Avevamo visto che la scala diminuita nasceva dalla sovrapposizione, a distanza di un tono, di due accordi di settima diminuita (cfr. articoli precedenti). Anche in questo caso possiamo sovrapporre, sempre a distanza di una seconda maggiore, due triadi aumentare e ottenere una scala.
Usiamo per l’esempio proprio la triade di G+, che ci era servita per alterare la quinta al nostro G7 di riferimento:
“
- G+ (rosso) = Sol – Si – Re#
- A+ (giallo) = La – Do# – Mi#(Fa)
“
Sommando le due triadi, otteniamo così la famosa scala esafonica, comunemente nota come Esatonale. Il suo schema costitutivo è: T – T – T – T – T – T
Avendo a disposizione sei suoni che si ripetono a distanza di seconda maggiore, è chiaro che esistono solo due tonalità possibili per la scala esatonale: Do e Do# , in quanto la successiva, Re, non sarebbe altro che la ripetizione del Do.
Chiaramente ognuno dei sei gradi della scala esatonale, essendo equidistante dagli altri, può essere considerato tonica, pertanto, ai fini della nostra analisi, chiamerò i gradi della scala in funzione del loro ruolo nel G7 di riferimento.
- Sol Esatonale : Sol – La – Si – Do# – Re# – Fa
- Tensioni per G7 : 1 – 2 – 3 – #4 – #5 – b7
Possiamo osservare che questa scala ha la peculiarità di creare al suo interno il tritono del settima di dominante 1 · 3 · b7 e di contemplare la 9a maggiore e le alterazioni #11 e #5(b13).
La scala esatonale genera su ogni grado sei triadi aumentate che, applicate al nostro G7, si traducono importando sullo stesso le sonorità delle due triadi costitutive G+ (che fornisce la #5) e A+ (che fornisce 9a, #11 e b7).
Sempre da ogni grado della scala esatonale possiamo ricavare un accordo di settima di dominante in diverse varianti alterate. Facciamo l’esempio solo su un grado e ricaviamo vari V7, considerando la nota G come primo virtuale grado della scala esatonale:
- G7#5(Sol, Si, Re#, Fa)
- G7#11(Sol, Si, Reb, Fa)
- G9#11 (Sol, Si, Fa,La, Do#)
- G9b13 (Sol, Si, Fa,La, Mib)
Da maneggiare con cura…
Il sound della scala esatonale ha da sempre esercitato un fascino particolare su di me e, nel mio immaginario, ho sempre accostato la parola esatonale al concetto di Psichedelia. Utilizzare questa scala sugli accordi di settima di dominante vuol dire in primo luogo avere la volontà di estrapolare il dominante stesso dalla sua specifica funzione.
L’esatonale può aprirci tante strade interpretative sul ruolo dell’accordo e della scala stessa in questo accordo. A mio parere è sicuramente una scala che sul dominante ha un grande potere alterante, ma non trasmette l’abituale sensazione tensiva che siamo soliti aspettarci da un dominante che risolve su un primo grado.
La presenza della nona maggiore può già esserci utile riguardo alla terminologia da usare per definire l’alterazione come b13 o come #5 . Dovrebbe infatti indurci a riflettere sul fatto che non rientriamo esattamente nella casistica dei V7-Im con b9 e b13, in cui avremmo inserito il Frigio maggiore o, volendo esagerare, il Superlocrio (vedi articoli precedenti).
Semmai potremmo essere più vicini alla casistica in cui si utilizza il Misolidiob6 , che ha appunto 9a maggiore e b13. Contrariamente a quanto detto prima, la presenza della #11 è però un campanello d’allarme che ci può portare più vicini ad inserire il V7 in tutta quella casistica di dominanti la cui risoluzione non è poi così netta o che non risolvono affatto, dove l’approccio più utilizzato era Lidio b7 , con la presenza della 9a maggiore e della #11
La verità è che è il sound esatonale stesso a condurci ad una rarefazione tonale tale da permetterci di allontanarci dall’aspetto funzionale dell’accordo su cui lo stiamo utilizzando, conferendo alle nostre linee melodiche una sorta di inaspettato range sonoro “fluttuante”.
Nessuno potrà vietarci quindi di usare l’esatonale anche su un V7-I. Chiaramente, così come per tutte le scale alterate, dobbiamo essere consci che stiamo letteralmente uscendo fuori dalla tonalità e, così come siamo usciti, dobbiamo anche essere bravi a rientrarci!
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