Abbiamo precedentemente osservato che, procedendo per salti di terza, potevamo estendere gli accordi da quattro voci fino alle tensioni superiori rappresentate da 9a, 11a e 13a.
Purtroppo però, per l’accordo di Settima Diminuita (7°) questo procedimento risulterebbe inadeguato, in quanto abbiamo visto che, per la natura dell’accordo stesso (simmetricamente costruito per intervalli di terze minori), qualsiasi salto di terza ci riporterebbe ad una delle note già contemplate nella sua costituzione a quattro voci.
Per questo motivo per costruire le tensioni dell’accordo di settima diminuita si procederà stavolta per salti di seconda maggiore. In pratica non si farà altro che sommare all’accordo di settima diminuita originario un nuovo accordo di settima diminuita, costruito ad un tono di distanza dal primo.
Quindi, per dare le tensioni al G#7° (chiamiamolo pure Ab7°), dobbiamo sovrapporgli l’accordo di A#7° (che possiamo chiamare anche Bb7°), che è costruito, appunto, un tono sopra il G#7° (o Ab7° che dir si voglia).
- Ab7° (rosso) = Lab – Si – Re – Fa
- Bb7° (verde) = Sib – Do# – Mi – Sol
Adesso è chiaro che, non avendo più sette suoni, ma otto a disposizione, sarà più difficile applicare il procedimento (salti di terza diatonici) che avevamo utilizzato per estendere tutti gli accordi non simmetrici. Sviluppando l’accordo diminuito verticalmente, otteniamo infatti un anomalo schema costitutivo a otto suoni = 1 . b3 . b5 . bb7 . 9 . 11 . b13 . b15(o 14?)
Invece, sommando orizzontalmente i due accordi e numerando le note ricavate esclusivamente in base alla fondamentale del G#7° (il nostro punto di partenza per la costruzione delle tensioni), ricaveremo una scala ad otto suoni: Sol#, La#, Si, Do#, Re, Mi, Fa, Sol = 1 . 2 . b3 . 4 . b5 . b6(o #5?) . bb7(o 6?) . b8(o 7?)
N.B. Sicuramente il lettore potrà chiedersi come mai l’utilizzo di tutti quei punti interrogativi. È chiaro che su una scala simmetrica del genere potrebbero nascere molteplici interpretazioni, soprattutto legate alla funzione che la scala stessa può o può non avere nei confronti di un accordo.
Innanzi tutto è evidente, ai fini della notazione musicale, che nell’ambito di un’ottava almeno una nota della scala verrà ripetuta. Poi c’è il problema di quel quasi provocatorio b8. Come possiamo dunque considerarlo? Potremmo intenderlo forse come una settima maggiore o come la fondamentale diminuita?
Dovremmo considerare il bb7 come sesta maggiore (e quindi riconsiderare il b8 come settima maggiore)?
E se così facessimo, non verrebbe meno la natura diminuita dell’accordo di base?
Per quanto mi riguarda, sono tutte riflessioni che lasciano il tempo che trovano e che andrebbero girate alla “accademia della crusca musicale“, se mai ne esistesse una!
A mio avviso, trattandosi infatti di scale simmetriche, dovremmo semplicemente riferirle all’accordo in cui intenderemo utilizzarle, perciò non poniamoci troppo il problema della nomenclatura delle note, anzi manipoliamole, adattandole alle esigenze funzionali dell’accordo.
Quello che invece è veramente importante osservare è che la scala ottofonica ricavata manifesta una regolare successione intervallare di toni e semitoni. A partire dal primo grado, ci si muoverà quindi un tono avanti e si arriverà sul secondo grado; da qui ci sposteremo di un semitono avanti per raggiungere il terzo, e così via, fino a ritornare alla nota di partenza.
Questa scala prende il nome di Scala Diminuita Tono/Semitono ed ha il seguente schema costitutivo:
T- st – T – st – T – st – T – st
Adesso dobbiamo focalizzare l’attenzione sul fatto che questo ragionamento è nato dall’esigenza di fornire le tensioni all’accordo G#7°. Ma, riportando tutto alla nostra indagine sul V7, dobbiamo ricordarci che il settima diminuita non è altro che una possibile sostituzione dell’accordo di settima di dominante.
