Oggi, 22 aprile, si celebra in tutto il mondo il Record Store Day. Trovo sia estremamente importante supportare i negozi di dischi rimasti, soprattutto quelli che coraggiosamente (nonostante il sicuro aumento delle vendite e la componente modaiola degli ultimi anni) puntano ancora sui dischi in vinile, come mezzo espressivo a 360° della produzione musicale.
Quando dico “espressivo” non mi riferisco alla solita (inutilissima) diatriba sulla qualità audio, ma di una forma che, a mio parere, rende maggiormente merito anche alla componente grafico/artistica di un album. Nonché a tutta una serie di abitudini di vita e rispetto della musica, ma sarebbe lunga parlarne ora…
Troviamo sia importante perché l’acquisto di musica online (in digitale o formato fisico) è un progresso che certo nessuno di noi rinnega, ci mancherebbe altro, né si può negare l’estrema comodità, nel caso di enormi store internazionali, di ordinare un album e vederselo arrivare a casa il giorno dopo.
Ma in tutto questo manca il rapporto diretto col negoziante, che se più esperto di noi sa consigliarci anche su ciò che ci è sconosciuto, che ci dice “ascolta un po’ questo e vedi se ti piace“.
Certo, non sempre è così, ma ancora alcuni di questi luoghi esistono e se si ha la pazienza di cercare, è bello perdere qualche ora libera tra le copertine di dischi, vecchi o nuovi, che conosciamo o meno, e magari tornare a casa stringendo tra le mani il proprio acquisto.
Sono forse sensazioni d’altri tempi oramai, ma così come non si può sempre e solo registrare musica a casa da soli, ma è bello vivere l’esperienza creativa di uno studio di registrazione, così dovrebbe essere nell’acquisto di musica, cercare il proprio negozio di fiducia e frequentarlo così come si frequenta il bar o pub preferito, anche solo per fare due chiacchiere.
Così, approfittando della pausa pranzo e di una splendida giornata di sole nella mia amata città, sono uscito recandomi a uno dei miei store di fiducia. Uno di quelli che quando arrivo con un disco in cassa di solito mi metto a parlare un po’ con chi lavora nel posto, perdendoci tra i percorsi della storia della musica. “Su questo disco suonava Caio, che ha suonato anche con Sempronio, l’hai sentita questa rara registrazione live al…“.
Il Record Store Day nasce proprio per supportare questa cultura, questo legame tra chi vende musica e chi la compra, questi luoghi che non devono essere schiacciati dai maxistore dove puoi comprare un disco o un ferro da stiro con le stesse emozioni. Sono questi i posti dove ti viene ancor più voglia di ascoltare musica e di innalzare un po’ di più la tua cultura musicale.
Così, con qualche idea in testa, si comincia a sfogliare i dischi dedicati al Record Store Day, quelli che il negozio ha scelto nel vasto catalogo di più di 500 album di quest’anno.
Come al solito, si arriva con un’idea e si va con un’altra. Per cui, mentre le copertine si susseguono una dietro l’altra, ecco affacciarsi uno splendido artwork…
Si tratta della prima ristampa ufficiale, sin dal 1973, dell’album Discipline 27-II di Sun Ra. Genere? Bella domanda, se riuscite a definire con una parola Sun Ra siete più bravi di me. Rimettiamoci alla definizione classica, Jazz e Free Jazz. Ma c’è molto di più, c’è tutto un panorama di colori da scoprire.
Il disco è intriso dei “viaggi cosmici” dell’autore, chi non ne fosse a conoscenza sappia che Sun Ra asseriva di essere venuto in contatto con forme aliene già nel 1936, con tanto di teletrasporto su Saturno…
L’album è frutto della stessa sessione del leggendario album Space Is the Place; l’audio è stato riversato dai master tape originali, restaurato e sottoposto al master e cutting da parte di Peter Beckmann.
I dischi che escono per il Record Store Day sono solitamente noti per avere speciali packaging, in questo caso ci si trova di fronte a una riedizione piuttosto basic, ma ben fatta. Si lascia spazio alla musica, a cui si aggiunge l’inserto interno con le note di Francis Gooding e i poemi tratti dal libro The Immasurable Equation dello stesso Sun Ra.
Il vinile è, cosa non da poco oggigiorno, silenzioso, l’ascolto è davvero piacevole, i suoni sono puliti, nitidi, bene a fuoco. Ottima la separazione stereo e la scena sonora gode di una buona tridimensionalità. Bel lavoro insomma, che ci permette di addentrarci all’interno delle pazzie sonore della Astro Intergalactic Infinity Arkestra senza che le nostre orecchie soffrano anche nei momenti di maggiore pathos (e “caos”).
E voi, siete corsi in un negozio di musica per avere una copia degli speciali album usciti oggi per questo Record Store Day? Fateci sapere quali, noi il nostro “sassolino” l’abbiamo buttato!
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