Prendete un batterista decisamente beat-oriented, un tastierista alle prese con la sua creatura, un sintetizzatore chiamato Samchillian Tip Tip Tip Cheepeee, e lasciateli liberi di inventare musica in uno studio di Brooklyn: ne ricaverete un album sorprendente quale Sculptures, ultimo lavoro firmato da Aaron Comess.
Noto per il groove solido e personale esibito come batterista al servizio di Spin Doctors, Joan Osborne, James Maddock, Rachael Yamagata e altri, Comess ha già all’attivo diversi lavori solisti in trio e quintetto, oltre a far parte del collettivo di improvvisatori Air Conditioned Gypsies.
Con Sculptures il musicista texano inaugura una nuova formazione, dedita – come gli altri progetti a suo nome – a creare ed eseguire musica strumentale dalla forte vocazione melodica, in questo caso incentrata sul suono inusitato del Samchillian (sorta di master keyboard alfanumerica in grado di suonare accordi o fraseggi melodici, come anche di far partire campionamenti ritmici, eccetera…).
Fondamentale quindi l’apporto all’album di Leon Gruenbaum, inventore di uno strumento capace di generare suoni ariosi ed evocativi, a sostegno dei quali Aaron Comess stende i suoi groove binari, in alcuni casi volutamente grezzi e dritti (come in “Dogs”), in altri decisamente asimmetrici, fantasiosi e ‘mossi’, un po’ alla Chris Dave maniera (“Sculptures”, “Wacky”).
Ma questo delle improvvisazioni a due è solo un aspetto di un album a tre facce, che grazie all’aggiunta di Grey McMurray alla chitarra elettrica, di Oli Rockberger al Fender Rhodes e di John Davis al basso si arricchisce sia di momenti quasi folk rock (“Berlin” e “Falling Leaves”, con Comess impegnato anche alla chitarra acustica) sia di brani dalla struttura più elaborata (“Soundcheck-Oceans”, The Beast” o “The Pink Room), tutti comunque caratterizzati da parti batteristiche mai scontate e dal drumming sempre molto musicale del leader.
Da ascoltare!
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