Sono un quartetto romano di matrice pop rock in attività da un bel po’ di tempo; in passato hanno avuto modo di aprire concerti di progetti musicali nostrani abbastanza affermati quali Velvet, Rezophonic, The Fire e L’Orchestraccia; nel 2012 hanno inoltre condiviso il palco con i Motel Connection e due loro inediti, ovvero “Tonight” e “I Can Take Care Of You”, hanno trovato posto nella compilation # 4 coordinata e licenziata al tempo dalla rivista indipendente “Il Sottosuono”.
Nel corso della passata primavera i Granada hanno finalmente sfornato il loro primo disco ufficiale, arrivato dopo una serie di demo necessarie soprattutto per fare il punto della situazione circa il proprio materiale accumulato con il susseguirsi delle stagioni. Più che di disco sarebbe opportuno però parlare di Ep, dal momento che all’interno di “No Way Out“, interamente autoprodotto dalla band stessa, figurano “soltanto” quattro pezzi.
Trattasi però di brani sicuramente efficaci ed esaurienti per far comprendere a qualunque tipo di ascoltatore quello che è in realtà il taglio stilistico generale dei Granada, complesso che vede Fabio Mangiatordi e Alessio Corasaniti alle voci e alle chitarre e il batterista Gabriele Tononi e il bassista Gianfilippo Bonafede alla sezione ritmica.
“No Way Out” è perciò il primo vero biglietto da visita dei Granada. Una produzione molto attesa da quella fetta di pubblico che li segue già da anni e, al contempo, necessaria alla band stessa sia per far girare ulteriormente il proprio nome su scala nazionale, sia per poter conoscere anche i diversi pareri della critica del settore. È importante riconoscere immediatamente che No Way Out palesa un sound molto fresco e moderno, ma anche energico e ruvido al punto giusto.
Le canzoni si lasciano tranquillamente ascoltare a più riprese per via della loro immediatezza, da non confondere però con semplicità e prevedibilità. Primo brano in scaletta è “Lunar Express“, una canzone breve, di nemmeno tre minuti e mezzo, ma senz’altro frizzante e ben arrangiata, nonché dal sapore (fine) anni Novanta. Chiaramente è l’impronta elettrica, distorta, a stagliarsi su tutto il resto. Tuttavia non deve essere sottovalutata affatto l’orecchiabilità globale del pezzo, capace di prendere quota nel momento in cui parte il bell’inciso.
Più “attuale” e british è invece la title-track, anch’essa sostanzialmente melodica tanto quanto la precedente eppure leggermente meno incisiva nelle dinamiche e nello sviluppo. Al di là di questo, si scorge comunque al suo interno un buon mood. Dopo “No Way Out” è la volta di “Change“, un pezzo a metà strada tra i Foo Fighters più radiofonici e i primissimi Jet. Non si tratta certo di un componimento straripante, eppure è la coerenza sonora (e stilistica) con le altre due tracce precedenti del mini cd a manifestarsi già a partire dal primo ascolto.
Alquanto diversa rispetto alle già citate è invece la conclusiva “Unhappy Ending“. In questo caso ci si ritrova contemplare una rock ballad per nulla banale ed assolutamente in linea con i tempi. Interessante è il crescendo che va ad interessare i due ritornelli, ancora una volta in grado di rievocare tutto quel filone pop rock angloamericano che finì per esplodere – radiofonicamente parlando – sul finire del secolo scorso.
Termina così un Ep conciso ed asciutto, quello che i Granada hanno registrato circa un paio di anni fa e dato alle stampe nei primi mesi del 2013. La sensazione che questo lavoro possa non necessariamente passare inosservato è data semplicemente dal fatto che “No Way Out” sia un (mini) disco potenzialmente alla portata di tutti. È un progetto discografico per nulla estemporaneo, e quindi in grado di funzionare, ovvero di convincere gli ascoltatori più sensibili nei riguardi della nuova ondata musicale underground del nostro Paese.
L’unica perplessità è più che altro legata alla circolazione dell’Ep. Problema, questo, che finisce con il riguardare puntualmente tutti quei gruppi “emergenti” che optano per l’autoproduzione totale e che faticano poi tantissimo per far arrivare la propria musica alle persone che potrebbero apprezzarla e sostenerla senza problemi. Una soluzione possibile al momento per un progetto come quello dei Granada è quella di suonare il più possibile, in qualunque situazione, in elettrico o in acustico che sia, al fine così di poter far giungere le copie di questo Ep anche fuori dai confini laziali. Questo è ciò che ci si sente di consigliare a dei ragazzi molto umili, generosi e volenterosi.
Genere: Pop Rock
Line-up:
Fabio Mangiatordi – voce, chitarre
Alessio Corasaniti – voce, chitarre
Gianfilippo Bonafede – basso
Gabriele Tononi – batteria
Progetti simili consigliati: Julien, The Singers, The Gravity, Boxerin Club
Aggiungi Commento