Compatta e abbastanza leggera da viaggiare assieme alla chitarra, la pedaliera Cerberus di NUX offre un pacchetto appetitoso quanto sobrio, puntando tutto sulla qualità analogica delle distorsioni e sulla possibilità di gestirle separatamente dalle modulazioni. La gestione è affidata a un processore velocissimo e non manca la possibilità di memorizzare i propri preset. Ci è piaciuta non poco.
Cronache di un test annunciato. Quando entri in studio e scopri che i chitarristi presenti si informano con discrezione sul prezzo dell’oggetto in prova con l’espressione di chi fa mentalmente i suoi conti, preparando anticipatamente una scusa plausibile per mogli e fidanzate, le antenne iniziano a vibrare.
È bene approfondire…
Davanti a me tre paia di orecchie dotate di sufficiente esperienza per giudicare un suono senza troppi condizionamenti, tutti impegnati ad esprimere apprezzamenti per la compatta pedaliera al centro dell’attenzione.
È l’ultima creazione di NUX, giovane marchio orientale che si distingue nella mischia per la qualità di vari prodotti, fra cui la nuova pedalboard Cerberus.
La capacità di massimizzare i vantaggi offerti da un’intelligente unione di analogico e digitale si riflette nelle prestazioni non indifferenti di questa macchina, che offre veramente tanto soprattutto in relazione al prezzo.
Il rapporto con la concorrenza è vantaggioso anche per le dimensioni molto contenute (32 cm di lunghezza, 1,26 Kg), tali da permettere il trasporto nella tasca di una gigbag di buona qualità a fianco di una notevole robustezza.
Cominciamo sottolineando che Cerberus non offre modelli fisici e repliche virtuali di strumenti o effetti alcuni. È una vera pedaliera multieffetto tradizionale con una doppia anima, analogica quella di Overdrive e Distorsione, digitale quella di Delay/Riverbero e Modulazioni.
Il bello – ed è una delle caratteristiche chiave – è che le due sezioni si possono usare separatamente sfruttando il cosiddetto “metodo dei 4 cavi”.
Avendo a disposizione input e output separati per le due sezioni, infatti, è possibile ad esempio andare dritti nell’input dell’amplificatore con Drive e Distorsione, collegando invece gli effetti di modulazione e ritardo all’FX loop. In alternativa, si possono mantenere le due sezioni in serie, inserendo a piacere anche i propri pedali esterni. Elasticità massima.
Nel modo Manual è come avere davanti quattro pedali separati con la possibilità di assegnare la selezione fra Delay e Riverbero o tra i due tipi di Modulazioni al quinto switch in linea, Ctrl, lo stesso che può azionare il boost o il tuner interno.
Un pedale di espressione (opzionale) è assegnabile dal pannello posteriore.
La limitata quantità di suoni offerta dalla casa nella modalità Preset è sintomatica della filosofia alla base del progetto, che punta tutto sulla pratica funzionalità e sulla qualità della materia prima. Sono solo 16 i suoni “precotti”, lasciando un’abbondanza di memorie a disposizione dell’utente per conservare i propri settaggi.
Il filmato in cui il nostro Alberto Lombardi si dà da fare con l’abituale perizia per tirare il collo (e ne ha tre, notoriamente…) alla pedaliera è stato realizzato collegandola direttamente all’input di un amplificatore valvolare. Le sezioni interne sono utilizzate in serie, overdrive e distorsore prima delle modulazioni e ritardi.
Un grosso pregio di Cerberus è la possibilità di variare il routing di alcuni suoi componenti. In particolare, nella sezione analogica possiamo utilizzare Overdrive e Distorsore separatamente, oppure unirli scegliendo tra due opzioni in serie e una in parallelo. La notevole qualità del circuito analogico permette di passare da un lieve crunch dinamico a ululati stellari con il minimo sforzo, da una calda saturazione al suono più tagliente.
È notevole, ad esempio, il timbo cantabile e pieno di sustain ottenuto anteponendo Overdrive al Distorsore, ma c’è tanto da scoprire anche mettendoli in parallelo andando a simulare la classica situazione in cui il suono della chitarra viene splittato su due ampli diversi.
Aggiungendo magari un pizzico di riverbero o delay e una spruzzata di modulazione c’è da divertirsi non poco.
La sezione Delay contiene anche i riverberi e i due effetti possono essere usati insieme o separatamente sfruttando l’assegnazione del Ctrl switch o azzerando il livello, a seconda della modalità d’uso. In caso di uso combinato è possibile scegliere il routing anteponendo l’uno o l’altro effetto o mettendoli in parallelo.
Anche la qualità degli effetti digitali è notevole e la scelta è fra tipologie di eco 60’s, 70’s ed 80’s, riverbero a molle, hall e plate, con differenze avvertibili in termini di calore o brillantezza. Particolarmente apprezzabili, a mio avviso, il sapore simul-analog del delay in stile 70’s e la morbidezza del riverbero Hall, ma il resto non è da meno.
La funzione tap tempo permette di regolare il ritmo delle ripetizioni agendo sullo switch dedicato in un range che va da 125 a 1500ms.
La sezione di Modulazione si divide fra 3 tipi di chorus (più denso e scuro SC, più netto ed evidente ST) e altri tre effetti separati, da sfruttare anche contemporaneamente ai chorus.
Molto suggestivo il carattere roteante in stile Univibe dell’effetto UV, buono il phaser, versatile ed efficace il tremolo.
Il Cabinet Emulator si attiva automaticamente collegando delle cuffie o manualmente per mezzo del tastino apposito sul top. Questo diventa particolarmente utile a seconda del collegamento esterno, considerato che la simulazione di cabinet è attiva sul solo Output 2 dell’uscita stereo.
Grazie alla funzione IRL – Impulse Response Loader – è possibile caricare con il software dedicato modelli di cabinet proprietari o di diversa provenienza.
Si tratta di un oggetto dalle caratteristiche e dalle prestazioni professionali che viene offerto a una cifra concorrenziale, adatto particolarmente a chi non ama i suggerimenti della casa e preferisce affidarsi al proprio estro e a una serie di tranquillizzanti manopole. Evidenti i vantaggi offerti da un processore a bassissima latenza e dall’alta qualità della conversione.
Gli accoppiamenti fra riverbero/delay e tra le due tipologie di modulazioni, così inquadrati per economizzare lo spazio, richiedono un minimo di tempo per abituarsi alla gestione, ma a parte questo abbiamo avuto difficoltà a trovare difetti nella pedaliera.
La parola d’ordine è flessibilità e in effetti Cerberus permette l’interfacciamento con quasi tutto il possibile, dai pedali analogici a processori MIDI, con tutte le opzioni aperte dai futuri upgrade via software.
Un punto evidente di forza è la possibilità di utilizzare l’unità come una coppia di pedali indipendenti ed è una delle cose che ci ha lasciato un buon sapore di elettronica “amichevole”.
Da tenere seriamente in considerazione accanto a prodotti di brand molto più noti e celebrati.
Maggiori informazioni dal distributore italiano Frenexport Spa.
Nel test sono stati usati i microfoni Shure PGA181 e SM57 e un amplificatore Mezzabarba 101.
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