.

Ho effettuato una serie di ascolti, tra cui:

Collegato alle mie casse Esi Unik 08 Plus, tutti i suoni sono risultati abbastanza equilibrati, forse non a livelli di eccellenza quando si prova ad ascoltare qualche composizione acustica o di musica classica ma, come detto in precedenza, non stiamo parlando di una scheda di fascia alta, il tutto è ben più che tollerabile.

Interfaccia Utente

L’interfaccia di controllo della scheda audio prende il nome di Universal Control, l’installazione della scheda, e il suo aggiornamento sono al limite del banale e risulta essere facilissimo effettuare quasi ogni operazione di controllo, ha inoltre dei suoi template personalizzati da poter usare in Presonus Studio One, molto comodo da questo punto di vista.

La parte grafica è alquanto scarna, ma rimane funzionale e responsiva quanto basta per permettere un workflow più che dignitoso.

Presonus Universal Control

Latenza

Qui non abbiamo troppe cose da dire, la latenza permette di lavorare senza scendere troppo a compromessi con il buffer size, non è così tragico da parte di una scheda audio “entry level”, perchè comunque utilizza ancora il protocollo USB 2.0. Ci sono altre schede che utilizzano l’USB 3.0 e il Thunderbolt, ma hanno costi ben più alti.

Vi faccio vedere i risultati dal roundtrip fatti con Studio One 4, qui quello della 1824:

Presonus 1824 - Latenza

Clicca per ingrandire

Qui quello della Maschine MK3:

Presonus 1824 - Latenza Maschine MK3

Clicca per ingrandire

Uscita Cuffie

Il test di questa sezione della scheda audio è stato effettuato con le cuffie più precise che avevo, ovvero le Avantone MP1, però questa scheda può pilotare buona parte delle cuffie in commercio.
L’ascolto è in linea con schede audio della stessa fascia (Focusrite Scarlett ad esempio) o di fasce leggermente superiori (Arturia Audiofuse), per avere un salto di qualità considerevole è consigliato un amplificatore cuffie esterno, ma per la fascia di prezzo rispetta le mie aspettative.

Considerazioni Economiche

In questo caso la sfida è molto ardua, la studio 1824 ha un prezzo di vendita che oscilla tra le 500 e le 600 euro, dipende dal venditore, in questo caso i prodotti sono tantissimi e differiscono abbastanza l’uno dall’altro, vediamo un pochino di avversari della stessa fascia:

  • Steinberg RT4
  • Focusrite Clarett 4 Pre
  • Zoom UAC-8

La Studio1824 è una scheda completa dal punto di vista delle connessioni e dei canali, permette di poter lavorare bene con un costo decisamente ristretto; è consigliata sia come prima scheda audio che come ausiliaria in caso registriate più di 4 canali contemporaneamente, pur non facendo parte di quelle interfacce a latenza ultra-bassa visto che è ancora ancorata allo standard USB 2.0

Presonus Studio 1824

Considerazioni Finali

Pro

  • Convertitore di buon livello
  • Preamplificatori molto “warm”

Contro

  • Il line solo per i primi due canali anteriori

Presonus è un marchio distribuito da Midi Music.

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