Si è spento lo scorso 3 febbraio a 65 anni Leon “Ndugu” Chancler, batterista, session man e produttore, noto soprattutto per aver registrato nel 1982 le tracce di batteria su tre brani di Thriller di Michael Jackson Thriller: “P.Y.T.”, “Baby Be Mine” e, soprattutto, la fortunatissima “Billie Jean“.
Leon Chancler era nato a Shreveport, in Luisiana, l’1 luglio del 1952 e aveva iniziato a suonare la batteria intorno ai 13 anni; mentre frequentava le scuole superiori a Los Angeles ebbe modo di suonare con Willie Bobo e con il sestetto jazz di Harold Johnson.
Iscrittosi al corso di Music Edication alla California State University, entrò a far parte della Gerald Wilson Big Band e suonò tra gli altri con il pianista Herbie Hancock e il trombettista sudafricano High Masakela. Da allora le sue collaborazioni in ambito jazzistico si moltiplicarono e Ndugu (in Swahili fratello) fu al fianco – dal vivo o in sala d’incisione – di Miles Davis, Freddie Hubbard, Joe Henderson, Eddie Harris, Harold Land, Bobby Hutcherson.
Una carriera all’insegna del jazz, presto affiancata da significative esperienze come session man (George Duke, Patrice Rushen, Hubert Laws, The Crusaders, Frank Sinatra, Weather Report, Lionel Richie, Kenny Rogers, John Lee Hooker…) e dalla presenza della sua batteria su numerosi brani candidati ai Grammy Awards.
Non meno ricco di soddisfazioni il suo percorso come compositore: oltre ai brani dei suoi due album da solista (Ndugu and the Chocolate Jam Co. e Ndugu Chancler) val la pena ricordare che fu co-autore di un grande successo di Santana, “Dance Sister Dance” (dall’album Amigos del 1976), di “Reach For It” di George Duke e di “Let It Whip” della Dazz Band.
Tra le sue produzioni si annoverano album di Flora Purim, Bill Summers, Toki, Santana, Joe Sample, Wilton Felder, Tina Turner, Ernie Watts…
Non meno numerose le colonne sonore in cui Chancler ebbe modo di suonare come batterista o percussionista: tra le altre quelle dei film Ufficiale e gentiluomo, Proposta indecente e Il colore viola.
Assai attivo negli States come clinician per le aziende che gli fornivano i suoi strumenti (da poco per le batterie era passato da Yamaha alla Sakae, piatti Paiste, percussioni Toca, bacchette Vic Firth, pelli Remo e microfoni Shure), Ndugu era Assistant Professor di batteria e percussioni alla USC, University of Southern California, faceva parte dello staff della Eastern Illinois University e insegnava ai Jazz Workshop della Stanford University e della Fondazione Thelonious Monk Foundation.
Tantissime le testimonianze di stima e cordoglio apparse sulla Rete alla notizia della scomparsa del batterista e compositore statunitense (peraltro sono ancora ignote le cause della morte).
Tra le più sentite quella del batterista dei Roots, Questlove, che a proposito del drumming di Ndugu su “Billie Jean” parla di una performance solo apparentemente semplice, ma che è in realtà qualcosa di senza tempo, “come un tuxedo o un jeans e una T shirt bianca“.
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