Pioniere del fingerstyle e della didattica per chitarra, Giovanni Unterberger porta la Lizard anche in Cina e USA.
È il 1979: Giovanni Unterberger riceve la proposta di scrivere un libro didattico, con brani originali, su un genere poco conosciuto in Italia, il ragtime. Lo stile pianistico antenato del jazz è infatti tornato di moda, dopo l’uscita del film La stangata, con il memorabile “The Entertainer” di Scott Joplin.
Per realizzare il libro, occorre tradurre su chitarra uno stile prettamente pianistico, inoltre è necessario insegnare la tecnica del fingerpicking al lettore per prepararlo. Giovanni raccoglie la sfida e il suo Metodo per chitarra ragtime & fingerpicking, pubblicato nel 1980, sarà il primo manuale di chitarra acustica moderna prodotto e stampato in Italia con composizioni totalmente inedite.
Un caso editoriale, un grosso successo, che darà vita a una collana di libri sulle tecniche della chitarra moderna e, dal 1981, all’Accademia Musicale Lizard.
Oggi la scuola fondata da Giovanni può vantare una storia di oltre 35 anni, circa 90 libri pubblicati e più di 60 sedi affiliate sparse per tutto il territorio italiano, senza contare le nuove sedi in America, Cina e Spagna.
Come è iniziato il tuo percorso di studio della chitarra acustica?
Mi sono appassionato allo strumento grazie al mio primo maestro e amico, Luigi Fiumicelli, che mi fece conoscere i chitarristi della scuola britannica degli anni ’60: Bert Jansch, John Renbourn, Gordon Giltrap, i quali facevano capo a un’etichetta che si chiamava Transatlantic.
Mi procurai tutti i dischi dell’etichetta e mi appassionai a questo genere di musica. Quando iniziai a suonare, libri e spartiti non ce n’erano: bisognava fare tutto a orecchio e questa è stata una grande palestra per sviluppare l’orecchio musicale; inoltre ha reso il tutto molto più divertente, più gratificante, perché quando finalmente scopri come funziona un brano, in quale posizione sono presi gli accordi, le note, quando lo capisci da solo, ogni volta sai di aver conquistato un nuovo traguardo.
Poi sono andato varie volte a Londra per incontrare i miei ‘eroi’ e ogni volta tornavo con un pacco di cassette registrate con le loro esecuzioni, che poi riascoltavo a casa.
Qual era la cosa più difficile quando ti cimentavi con lo strumento?
Molti brani li imparavo dai dischi e la cosa più difficile era capire quale accordatura veniva usata, perché questi chitarristi avevano scoperto il mondo meraviglioso delle accordature aperte. Così ho dovuto imparare a riconoscere il suono delle corde a vuoto: queste hanno una risonanza più lunga, continuano a suonare anche insieme alle altre note, quindi sono riconoscibili. Perciò, dopo aver ascoltato un brano varie volte, riuscivo a ricostruire l’accordatura di base.
Quando hai scoperto l’esistenza delle accordature alternative?
Purtroppo solo dopo un po’, per cui i primi tempi diventavo matto, credendo che tutto fosse fatto con l’accordatura standard.
Ci puoi raccontare la genesi del tuo primo libro didattico, uscito nel 1980, l’ormai famoso Metodo per chitarra ragtime & fingerpicking?
Facevo il dimostratore al SIM, il Salone Internazionale della Musica a Milano, e lì mi presentarono Fabio Boccosi, che da poco era diventato direttore delle edizioni Bèrben. Lui mi disse: Abbiamo una grande richiesta di ragtime. Te la senti di fare un libro su questo genere musicale?
Risposi di sì senza rendermi conto di quello che stavo dicendo, perché all’epoca del ragtime avevo solo sentito parlare, conoscevo pochissime cose. Tornato a casa scoprii che il ragtime era quasi esclusivamente un genere pianistico.
E il Metodo andò benissimo…
Fu un successo editoriale, tant’è vero che proposi a Boccosi di affidarmi la direzione di una collana interamente dedicata alla musica moderna, non solo alla chitarra acustica ma anche agli altri strumenti che, soprattutto nel rock, stavano sviluppando tecniche nuove, spesso virtuosistiche, che in Italia erano ancora sconosciute.
Lui accettò, io ripresi i contatti con i migliori musicisti che avevo conosciuto e feci la prima collana didattica italiana dedicata alla musica rock.
La Lizard è stata fondata in quel periodo, 1981, giusto?
La Lizard è nata prima come etichetta discografica, per realizzare i dischi che venivano inseriti nei libri. Poi, siccome dopo un paio d’anni cominciarono ad arrivare molte telefonate di persone che avevano comprato i libri e chiedevano di potersi specializzare, di prendere lezioni dagli autori dei libri – quindi non solo da me ma anche da Giacomo Castellano, Lorenzo Forti, Paolo Amulfi ecc –, a quel punto pensai di estendere l’attività della Lizard facendola diventare anche una scuola.
Presi in affitto la Villa Bandini a Fiesole e lì nacque l’Accademia Lizard. I nostri allievi venivano da lontano, da tutte le parti d’Italia.
Ci parli delle scuole Lizard che stanno nascendo in Cina?
Qualche tempo fa, siamo stati contattati da una società cinese intenzionata a portare nel proprio paese una seria didattica nel campo della musica moderna. Hanno scelto noi perché eravamo gli unici ad avere un sistema di franchising strutturato ed ‘esportabile’; oltre che per la credibilità che il marchio Lizard ha raggiunto negli anni.
Cosa puoi raccontarci delle altre scuole Lizard all’estero?
In Spagna è partita una sede molto bella a Madrid, diretta da Marco Ciargo. Prossimamente inizieranno la loro attività due scuole negli Stati Uniti, dirette da Simone Giuliani: una a Santa Monica, vicino a Los Angeles, l’altra a New York.
Sono scuole pilota, come quelle di Shanghai e Madrid, che a loro volta genereranno altre sedi.
L’intervista completa di Luca Masperone è pubblicata su Chitarra Acustica n.7/2018.
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