Discograficamente parlando erano fermi dal 2011, anno in cui pubblicarono l’ottimo e forse sottovalutato Midnight (R)evolution, album estremamente maturo, oltre che ben strutturato, scritto quasi di getto e pubblicato per celebrare nel migliore dei modi il primo decennio di attività.Ora, a un triennio esatto di distanza da quella deliziosa produzione, si ripresentano più motivati e disinvolti che mai con una manciata di nuove canzoni registrate nella prima parte del 2014 a Berlino in compagnia di Jeremy Glover: ci sono mancati gli …A Toys Orchestra, non possiamo negarlo. Mancava soprattutto il loro sound sempre brillante e contaminato, così come quel songwriting sfizioso e ricco di innumerevoli sfaccettature.
Con Butterfly Effect, pubblicato per conto di Urtovox e Ala Bianca lo scorso 14 ottobre, la band campana si è letteralmente sbizzarrita a livello sonoro, e ha dato vita ad un Lp che risente molto della musica proveniente dagli anni Ottanta, ma che al tempo stesso ingloba con assoluta naturalezza anche ciò che di buono viene prodotto al momento sia Oltremanica, sia Oltreoceano.Butterfly Effect è un disco molto spregiudicato e dinamico tanto nei ritmi quanto negli arrangiamenti. C’è poca morbidezza al suo interno, nel senso che manca di pezzi intimisti e di matrice acustica rintracciabili ad esempio nelle due precedenti raccolte d’inediti, ovvero Midnight Talks e il già citato Midnight (R)evolution. Stavolta il gruppo capitanato da Enzo Moretto ha cercato di dare all’album un tocco elettro-pop convincente perché costruito con saggezza e ibridato con sprazzi di piacevole post-punk.
Evidentemente l’atmosfera nordica ha influenzato ed ispirato parecchio i ragazzi, entrati al Vox-Ton Studio di Berlino con dei brani di certo già validi e potenti in partenza ma poi rifiniti con estrema perizia assieme al produttore Glover e alla new entry Julian Barrett, polistrumentista che con il suo estro musicale ha contribuito non poco ad esaltare la brillantezza delle undici canzoni finite in scaletta. Spigliati nelle intuizioni sonore e istintivi nelle liriche, questa volta gli …A Toys Orchestra propongono canzoni magari non troppo sperimentali ed articolate nelle strutture, eppure destinate a rendere molto bene dal vivo per via della loro invidiabile intensità.Con molta probabilità Butterfly Effect non sarà il miglior disco italiano del 2014, e non sarà neppure il miglior album di sempre degli …A Toys, ma ascoltandolo a più riprese si percepisce in maniera chiara come sia alquanto diverso per approccio e ossatura dai loro lavori precedenti. E questo gli fa onore. Al suo interno è pressoché assente il carattere “astrale” di Cuckoo Boohoo e del successivo e amatissimo Technicolor Dreams, così come è meno tangibile la semplicità e l’immediatezza di Midnight Talks.Eppure, al di là di questo, Butterfly Effect possiede un discreto equilibrio che deriva da due principali peculiarità: esperienza e sensibilità. Esperienza perché a suon di album la band sa ormai benissimo come si mette in piedi un disco cazzuto e privo di cali di intensità. La sensibilità invece gli …A Toys Orchestra l’hanno sempre avuta, e pure stavolta una qualità del genere gli ha permesso di sfornare una produzione che per quanto eclettica e ambiziosa, denota comunque uno stile preciso e pregevole.Attenzione perché in Butterfly Effect ci sono tre/quattro pezzi davvero niente male: “My Heroes Are All Dead” è sicuramente uno di questi, e nella parte conclusiva esce fuori tutto il suo potenziale. Poi ci sono anche “Quiver“, “Mary” e “Take My Place” che meritano davvero perché sintetizzano perfettamente quello che è il succo del lavoro, e possono quindi essere considerate le canzoni “manifesto”.
Qualcuno li criticherà per aver messo un po’ da parte la delicatezza e la profondità, ma di sicuro va riconosciuta agli …A Toys Orchestra la volontà di mischiare continuamente le carte e di seguire l’istinto senza arenarsi nella banalità, e senza neanche pensare minimamente di elaborare un qualcosa di artefatto che finisce poi per risultare puntualmente evanescente. A loro tutto questo non interessa. A loro interessa piuttosto divertirsi ed evolversi senza mai deludere il pubblico che da tempo li sostiene e li rispetta. E anche stavolta gli affezionati avranno gradito l’impegno messo in campo tanto in fase di scrittura quanto in fase di arrangiamento. Sicuramente.
Alessandro BasileGenere: Alternative Rock
Line-up:
Enzo Moretto – voce, chitarre, piano, synth
Ilaria D’Angelis – voce, basso, chitarre, piano, synth
Julian Barrett – piano, synth, basso, chitarre
Raffaele Benevento – basso, chitarre
Andrea Perillo – batteria
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Tracklist:
1. Made To Grow Old
2. Fall To Restart
3. Always I’m Wrong
4. My Heroes Are All Dead
5. Mirrorball
6. Wake Me Up
7. Come On, Get Out
8. Quiver
9. Mary
10. Take My Place
11. All Around The World
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