Lunedì 25 giugno si è tenuta l’Assemblea Generale dei Soci del Nuovo IMAIE, riportiamo oggi le parole di orgoglio e speranza del Presidente di Note Legali, Andrea Marco Ricci.
Per i pochi che non lo sapessero, il Nuovo IMAIE (Istituto mutualistico Artisti Interpreti o Esecutori) è la collecting che gestisce i diritti connessi degli artisti (interpreti o esecutori), il suo compito è amministrare e ripartire ciò che viene chiamato “equo compenso“, cioé quanto dovuto agli artisti per la diffusione, comunicazione, trasmissione e riutilizzazione delle registrazioni fonografiche da essi eseguite e delle opere cinematografiche o assimilate da essi interpretate (artt. 73, 73 bis, 80, 84, 180 bis Legge sul diritto di autore n. 633/41 c.d. LDA).
La parola “Nuovo” prima di IMAIE non è casuale. Perchè il “vecchio”, chiamato solo IMAIE, non funzionava granché bene, per usare un eufemismo… Il gap di organizzazione e raccolta delle informazioni era a dir poco enorme.
Andrea Marco Ricci è stato uno dei primi a sollevare la questione, grazie alle richieste in un grande artista italiano, Massimo Varini, che lo sollecitò sul problema nel momento in cui si rese conto che veniva trattato meglio e con maggior criterio all’estero che nel proprio Paese.
Da quel momento si è avviato un processo di riforma che è giunto alla costituzione, nel 2010, del Nuovo IMAIE.
Arriva quindi oggi un accorato discorso tenuto da Andrea Marco Ricci in Assemblea, dove si ripercorre il cammino fatto sinora e si guarda ovviamente agli sviluppi futuri. Vi riportiamo qui alcuni stralci, mentre per leggere il discorso integrale andate alla pagina ufficiale su facebook.
“10 anni e mezzo fa nell’atrio di una scuola di musica nella quale insegno, ho incontrato un chitarrista professionista, Massimo Varini, che mi ha detto: ‘come mai incasso regolarmente dalla Spagna e da IMAIE non ho mai visto una lira?’
Mi informai e scoprii che IMAIE non aveva che l’1% delle informazioni dei cosiddetti comprimari della musica e che peraltro, la quasi totalità di essi non solo non avesse mai incassato un euro, ma non sapesse neanche di averne diritto o addirittura che cosa fosse IMAIE.
D’accordo con l’allora Direttore Generale, la nostra associazione iniziò a fornire le grafiche dei supporti fonografici attestanti la partecipazione degli artisti e una banca dati contenente le informazioni utili a effettuare la ripartizione dei compensi raccolti, secondo campi concordati con gli uffici.
A dicembre del 2008 stesso anno, i primi musicisti comprimari da noi rappresentati ricevevano i loro compensi…nel tempo avremmo fornito i dati di oltre 150.000 fonogrammi…“
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“Nel settore musicale, infatti, viviamo una continua frammentazione e contrapposizione. Sia nell’associazionismo (quante associazioni che ci sono!), sia in altri tavoli democratici rappresentativi si veda in SIAE, in AFI.
Anzi, non era affatto scontato. Abbiamo perso negli anni il senso di appartenenza e di partecipazione a quelle stesse strutture, nostre, nate per tutelarci. C’è chi non ha creduto in questo percorso di cambiamento, è stato diffidente, e ha dato una risposta diversa al comune disagio presente in categoria, ottenuta la liberalizzazione, ha fondato la propria collecting o si è rivolto a chi aveva già fondata la propria, dimenticandone storia e provenienza o è andato via sbattendo la porta, gridando a inesistenti scandali.“
[…]
“INSIEME siamo riusciti a trasformare l’eredità e la nomea di un pesante fallimento in un successo in 5 anni, perché abbiamo avuto un merito che supera ogni altro, di sapere fare squadra. Facciamoci un applauso.“
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