HomeMusica e CulturaDischi & LibriDuetti e duelli nel nuovo album di Tommy Emmanuel

Duetti e duelli nel nuovo album di Tommy Emmanuel

Da Mark Knopfler a David Grisman, da Jorma Kaukonen a Jake Shimabukuro, la celebrata chitarra di Tommy Emmanuel si confronta con una quindicina di artisti di grande fama in un lavoro eterogeneo e a volte sorprendente in cui la classe del musicista è messa in dovuto risalto senza mai perdere di vista il rispetto per il collega di turno.

Un album di questo tipo ha già nelle premesse un obiettivo artistico limitato dalla varietà del repertorio e del tipo di musicisti, ma va ad appagare senz’altro la sete dei numerosissimi fan di Emmanuel, che riesce a piazzare qualche canzone dal potenziale non indifferente soprattutto per il pubblico della country music moderna.

Tommy Emmanuel

L’alternanza è fra episodi di puro virtuosismo in jam basate sulla magia dell’interplay con strumentisti di livello altissimo e momenti dedicati alla melodia, alla canzone, coerentemente con la personalità di un artista che non è mai stato un semplice virtuoso.

In attesa di un nuovo disco dedicato alle sue composizioni originali, l’ennesima dimostrazione di energia ed eleganza da parte di uno dei maggiori protagonisti della scena chitarristica contemporanea, meritevole anche per il continuo lavoro svolto nel riproporre artisti e musiche a rischio estinzione.

Si inizia con la classica “Deep River Blues” in duo con Jason Isbell, giovane astro in crescita nel settore country-rock, con le due acustiche alle prese con il fingerpicking tradizionale nel cavallo di battaglia di Doc Watson.
“Song and Dance Man” prosegue in direzione affine con il mandolino e la voce celebrata di Ricky Skaggs, ragazzo prodigio nel bluegrass e poi stella di Nashville, con armonie vocali da manuale e atmosfere più che rilassate.

È più frizzante “Saturday Night Shuffle” con il 77enne Jorma Kaukonen e la calda armonica di Pat Bergeson, uno strumentale swingante e gustoso, seguito immediatamente dopo dalla vorticosa “Wheelin’ & Dealin” con la chitarra elettrica del rampante J.D.Simo che si produce in fluidi e gustosi assolo in un confronto al fulmicotone con l’acustica di Tommy.

Tommy Emmanuel e David Grisman - Accomplice One

Tommy Emmanuel e David Grisman

L’amore per lo swing risalta nel classico ellingtoniano “C-jam Blues”, giocato amichevolmente con un David Grisman in piena forma al mandolino e l’asso del flatpicking Bryan Sutton. Una quantità di finezze e molto divertimento in uno scambio di cortesie che fa battere il piede a ritmo.

La famosissima “(Sitting on the) Dock of the Bay” è l’ennesima dimostrazione della bravura di J.D.Simo, qui alla slide. Nell’omaggio a Otis Redding i due si alternano nel canto e nelle rifiniture con una cover energizzata da una ritmica originale. È evidente il divertimento di Emmanuel quando si trova davanti il partner giusto.

“Borderline” è addirittura un vecchio successo di Madonna recuperato per un duetto con la violinista e cantante Amanda Shires, una country-pop ballad che non aggiunge nulla al valore dell’album se non per aumentarne il potenziale radiofonico.

Tommy Emmanuel e Frank Vignola

Tommy Emmanuel e Frank Vignola

Il personaggio di spicco fra gli ospiti è senz’altro Mark Knopfler, che condivide i microfoni con Tommy nella swingante “You Don’t Want to Get You One of Those” senza ombra di virtuosismi, ma con il gusto evidente dei due vecchi leoni e un tocco di crooner-style senza fronzoli.

Clive Carroll è un quarantenne chitarrista acustico erede di una vasta genia di grandi strumentisti britannici e qui si presta all’episodio dall’intro più eterea, “Keepin’ It Reel”, che si evolve presto in fraseggi e ritmiche tipici della musica celtica con citazioni da arie e danze ben note.

Divertimento puro l’episodio suonato (e recitato in video) con Rodney Crowell, star della country music a fine anni ottanta. Il filmato di “Looking Forward to the Past” in abiti western con tanto di duello e Colt 45 è da non perdere per chi si vuole gustare Emmanuel in un contesto anomalo.

Tommy Emmanuel

Quanti chitarristi hanno interpretato “Purple Haze” dopo Hendrix? La cover è costruita qui in una jam con il funambolico Jerry Douglas, da vari decenni top-gun del dobro. Il livello dell’esecuzione dei due strumentisti è chiaramente molto alto, con momenti di pura esaltazione per ogni vero amante del genere.

“Rachel’s Lullaby” è introdotta dalla voce della figlia più piccola di Emmanuel, cui è dedicato il pezzo strumentale e qui la chitarra incontra l’ukulele straordinario di Jake Shimabukuro, sdoganatore universale dello strumento in ogni ambito. Il risultato è una dolce ballad senza sfoggi di testosterone. Molto fine.

Duetti e duelli nel nuovo album di Tommy Emmanuel

© Photo by Alysse_Gafkjen su gentile concessione di Mascot Label Group

L’omaggio a Django Reinhardt non poteva mancare, essendo il suo stile molto amato da Tommy. “Djangology” è una delle composizioni più note del grande chitarrista gitano e l’esecuzione assieme a Frank Vignola e Vinny Raniolo è elegante e rispettosa, piena di delicatezza.

“Watson Blues” è, invece, il secondo episodio condiviso con Grisman e Sutton, uno strumentale scritto dal “papà” del bluegrass, Bill Monroe, e dedicato a Doc Watson. Anche qui vincono lo spirito della jam e il divertimento che nasce quando tre musicisti di questo livello si incontrano sul palco o in studio.

“Tittle Tattle” è uno scambio di blues lick con il chitarrista degli Allman Brothers Jack Pearson, in cui i due strumentisti hanno modo di spaziare dallo stile tradizionale a sapori più jazzistici senza mai perdere il filo del discorso, un po’ logorroico ma sempre ad altissimi livelli.
Bilancia perfettamente nel brano seguente la voce soave della songwriter americana Suzy Bogguss, scelta per chiudere dolcemente l’album con le sue atmosfere sospese e le sonorità celestiali di chitarra e pianoforte in “The Duke’s Message”.

Una scaletta non indifferente – 16 pezzi – per un disco che non porta novità di rilievo ma rappresenta un’ulteriore coronamento nella carriera di questo straordinario personaggio che ha arricchito le scene di tutto il mondo negli ultimi vent’anni, diventando uno dei chitarristi più celebrati nella storia recente dello strumento.

L’album è pubblicato nel catalogo The Player’s Club dalla Mascot Label.

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