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Eric Gales, il nuovo album e la video intervista per DV Mark

Con lo sguardo finto-truce di un Samuel Jackson e il cuore aperto di un bambino, una voce che pesca nelle migliori pagine della musica nera moderna e una chitarra che non perdona mai, Eric Gales è una vera apparizione fuori del tempo con quel carisma speciale di chi ha conosciuto anche il lato oscuro della vita. 

Con lo sguardo finto-truce di un Samuel Jackson e il cuore aperto di un bambino, una voce che pesca nelle migliori pagine della musica nera moderna e una chitarra che non perdona mai, Eric Gales è una vera apparizione fuori del tempo con quel carisma speciale di chi ha conosciuto anche il lato oscuro della vita. 

Il suo nuovo album è un viaggio nella rinascita di un artista che ne ha viste di brutte e si permette ora di assaporare la postazione conquistata al centro della strada, pronto a iniziare la sua corsa con uno scatto.
Un insieme di faccia tosta e candore assoluto, momenti di grande tostaggine e totale rilassatezza, Middle of the Road dispensa funk & soul fin dai primi secondi e non a caso inizia e finisce con momenti di puro divertimento strumentale.

Eric Gales, il nuovo album e la video intervista per DV Mark

I testi non sono casuali né superficiali come nella media delle produzioni del settore, si parla del rapporto fra un passato doloroso e un presente perfettamente a fuoco, pronti a colpire duro dopo gli anni passati in balia delle dipendenze.
Se ti presentano a 16 anni come il nuovo Hendrix e Carlos Santana quasi chiede di adottarti è difficile non perdersi, anche se sei un ragazzo molto dotato. Quando riprendi i sensi non sei più uno sprovveduto, ma hai le motivazioni e l’esperienza per creare qualcosa di valido mettendo assieme tutte le influenze assorbite fin da ragazzo, come Eric ci ha raccontato personalmente nell’intervista pubblicata poco tempo fa.

Sempre molto convincente anche come interprete vocale, Gales mette assieme tutto il suo ricco bagaglio, pescando liberamente nel repertorio accumulato in anni dedicati allo studio attento di ogni tipo di chitarrista e genere musicale, da Hendrix a Eric Johnson, da Carlos Santana ai maestri del Funk.

Come strumentista non ha pudori, passando da un suono grosso come una casa e imbevuto di riverbero a scarne ritmiche funkeggianti, per poi condire a sorpresa il suo piatto con brevi vampate a base di Whammy Pedal. Il suo fraseggio solista è in generale abbastanza moderno, gonfio e pieno, ma ruvido e sempre pieno di feeling anche nelle canzoni con più potenzialità pop, quelle che, con un pizzico di fortuna, gli apriranno le porte delle radio americane.
Ascoltatele nello streaming completo dell’album, qui di seguito.

In un disco arricchito dalla presenza di diversi ospiti, Gales suona anche il basso, uno strumento con cui sente da sempre una grande affinità.
Tra i momenti da citare la ritmica a suon di wah di “Carry Yourself”, insinuante e melodica al punto giusto, seguita dall’efficace “Boogie Man”, una cover del maestro Freddie King che si evolve fino allo scambio di lick con Gary Clark Jr nel finale.

Colpisce bene il bersaglio “Help Yourself” con una ritmica frizzante e la voce effettata, suonata assieme al giovane prodigio Christone Kingfish Ingram, ma non è da meno “I’ve Been Deceived”, che esce tosta tra riffoni fuzzosi e coretti angelici in un crescendo hendrixiano.
In “Repetition” c’è il fratello maggiore Eugene, autore del pezzo, colui che ha iniziato Eric da ragazzino alla musica e alla chitarra, che qui si gioca un assolone acido e tagliente.

Eric Gales, il nuovo album e la video intervista per DV Mark

Nell’album ci sono anche momenti rilassati e sorprendentemente soft come l’acustica, melodica “Help Me Let Go” o la sensuale “Carry Yourself”,  che rientrano nel complesso quadro di un vero protagonista di quella terra di mezzo che separa i grandi del passato dalle ultime generazioni.
Ancora da ricordare “I Don’t Know”, strutturata sulla performance vocale in stile “beatbox” di Gales che imposta una ritmica funk ben decisa fino a un assolo ispirato e ben tirato.
Chiude la scaletta uno strumentale, quello che Gales descrive come un “groove da chiesa”, ma parliamo delle chiese del sud degli Stati Uniti e “Swamp” è un pezzo frizzante che fa venir voglia di ballare.

Middle of the Road è un album maturo, ben prodotto e pieno di groove, un passo importante per un artista che merita di fare un bel salto di qualità in una carriera che non gli ha ancora fruttato il riconoscimento che i migliori nomi del mondo musicale gli augurano da tempo.

Siamo infine lieti di lasciarvi con la bella intervista che Gales ha rilasciato al marchio italiano di cui è felice endorser, DV Mark, durante la sua ultima visita preso la loro stessa sede; alla guida dell’intervista troviamo il mitico Stefano “Sebo” Xotta.

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