Bentrovati amici MusicOffili, con l’articolo di oggi ho pensato di affrontare un argomento che bene o male, purtroppo, ci ha toccato tutti e ci toccherà sempre: gli imprevisti che si possono verificare prima, durante e anche dopo un concerto o una tournée, e se possibile, come affrontarli.
Fare una casistica in questo caso è assolutamente impossibile, spesso gli inconvenienti sono frutto esclusivamente del fato (sfortuna in questo caso), altre volte di cattiva o superficiale organizzazione. Quando poi le due cose si sommano allora si possono vivere esperienze ai confini della realtà…
Di gran lunga l’inconveniente che può accadere più frequentemente prima di un concerto riguarda la salute, quante volte ci si ammala il giorno prima o lo stesso giorno di un concerto? Tante… se questa cosa succede poi all’estero, magari in un Paese lontano e in un posto dove non è facile trovare una farmacia allora la situazione può diventare davvero fastidiosa.
Oltre al consiglio stile “nonna” di preservarsi e riposare prima di un concerto per evitare, se possibile, inopinati malanni, quello che personalmente faccio soprattutto quando parto all’estero per più giorni, è portarmi una “mini-farmacia” in valigia, per coprire il più ampio numero di eventi sgradevoli; fidatevi è stato utile farlo e ne hanno usufruito spesso anche compagni di band che prima di partire si sentono indistruttibili. Nonostante tutte le precauzioni del caso è successo, una volta dopo il concerto, di dover accompagnare un membro del gruppo in ospedale e passarci tutta la notte, per una influenza curata poco e male.
Altre volte quando penso ad alcuni inconvenienti vissuti on the road li trovo perfino divertenti, è successo per esempio che andando a suonare in Sicilia in treno, un elemento della band si trovava nell’unica carrozza che è stata separata dal vagone principale prima di essere caricata sul traghetto. Ovviamente quella sola unica carrozza era su di un altro traghetto e mestamente diretta verso un’altra città siciliana; per fortuna, nonostante tutto, la sera si è riuscito a suonare lo stesso.
Sono infiniti gli inconvenienti successi durante gli anni prima di un concerto, e la maggior parte delle volte sono accaduti quando dietro un evento non c’era una vera e propria organizzazione e si trattava di veri e propri viaggi su e giù per l’Italia o all’estero. Uno che non dimenticherò mai è quando suonando poco fuori Roma è arrivato al locale mi sono reso conto di aver dimenticato a casa un effetto fondamentale per suonare (purtroppo capita quando si è stanchi e si cambia spesso strumentazione suonando con vari gruppi).
Accompagnato dall’altro chitarrista del gruppo sono tornato indietro sfidando il traffico (ma ovviamente non poteva filare tutto liscio…) e una volta recuperato l’effetto il viaggio per tornare al locale è durato circa 2 ore, perché nell’unica strada percorribile viaggiava davanti a noi un trasporto con carico speciale che non superava i 20 kmh. Sono tornato nel locale giusto in tempo per fare il concerto, senza ovviamente fare sound check e sotto le sacrosante occhiatacce del resto della band.
Gli inconvenienti che possono accadere durante una serata riguardano per la maggior parte gli strumenti, amplificatori, effetti e per noi chitarristi la temuta rottura di una corda. Può succedere che accada, in questo caso ovviamente si deve continuare a suonare come se nulla fosse, anche se bisogna fare un assolo importante, magari cambiandolo ma vietato fermarsi. Il consiglio è portarsi una seconda chitarra pronta all’uso senza dover perdere tempo nel cambio corda.
Più fastidioso è invece quando succede qualcosa agli effetti o all’amplificazione. Mi è successo durante concerti (alcuni anche importanti) di essere abbandonato dalla pedaliera una sera andata in corto circuito. In quel caso ho inserito la chitarra direttamente nell’ampli che fortunatamente disponeva di due canali e riverbero, per cui ho potuto suonare senza troppe difficoltà. Altre volte è successo che valvole di alcuni ampli o effetti a rack digitali di punto in bianco decidono di morire. In quel caso il locale dove si suona in genere dispone (o dovrebbe) di un amplificatore di riserva, nel caso di tournée anche brevi è sempre consigliabile portarsi un amplificatore come “spare”.
Un’altra volta, anni fa, è successo che a morire fosse l’accordatore; questa è di gran lunga la cosa peggiore che almeno personalmente possa succedere durante un concerto, soprattutto se si suona davanti a tanta gente, con una scaletta rock serrata e non si ha l’ascolto per accordare la chitarra senza volume.
In genere per gli inconvenienti audio-sonori ci dovrebbe essere sempre un bravo fonico che li risolve durante il concerto. A volte purtroppo può capitare di non trovare un bravo fonico, altre volte può capitare di non trovarlo proprio…
Sono innumerevoli gli imprevisti che possono accadere durante un concerto e succedono anche gente iper famosa e super professionisti per cui nessuno di noi ne è esentato.
Ricordo che leggendo un’intervista a Jennifer Batten, qualche anno fa, la stessa raccontava di quando durante il solo di “Dirty Diana” in un tour con il Re del Pop, avesse completamente perso il controllo del suono della sua chitarra, che ha cominciato a fischiare tipo effetto larsen; dando uno sguardo dietro le quinte del palco vedeva i tecnici che si sbracciavano e le indicavano di continuare a “suonare”, mentre altri mettevano mano al suo rack di effetti.
Probabilmente, come affermato anche da lei, il pubblico non si è accorto di nulla e la fortuna ha voluto che tutto questo è successo durante un solo. Ovviamente se capitasse a noi comuni mortali l’effetto e le conseguenze potrebbero essere diverse.
Per quanto riguarda il post concerto, beh li superata la fase cruciale e fondamentale della serata, qualsiasi cosa succeda l’ho sempre presa in maniera molto serena, anche il forare una ruota di notte o perdere un aereo per tornare a casa.
I consigli che posso sommessamente suggerire sono semplicemente di prepararsi in maniera professionale per un concerto, piccolo o grosso che sia, pertanto: arrivare fisicamente a posto per quanto possibile, e organizzare la propria strumentazione in maniera scrupolosa il giorno prima, questo soprattutto quando non ci sta un team dietro e un’organizzazione che cura il tutto. In questo caso soprattutto nei viaggi “fai da te” bisogna programmare ogni cosa, compreso calcolare minuziosamente ogni tipo di spesa, per non avere brutte sorprese sul cachet netto finale.
Sul palco il consiglio è sempre quello di cercare di tirare dritto e continuare a suonare come se nulla fosse (ovviamente per quanto possibile e in base a quello che è successo), a volte il pubblico non si accorge di quello che accade e spesso se ne accorge solo perché glielo facciamo notare noi. Poi a meno che non siate Steve Vai, in genere gli occhi del pubblico sono quasi tutti per il frontman, sfruttate questa cosa per aggiustare le cose che non vanno senza “pubblicizzare” più di tanto i problemi.
In ogni caso, quando una cosa ci dovesse andare storta, ricordiamoci sempre che ci sta chi ha fatto concerti anche con una gamba rotta!
Buona musica a tutti.
Francesco Savarese
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