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Neil Young “ruba” un suo bootleg da un negozio

È il 1972, l'anno di uscita del capolavoro Harvest, e il cantautore Neil Young si aggira in un piccolo negozio di dischi intento a comprare un po' di album, come qualsiasi altro appassionato.

È il 1972, l’anno di uscita del capolavoro Harvest, e il cantautore Neil Young si aggira in un piccolo negozio di dischi intento a comprare un po’ di album, come qualsiasi altro appassionato.

Intorno agli scaffali vari poster, dai Quicksilver Messenger Service ai Mountain a Joni Mitchell. Sugli scaffali dischi storici ancora sigillati, dai Faces al duo Paul Kantner/Grace Slick.
Young si rivolge al commesso e insieme cominciano a rovistare negli scaffali. Per le mani di Neil passa una copia di un Greatest Hits di Bob Dylan (Bob Dylan’s Greatest Hits Vol. II). 

Poi trova un disco intitolato A Very Stony Evening, una copia non ufficiale di un concerto del ’71 di David Crosby e Graham Nash, suoi compagni di band nel fantastico poker d’assi Crosby, Stills, Nash & Young. Non è certo felicissimo della cosa, poiché all’epoca (ma anche oggi) si trattava di copie messe in vendita contro il volere degli artisti (anzi, a loro insaputa!) e, manco a dirlo, senza corrispondere loro alcun tipo di ritorno economico. 
Oggi li definiamo bootleg, termine con cui abbiamo nei decenni addolcito la pillola per non sentirci in colpa di questa musica piratata. D’altronde, basti pensare che la parola ha origine dal contrabbando d’alcol durante il proibizionismo, indica precisamente qualcosa di rubato e nascosto…

C’è anche un’altro disco, anch’esso non ufficiale. Stavolta su quel disco ci sono anche opere dello stesso Neil, insieme ai colleghi già citati. 
Il negoziante è un po’ imbarazzato, ma a quanto pare dalle sue risposte è solo un commesso e neanche troppo appassionato di musica e non sa bene come replicare…

Neil invece sa benissimo cosa fare. Lascia il primo disco lì, ma il secondo, quello con le sue canzoni, se lo porta via senza pagare. Non gli importa se il commesso chiamerà i poliziotti, quella è “roba sua”.
Non è un furto per lui, è riappropriarsi di quanto gli è stato sottratto e che non deve essere venduto. Come dargli torto?

Neil Young "ruba" un suo bootleg da un negozio

Il bootleg a causa della reazione di Neil Young

Il povero ragazzo è preoccupato di perdere il posto di lavoro, lo insegue. “Parli col mio capo” dice a Neil.
L’artista capisce e acconsente, si torna in negozio.

Il capo risponde al telefono. Da questo capo della cornetta: “Hi, this is Neil Young“. C’è di che sbiancare…
Young è chiaro nelle sue parole. “Lo porto via perché non deve essere venduto“.
La cosa è risolta in un batter d’occhio. Probabilmente questo “capo” è una persona che sa di che artista si sta parlando e decide di non smuovere le acque più del dovuto.

Ultima punta di colore, entra un giovincello con un po’ di cassette 8-track e si mette in fila dietro Neil. Si chiede perché ci sia una telecamera in negozio, non ha minimamente riconosciuto il cantante.

Tutto quello che avete visto non è una verso de Le Iene o Striscia la Notizia del passato, ma è parte di una serie di riprese che l’artista stava girando in quel periodo, alcune delle quali sarebbe confluite poi nel film sperimentale Journey Through the Past.

p.s. per chi se lo stesse chiedendo, la canzone che si sente in diffusione nel negozio all’inizio del video è “Green-Eyed Lady” degli Sugaloaf, segue poi l’album Magical Mystery Tour dei Beatles… però mi raccomando, non scaricateli, non si sa mai che Neil venga a bussare alla vostra porta!

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