Ciao MusicOffili, benvenuti a questo nostro secondo appuntamento, oggi e nelle prossime puntate metteremo a confronto due tipi diversi di velocità metronomiche, quella “virtuale” e quella “reale”; per prima cosa, spieghiamo che la velocità è un modo come un altro di interpretare la musica, che, rispetto a tante tecniche, va presa un po’ con le pinze.
Essere veloci ha grandi vantaggi ma anche qualche “svantaggino”. Analizziamo intanto insieme i vantaggi!Eseguire un succoso fraseggio, veloce e preciso, da sensazione di eccitazione, di esaltazione e ci riempie di adrenalina,anche ascoltare soltanto. Se intervalliamo il nostro bel solo melodico, con qualche spruzzata di note, messe a dovere in punti precisi, strategici, qua e la, sicuramente creeremo una dinamica emozionale, per così dire, non indifferente. Infatti metteremmo a confronto momenti più tranquilli a momenti più frenetici, alzando la dinamica dell’ assolo.Un uso sapiente delle dinamiche soliste ci rende variegati e completi. Ovviamente questo è solo un mio pensero personale, poichè ci sono generi e generi e chitarristi che danno lo stesso effetto, andando più lentamente, c’è anche chi riesce a suonare solo “veloce” ed ottiene bei risultati comunque. Ognuno interpreta la velocità nel modo che più ritiene giusto.Altro vantaggio: una buona tecnica ed una velocità sviluppata in modo “pulita e precisa” ci darà più controllo sulle parti meno veloci! Provare per credere! Miles Davis a tal proposito la dice lunga, “spero che la mia tecnica sia sempre più avanti delle mie idee!“Analizziamo insieme adesso gli svantaggi: prima di tutto bisogna fare attenzione a non abusarne, poichè molti di noi chitarristi, ahimè, potrebbero incappare in forti tendiniti. Un esercizio che comprende un movimento continuo e reiterato nel tempo può solo far del male alle articolazioni delle mani. Bisogna stare sempre in campana a non farci prendere da questa sorta di “droga musicale”, chè potrebbe inoltre, anche portarci lontanto dal nostro comune obiettivo, quello di fare musica.Non pochi sono i chitarristi che eseguono arpeggi estesi, scale, tapping veloci, sweep e roba di ogni genere, suonando sia modale che tonale e quindi ricordandosi mille e mille diteggiature, richiamandole all’istante, ma poi? Li ho sentiti suonare delle melodie su semplici pentatoniche: mancanza di tocco e melodia, espressività molto bassa! Insomma: sapevano andare solo veloci! Quale errore hanno commesso? Quello di farsi prendere da tale adrenalina e studiare solo quel genere di cose…Ok ragazzi, detto questo, prenderemo in esame un metodo moto efficace per sviluppare la nostra tecnica. Per questo argomento dobbiamo fare i seguenti passi:1. Conoscere la tecnica del Warming-Up2. Essere consapevoli di cosa sia la Velocità Virtuale 3. Essere consapevoli di cosa sia la Velocità RealeInfine, nella quarta puntata, vedremo fondersi tutto in un unico formidabile esercizio omnicomprensivo!Velocità virtualeLa velocità virtuale è quella che raggiungiamo dopo aver eseguito per un po’ di tempo un determinato esercizio. Io la definisco virtuale poichè è fittizzia, ossia, la raggiungiamo subito e subito la perdiamo! Effimera e subdola!Vi è mai capitato di suonare per molto tempo, avendo raggiunto e superato un livello metronomico da voi insperato e tutto molto precisamente? Poi vi siete fermati per 5 oppure 10 minuti e riprendendo la chitarra, sembrava che il vostro lick, arpeggio, scala, fossero regrediti al punto che vi sentivate inceppati? “Oddio” vi siete detti, “Come è possibile? Sono tornato in partenza se non peggio! Aiuto!” Non vi arrabbiate, sappiate che è tutto normale, la mano ha lavorato parecchio e una volta ferma non ne vuole sapere proprio!Dunque questa è la velocità virtuale, ossia, quella velocità fittizzia, raggiunta subito, nell’arco di una giornata e quasi subito persa poichè non interiorizzata ancora bene, un po’ come una dieta in tempi brevi. Si, infatti dovete calcolare che la vostra vera velocità metronomica è quella su qualsiasi esercizio che sapete eseguire “a freddo”, come prendete la chitarra! Ricordatevi dei famosi zero errori!Esempio per chi non si fa una corsetta da tanti anni, con le scarpe da ginnastica e tuta: come vi sentivate il giorno dopo la vostra corsa? Dopo aver spinto un po’? Di sicuro indolensiti! Poi, giorno per giorno, sempre meno indolensiti, poichè vi siete abituati! Dunque le vostre mani funzionano cosi! Non vi meravigliate se dovete considerare la vita di certi chitarristi anche come quella di un atleta!Non è perchè avete raggiunto determinati valori metronomici in quel momento, vuol dire che siano vostri per sempre! La velocità reale cresce sotto quella virtuale. Dunque non vi arrabbiate e andate avanti! Ma soprattutto non pretendete di tirare fuori quello che state ancora digerendo con il cervello e le mani. Sarebbe assurdo!Riscaldarsi è importante: fatelo sempre prima di ogni sessione di studio o live, sempre! 20, 30 minuti basteranno. Qualsiasi grande atleta o chitarrista si riscalda, è la normalità per chi è a certi liveli e noi dobbiamo incominciare a pensarla in questi termini. Siate tenaci e non vi preoccupate che il risultato arriva di certo, anche all’improvviso con vostra grande sorpresa! Garantito!Vi lascio con un finale pieno di suspance da “telenovela”: cosa è la velocità reale e come faccio a suonare “a freddo” ciò che faccio da “riscaldato”?Di questo ne parleremo nella prossima puntata!Giuseppe BonoOfficial Facebook
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Velocità reale e virtuale #2 – Velocità virtuale
Ciao MusicOffili, benvenuti a questo nostro secondo appuntamento, oggi e nelle prossime puntate metteremo a confronto due tipi diversi di velocità metronomiche, quella "virtuale" e quella "reale"; per prima cosa, spieghiamo che la velocità è un modo come un altro di interpretare la musica, che, rispetto a tante tecn
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