Domani 8 dicembre è una data molto importante per uno dei nostri più cari amici, Paul Audia, poiché uscirà il suo primo disco solista cui ha lavorato con grande passione nell’ultimo anno e che dagli ascolti che abbiamo fatto in anteprima assicura tanto buon Rock riversato in 5 ottimi brani in cui Paul non solo dà grande prova delle sue abilità chitarristiche, ma, per la prima volta, mette in gioco la sua voce.
Se c’è qualcosa che veramente ci riempie di felicità ed orgoglio in MusicOff è il poter lavorare con dei giovani talenti della musica e vederli crescere, costruire la propria carriera, tagliare dei bei traguardi nel corso della propria maturazione artistica; è questo il caso di Paul Audia, che abbiamo conosciuto anni fa insieme al suo compagno di avventura Matteo Bidoglia in Guitar Tutorials, da cui è nata la collaborazione per molti How to Play di chitarra.
Dopodiché, abbiamo supportato con grande entusiasmo l’uscita dell’album della band Audyaroad, così tanto apprezzato dai MusicOffili e dagli appassionati di musica Rock.
Eccoci quindi al passo probabilmente più coraggioso per un artista, il disco solista, in cui, come dicevamo, Paul non si è limitato solamente a fare cantare la sua 6 corde, ma anche se stesso e con ottimi risultati. L’EP si intitola On Your Skin (Setticlavio Edizioni) e sarà disponibile da domani sui principali store digitali, già prenotabile su iTunes.
Per averne un assaggio, vi proponiamo in anteprima il videoclip della title track già disponibile online, pensiamo che la Musica parli già da sola.
5 brani quindi, di cui 4 inediti ed una particolare versione di “Heaven” dei Depeche Mode, con la chitarra di Audia che avvolge, accarezza, graffia, urla, con riferimenti che vanno da Jeff Beck ad Hendrix ma con suoni ben calati anche nel mondo Rock/Blues contemporaneo.
Ovviamente non abbiamo perso l’occasione per chiedere direttamente a Paul qualcosa su questo EP e sul cammino che lo ha portato alla composizione e registrazione dello stesso.
È stato davvero emozionante per noi seguire l’evolversi della tua carriera, dai primi passi con Guitar Tutorials, passando per Audyaroad e poi ora con questo progetto solista. Cosa ti ha spinto (finalmente) a quest’ultimo passo?
La voglia di poter esprimere con tutto me stesso, la mia personalità e la passione per la Musica. Quando imbraccio una chitarra cerco sempre di comunicare qualcosa; a volte questi mi riesce, altre meno. Questa prerogativa si ripresenta in On Your Skin e conferma che il mio obbiettivo è quello di consolidarmi artisticamente e non solo “chitarristicamente”.
Oltre al tuo ottimo playing la vera novità e che adesso canti, e bene: è stato difficile per te o ti è venuto naturale? Hai dovuto affinare la tua tecnica vocale o è una dote che già coltivavi da tempo?
Non è stato certo facile mettersi in gioco davanti ad un microfono. Ho cominciato a studiare qualche anno fa, ma senza prendere sul serio l’ipotesi di cantare qualcosa di mio. Tutt’ora sto cercando di migliorare la mia vocalità e credo ci vorrà del tempo per ottenere qualcosa di ancora più convincente.
La svolta anglosassone, già ben presente nel tuo sound, adesso è arrivata anche nella lingua. Sappiamo che hai subito guardato all’estero, in particolare ci sembra di capire agli USA. Come ti sei trovato a doverti confrontare con un’altra lingua e sicuramente altri punti di vista nella musica?
Non è facile padroneggiare una lingua “non tua” e sinceramente soffro un po’ questo aspetto. Purtroppo questo genere musicale è difficile da immaginare in italiano e quindi mi è sembrato doveroso proporre l’intero EP in Inglese.
Parliamo di questo EP, come descriveresti brano per brano il “viaggio” a chi ti ascolta per la prima volta, quali curiosità ci sono dietro ogni composizione? E nello stile di ognuno, ci sono dei voluti riferimenti ad artisti che ti hanno ispirato?
Ogni brano ha un’identità precisa, diciamo che ho cercato di spaziare un po’ tra varie sonorità per rendere il lavoro più vario e per confrontarmi anche con stili di composizione diversi.
Accanto a brani più “leggeri”, come “Midsummer Dream” o “Policeman”, in cui è comunque riconoscibile a quale tipo di sound voglio richiamarmi, si trovano tracce più intime, come la title-track “On your skin” o “Diamante”, un pezzo interamente strumentale in cui ho cercato di dar voce direttamente al mio strumento.
Il brano dei Depeche Mode, “Heaven” l’ho scelto perché mi ha sempre trasmesso calore e glacialità allo stesso tempo, caratteristica comune al gruppo Inglese. L’idea era di riproporre il brano non in chiave elettronica.
Manca un vero e proprio “filo conduttore” che leghi fra di loro i diversi brani; questo passaggio, che ritengo sia molto più difficile, proverò magari a proporlo nel mio primo album completo.
Veniamo infine al lato più nerd-chitarristico/audiofilo: che strumentazione hai usato e a chi ti sei affidato per la registrazione ed il mix/mastering?
Ho avuto le idee chiare sin dall’inizio circa la strumentazione da usare. Head Marshall JMP, Fuzz Octavian (Chicago Iron), Free The Tone Ms, sono su tutti i pedali che hanno dato voce al mio sound.
Per quanto riguarda le chitarre, ho usato la mia fedele Fender Stratocaster Special Edition “Candy Apple Red”, la mia Gibson Gold Top, una splendida Gibson “Lucille” e infine una Mykerionos by GS Custom, chitarra dotata di un suono straordinario e marchio che, sebbene sia ancora poco conosciuto, è sinonimo di grande qualità, sia nella liuteria che nel playing garantito dagli strumenti.
L’ EP è stato interamente registrato nello studio di Pino Laudadio e il mastering è stato eseguito dai ragazzi dell’Elephant Mastering di Roma ai quali mando un caloroso saluto.
La line Up della band presenta Francesco “Sbre” Ravasio al basso e Stefano Brizzi alla batteria i quali va un grosso ringraziamento per avermi, finora, supportato e accompagnato in questo nuovo viaggio.
Insomma, credo ci siano tutti gli ingredienti giusti per proporre questo mio primo EP come un primo passo in vista di un lavoro più compatto e completo, in cui magari sarò migliorato non solo dal punto di vista chitarristico, ma anche vocalmente.
E se si parte da una base di questo tipo, noi di MusicOff siamo sicuri che avremo altri grandi risultati in futuro, in bocca al lupo Paul!
Paul Audia Official Website
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