Da questa prospettiva, quindi, il G#7° (#V7°), da cui è nata la scala diminuita T/st, si trova in una posizione di “sudditanza” rispetto al G7 (V7). Il nostro G7, infatti, continuando a trovarsi un semitono sotto ed essendo esso stesso l’accordo originario, può “beneficiare” della nuova scala ricavata dalla sua sostituzione.
Ovviamente la scala verrà numerata non più a partire dalla fondamentale del 7° (Sol#), ma dalla fondamentale del V7 (Sol).
Essendo a tutti gli effetti un “rivolto” della T/st, a causa dello spostamento un semitono indietro del suo punto d’origine (che sarà adesso il V7), prenderà il nome di Scala Diminuita Semitono/Tono:
st – T – st – T – st – T – st – T
Abbiamo così ottenuto una nuova scala utilizzabile nel contesto degli accordi di settima di dominante.
“
- Sol Diminuita st/T: Sol – Sol# – La# – Si – Do# – Re – Mi – Fa
- Tensioni per G7 : 1 – b9 – #9 – 3 – #11 – 5 – 13 – b7
“
Possiamo osservare che la diminuita st/T presenta contemporaneamente le alterazioni b9 e #9, oltre che b5 (#11).
Le Triadi estratte dalla Semitono/Tono
Per creare momenti altamente tensivi sugli accordi di settima di dominante, è utile suonare le triadi ricavate dalla combinazione delle otto note che compongono la scala diminuita semitono/tono. Se facciamo un rapido calcolo, possiamo estrarre dalla scala st/T di G7 una serie di triadi, tutte utilizzabili sul V7.
Oltre alle triadi maggiori, minori e diminuite, fermo restando che si potrebbero compiere i più disparati processi di creazione di triadi “a tavolino” (costruite quindi con intervalli non comuni), mi sono permesso di includere nell’elenco giù riportato anche la particolare combinazione Tonica, Terza Maggiore, Quinta Diminuita (Quarta Aug), chiamata Maggiore b5, che ho trovato molto utile nelle applicazioni pratiche.
Riflessioni Simmetriche “Diminuite”
C’è da fare una riflessione sulla bellezza della simmetria di questa scala e sugli effetti che questa simmetria produce. Generalmente, parlando di simmetrie sui V7, entrano sempre in causa l’intervallo di terza minore (su cui si costruisce l’accordo 7°) e l’intervallo di quinta diminuita (tritono), attraverso cui il dominante può spostarsi (come abbiamo visto negli articoli precedenti).
Come primo effetto, la simmetria fa in modo che ogni triade ricavata dalla scala diminuita possa spostarsi una terza minore avanti o indietro. Se guardiamo ad esempio la tabella relativa alle triadi maggiori, possiamo facilmente notare come, a partire dal G, tutte le triadi siano costruite a distanza di terze minori.
La stessa cosa vale per le triadi minori e per l’ibrido Mb5.
Ovviamente lo stesso discorso vale anche per le triadi diminuite, ma il ragionamento va duplicato in quanto, come sappiamo, la scala diminuita nasce dalla sovrapposizione di due quadriadi diminuite, e inoltre ogni nota di un 7° può essere considerata fondamentale. Avendo dunque due accordi settima diminuita, abbiamo in tutto otto note “fondamentali” per otto triadi diminuite.
L’altro effetto è determinato dall’intervallo di tritono, attraverso il quale possiamo far muovere una delle tante triadi ricavate. Ogni movimento attraverso il tritono porterà la triade di partenza ad essere sostituita con un’altra triade della stessa specie, anch’essa contemplata nell’elenco delle triadi ricavabili dalla semitono/Tono. Un ulteriore movimento di quest’ultima riporterà alla triade di partenza.
La singolarità sta anche nel fatto che il tritono interesserà solo una coppia di triadi; solo un movimento di terza minore potrà chiamare in causa l’altra coppia.
Ad esempio, muovendomi per quinte diminuite a partire da G, non farò altro che alternare G a Db, fino a quando, muovendomi una terza minore avanti (o indietro), non mi sposterò su Bb o su E; a questo punto saranno queste le due triadi ad alternarsi. Magie del tritono!
Nel prossimo articolo, invece, parleremo della simmetria determinata dall’intervallo di terza maggiore, che divide l’ottava in tre parti uguali, dando origine alla triade aumentata.
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