La maggior parte delle band o artisti guadagna principalmente dai concerti, è la prima fonte di reddito che va a riempire, a seconda dei casi, dal 60% al 99% il paniere delle entrate.
Il digitale e il revenue sharing non garantiscono ancora un adeguato introito, mentre la vendita di CD o Vinili (così come il resto del merch) può darvi delle soddisfazioni anche sulla coda lunga, ossia vendere in maniera costante e non solo sull’immediato (come ad esempio per l’uscita di un nuovo album).
Oltre a questi due modi, ce ne sono molti altri per far ingrossare la vostra cassa comune, per poi poter investire in strumentazione o per comprarsi un pulmino nuovo.
Vediamo quali sono quelli economicamente più convenienti:
IL CD, IL VINILE, IL MERCH
Ho inserito in un unico punto queste tre categorie perché si stanno assottigliando sempre di più i confini tra il merchandising e il CD. E’ molto difficile che il vostro pubblico vi ascolti (ancora) con il compact dentro il lettore; molto probabilmente vi ha scoperto su YouTube e ha confermato il suo interesse su Spotify/Deezer (leggi “SEO Per Musicisti“). A questo punto può acquistare il CD al vostro concerto oppure online, stessa cosa per il Vinile, magari creando un pacchetto regalo con una T-Shirt.
OK: costi contenuti, perfetti ‘souvenir’, il vinile fa fico e la maglietta può aiutarvi nella promozione.
KO: per il merch dovete ben razionalizzare i costi, il vinile ha poco margine di guadagno, mentre il CD lo vendete quasi esclusivamente se fate i concerti.
STREAMING E DIGITAL DOWNLOADS
Qualche anno fa ho pubblicato una ricerca su quanto dovrebbe vendere un musicista per guadagnare 1.200 Euro al mese, tecnicamente, solo per lo streaming, dovrebbe totalizzare ogni 30 giorni 31.000 ascolti su Deezer, 60.000 su Spotify e oltre 220.000 views su YouTube = il famoso value gap. Lo streaming però è semplice ed economico da organizzare ed è il nuovo modo di ascoltare musica.
OK: costi favorevoli, vendita diretta (tramite BandCamp), rendiconti analizzabili
KO: il ritorno per ogni singolo ascolto è bassissimo, è difficile entrare nelle playlist (leggi anche “Come Fare per Entrare nelle Playlist Di Spotify“)
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CONCERTI: BRANI ORIGINALI vs COVER vs CONCERTI CASALINGHI
Dobbiamo riconsiderare anche il concetto di live inserendo (e stimolando) la pratica dei concerti casalinghi, meglio conosciuti nel mondo anglosassone come house concerts. Potete organizzarli a casa vostra, in sala prove o da un ospite (spesso un vostro fan). Se decidete per l’ingresso libero dovete far poi passare il cappello, sennò mettete un ‘Up To You’ alla porta: dovete anche decidere quale percentuale prendete voi e quale va all’host. Gli house concerts sono ottimi nelle date off oppure per presentare nuovo materiale; non dimenticatevi di portare i CD, i vinili e un po’ di merch.
OK: i brani originali stringono un forte legame con il pubblico che tende ad acquistare CD e merch, mentre con le cover di ottiene un cachet migliore e date più facili da trovare.
KO: con i brani originali è difficile organizzare un concerto e difficile convincere il pubblico che non vi conosce; con le cover non vendete merch e il pubblico non si appassiona più di tanto su ‘chi siete’.
CROWDFUNDING
Come ci ha detto Giovanni Gulino di MusicRaiser: “Il crowdfunding sta diventando sempre di più una sorta di filtro con il quale si dimostra di essere in grado di raggiungere determinati obiettivi grazie a un consenso popolare acquisito“. Esistono e resistono ancora utenti e giornalisti che ‘trollano’, ma la pratica si sta oramai diffondendo come comportamento e non solo come novità. Detto questo, fare una campagna di successo non è affatto facile e garantito.
OK: massimo coinvolgimento dei vostri fan, quindi ottima idea promozionale; possibilità di generare più di quanto si è chiesto.
KO: c’è ancora chi vi indicherà come ‘accattoni che chiedono elemosina’, serve molto impegno nel gestire una campagna.
ENDORSEMENT
Se la vostra band ha un pubblico ben preciso, affezionato, presente e che partecipa, potete coinvolgere un’azienda interessata a promuovere i suoi prodotti sul quel target. Può essere anche una extra settore, come ad esempio abbigliamento o accessori; meglio ancora se produce strumenti, cercando soprattutto nella start-up bisognose di farsi conoscere oppure aziende piccole e locali che vogliono espandere i proprio confini. La strategia deve essere quella di mostrare il marchio o il prodotto in più occasioni possibili: audio, video, foto attraverso Instagram, Twitter, YouTube, Facebook, Newsletter, etc. Se è la prima volta potete proporre un periodo test di 3 mesi per vedere i risultati, ma se lavorate bene il prossimo endorsement sarà a pagamento.
OK: vi pone su un piano più professionale, ottimo rientro economico, prodotti buoni per realizzare contest con il proprio pubblico.
KO: cercare, contattare e convincere aziende porta via molto tempo; la vostra fan base deve essere necessariamente popolosa e attiva.
Nel prossimo articolo:
- Le royalties / diritto d’autore: meccaniche, dai concerti, digitali
- La sincronizzazione
- Cover: utilizzo master
- Turni in studio / Lezioni / Tutorial su YouTube
- Lavoro autorale per conto terzi
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