Abbiamo scambiato quattro chiacchiere amichevoli con i Supersonic Blues Machine e Kenny Aronoff in attesa di Mr. Billy Gibbons e signora (a questo link l’intervista al Reverendo).
Forse l’avete già sentita dalla voce roca di Billy Gibbons nell’intervista da poco pubblicata, la storia della nascita della band qui la racconta Fabrizio Grossi, che è il personaggio chiave della vicenda, trait d’union per vari artisti della scena rock e blues americana.
Grazie all’attività come produttore, autore e bassista a Los Angeles è stato in grado di creare una rete di rapporti con i migliori chitarristi della scena, sfruttata ora sapientemente per rendere ancora più stimolante la proposta della sua creatura, Supersonic Blues Machine, arrivata al secondo album.
Il socio n.1 di Fabrizio è un volto molto noto soprattutto ai batteristi, cioè quel Kenny Aronoff che è da qualche decennio uno dei più gettonati dietro a cassa e rullante di grandi rockstar come John Mellencamp, John Fogerty e cento altri.
Ci racconta dell’evoluzione della sua carriera in veste di conferenziere, scrittore o anche protagonista di documentari.
Essere uno dei sessionman più gettonati della storia non è più una garanzia quando i budget delle produzioni calano sempre più e il musicista intelligente è in grado di adattarsi al cambiamento, articolando e diversificando la sua attività.
Professionismo è anche questo.
Personaggio chiave della nuova lineup è Kris Barras, ex lottatore professionista e nome emergente del rock-blues britannico, strumentista aggressivo e con buone doti vocali, impegnato a mantenere la sua posizione centrale in un palco che si riempie spesso e volentieri di fuoriclasse come Billy Gibbons, l’ospite di questa tournée.
Accanto a lui il serbo Serge Simic, simpatico chitarrista e cantante molto noto in patria, impegnato da tempo nell’affiancare Grossi come autore. Arruolato velocemente come seconda chitarra, completa il sound della band con la sua Les Paul e una consistente presenza di palco.
Manca all’appello dell’intervista Alex Alessandroni Jr, figlio dello storico collaboratore di Ennio Morricone e residente losangeleno da decenni, presente qui come semplice tastierista dopo aver lavorato con personaggi del calibro di Whitney Houston, Christina Aguilera, Pink o Jovanotti.
Nascosti sul lato del palco abbiamo rubato un paio di scatti anche alle chitarre di Barras e Simic, rispettivamente una Fender Telecaster Custom Shop con cassa in frassino e pickup Bare Knuckle e una Gibson Les Paul del 1978 con manico in acero. A ognuno il suo!
Ringraziamo la Mascot Label Group e in particolar modo il gentilissimo Pat Scalabrino, sempre disponibile ad aprirci le porte del loro nutrito roster di artisti.
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