38 anni, chitarrista Rock-Blues, uno dei musicisti più bravi e stimati degli anni ’60: una overdose di eroina lo ha schiantato.
Quello della droga è un problema che ha afflitto Bloomfield da sempre: addirittura, nei primi anni ’70 per quel motivo aveva smesso di suonare.
“Quando hai a che fare con l’eroina“, diceva, “tutto il resto passa in secondo piano, anche la chitarra…”
E così, di colpo, sembravano lontani i tempi gloriosi in cui la sua sei corde impreziosiva la fantastica blues band di Paul Butterfield (primo gruppo elettrico ad accompagnare Bob Dylan nella clamorosa svolta rock del 1965), faceva volare i favolosi Electric Flag o duettava magnificamente nelle Super Session con Al Kooper e Stephen Stills.
Chi lo aveva ascoltato nel 1978 al Greek Theatre di Berkeley nel celebre Tribal Stomp organizzato da Chet Helms non ci voleva credere: ma quello è davvero Mike Bloomfield, l’unico americano a combattere alla pari con Eric Clapton e Jimmy Page nel chitarrismo rock blues? Non è possibile…
Eppure, nonostante questi problemi e un principio di artrite alle mani, Bloomfield voleva ritrovare lo smalto perduto.
Anche per questo, la sua morte è ancora oggi circondata da mistero.
Non solo: la dose di eroina che aveva in corpo non avrebbe potuto permettergli di guidare la sua auto, parcheggiare e poi spirare.
Qualcun altro l’ha trasportato qui già cadavere. Ma chi?
Nessuno, finora, ha mai saputo dare risposta…
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