Salve musicoffili, quinta puntata di Fonici a confronto con Andrea Pellegrini ed Eugenio Vatta, stavolta ascoltiamo le impressioni dei due professionisti della fonia sull’importanza di registrare qualcosa in uno studio e sulla differenza, umana e prima ancora che tecnica, tra questo e l’home recording casalingo, a cui spesso manca la componente fondamentale, l’esperienza sul campo e la cognizione di causa sul reale valore di un lavoro sia in corso d’opera che ultimato.
La tecnologia odierna permette, a costi relativamente accessibili, di avere dentro casa macchine con funzioni che un tempo erano deputate solo ad oggetti molto costosi e spesso anche ingombranti; infatti, l’home recording, è sicuramente una fonte preziosa, soprattutto per lavori che anticipano la prodizionje vera e propria dell’opera e come mezzo per costruire mattone per mattone le nostre opere musicali.
Pur tuttavia, il tempo non ha cambiato due aspetti principali che rimangono saldamente ancorati al recording studio: la professionalità di chi ci lavora e, soprattutto, la vita del musicista al suo interno, per quest’ultimo una fonte inesauribile di perfezionamento, informazioni, cultura, entrata in un livello più alto e professionale del fare musica, dal comporla, all’arrangiarla, al suonarla al registrarla e mixarla.
Buona visione!
Aggiungi Commento