Mentre l’aereo che mi riporta in Italia prende quota, ripenso all’edizione del Musikmesse che mi lascio alle spalle, una fiera rivoluzionata dall’organizzazione in termini logistici e di eventi ad essa annessi; durante il mio girovagare per gli stand ho raccolto diversi pareri tra gli appassionati e gli addetti ai lavori riguardo questa fiera dal nuovo volto, e in quest’articolo cercherò di farne un breve riepilogo.
Una premessa: i tragici fatti recentemente accaduti a Bruxelles hanno lasciato il segno anche in terra tedesca, con controlli e perquisizioni agli accessi della fiera e una massiccia presenza di addetti alla sicurezza in ogni padiglione (sala stampa compresa), ma la musica ha vinto sulla strategia del terrore.
La scelta di variare date e luoghi del Musikmesse rispetto al concomitante Prolight&Sound, l’evento dedicato alla musica live e il broadcasting, ha generato pareri contrastanti, perché se da un lato c’è chi ha apprezzato il trasloco e lo slittamento dell’evento per tutto il weekend, dall’altro c’è chi vorrebbe mantenere la formula precedente, con biglietto unico per le due fiere, al fine di fornire all’appassionato una panoramica del settore a 360 gradi.
Da questa piccola rivoluzione operata dall’ente fiera di Francoforte, chi scrive ha colto che il Musikmesse ha cambiato volto per avvicinarsi di più alla realtà locale: oltre all’apertura ai visitatori (e alle scolaresche) per tutto il periodo dell’evento, un segnale del cambiamento è stato il primo festival correlato alla manifestazione, con un cartellone in cui spiccava Al Jarreau tra una serie di artisti molto noti in terra tedesca.
L’idea di organizzare l’esposizione degli strumenti secondo precise aree tematiche in padiglioni dedicati è stata apprezzata da buona parte degli espositori, e nonostante il ridimensionamento degli spazi, nell’edizione appena conclusa va segnalato il massiccio ritorno dei pianoforti acustici dopo qualche anno di assenza. Peccato per l’alto volume generato in quest’area dalle prove dei visitatori, che ha reso difficile testare le reali prestazioni degli strumenti, un ascolto stancante paragonabile alla “guerra dei decibel” scatenata nel padiglione “Rock Meets Pop“, che ha ospitato le chitarre elettriche e le batterie; viceversa, in altre zone si respirava un’aria molto più rilassata rispetto al passato.
Il nuovo spazio “Business meets Business” nel padiglione 11, dedicato esclusivamente agli affari e ad accesso riservato, mi ha lasciato perplesso, perché se da un lato ha consentito di concentrare al suo interno anche una serie di eventi per gli addetti ai lavori un tempo sparsi in altre aree della fiera, dall’altro ha privato il pubblico della possibilità di osservare e provare le novità di brand molto importanti quali Waldorf, SPL, Fatar/Studiologic, Pearl o Sonor.
Per chi si è lamentato riguardo alla massiccia presenza di brand cinesi rispondo: meno male che anche loro ci sono! Alcune delle intuizioni più interessanti colte all’ultimo Musikmesse dal sottoscritto sono giunte proprio da questi espositori, e un esempio in tal senso sono i pianoforti realizzati dal brand EPiano, dotati di ampi display al posto del leggio dove visualizzare non solo lo spartito, ma anche la diteggiatura, la posizione delle mani o video e immagini a titolo promozionale.
Tra le altre novità, la scelta di Yamaha di collocarsi quest’anno nell’area denominata Portalhaus all’ingresso del padiglione 11: una scelta azzeccata, perché le zone occupate dalla casa dei tre diapason sono acusticamente ben trattate, quindi si sono potuti provare anche strumenti molto particolari come la nuova chitarra TransAcoustic, senza trasferirsi in box dedicati. Come sempre, massiccio il numero di espositori italiani in ogni padiglione: partendo da rinomati marchi come Fazioli o nuove realtà come Dexibell tra i pianoforti, fino agli artigiani specializzati in chitarre, corde e accessori, stompbox, ma anche in emulazioni di organi a modelli fisici o accessori per il tastierista sul palco, il “Made in Italy” in questa fiera è stato ben rappresentato.
Cosa manca al Musikmesse odierno? Si nota l’assenza di un nutrito gruppo di artisti “al top”, che in passato rendevano unico un evento di questo tipo per qualsiasi musicista: brand oggi purtroppo assenti quali Fender, Gibson o Ibanez, per esempio, hanno sempre avuto al loro seguito una schiera di endorser che solo con la semplice presenza tra gli stand calamitavano l’attenzione del pubblico; su questo l’ente fiera dovrebbe concentrarsi interagendo con gli espositori in un prossimo futuro. Il pilota del mio aereo annuncia che stiamo atterrando in Italia: ciao Musikmesse, ci vediamo l’anno prossimo!
I numeri del 2016
Al momento di chiudere l’articolo, l’ente fiera ha divulgato i dati dell’edizione 2016 del Musikmesse e del Prolight&Sound, eccone alcuni: nei sei giorni di apertura, i due eventi sono stati visitati da circa 110.000 visitatori provenienti da 130 paesi (108.409 nel 2015), mentre gli espositori quest’anno sono stati 2.043, provenienti da 60 paesi. Agli oltre 50 concerti del neonato Festival Musikmesse, peraltro allestiti in 30 locali o aree di Francoforte, hanno partecipato circa 20.000 persone; a detta degli organizzatori, il riscontro è positivo e si sta già lavorando alla seconda edizione. L’appuntamento con il Musikmesse e il Prolight&Sound è per i primi giorni di aprile del 2017, e nei prossimi mesi vi terremo aggiornati su date delle due fiere ed eventi previsti nel festival: stay tuned!
New!!! Guarda tutti i video del Musikmesse 2016 nella nostra playlist!
Aggiungi Commento