Può una situazione di politica internazionale, seppur estrema, influire in maniera diretta sul mercato musicale? Questo aspetto è probabilmente ritenuto secondario rispetto ai grandi squilibri paventati di fronte all’eventualità di una “hard” Brexit, il temuto strappo tra Gran Bretagna ed Europa, ma benchè ci siano conseguenze di criticità più ampia e più immediata, alcune delle quali sfuggevoli alla nostra comprensione, troviamo opportuno offrire uno spunto di riflessione sugli effetti che questa separazione potrebbe causare su un mercato di grande interesse per chi ci legge.
Il dato che salta immediatamente all’occhio riguarda la presenza delle band europee ai (non pochi) festival musicali UK: circa un migliaio tra gruppi e artisti provenienti dal continente per esibirsi nelle varie rassegne britanniche metterebbero in dubbio la loro futura presenza in caso di una drastica uscita dall’Europa. Il motivo è semplice: l’obbligo di munirsi di visti di ingresso e documentazione relativa alla propria strumentazione rappresenterebbe nel migliore dei casi una sgradevole incombenza.
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Un numero che di per sè non sembrerebbe particolarmente preoccupante. A renderlo importante è però un dato riguardante gli introiti del mercato dei festival musicali in Gran Bretagna, già in difficoltà da alcuni anni (soltanto nell’estate del 2012 sono stati 57 i grandi eventi cancellati): la partecipazione delle centinaia di migliaia di “turisti musicali” europei alle rassegne britanniche del 2015 ha portato 38 milioni di sterline per i soli acquisti di biglietti, cui vanno aggiunte le 1000 sterline a testa stimate in media per le spese accessorie; un indotto importante, che in caso di rinuncia da parte delle band continentali verrebbe ovviamente messo in discussione. Il danno economico stimato sarebbe quindi a dir poco allarmante: un deficit di 767 milioni di sterline qualora le band europee e i rispettivi fan dovessero disertare del tutto la scena musicale UK.
Di fronte a questa preoccupante prospettiva, risulta assai poco confortante l’ipotesi avanzata da alcuni addetti ai lavori secondo i quali una hard Brexit comporterebbe il riavvicinamento dei tanti appassionati britannici che negli anni recenti si sono rivolti sempre maggiormente verso i festival europei per vivere una soddisfacente esperienza di live music. L’auspicio che coltiviamo è che gli effetti pratici si rivelino ben meno catastrofici di quelli appena descritti.
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