La musica che le case discografiche non vogliono ascoltare, questo è ancora oggi lo slogan del movimento Rock in Opposition, nato alla fine degli anni 70 dall’iniziativa degli Henry Cow, una talentuosa band inglese che nonostante l’interessantissima offerta musicale (provate “Unrest” del 1974 per credere) non godeva, per l’appunto, dell’attenzione delle grandi etichette. In verità, inizialmente, era previsto solo un piccolo festival in cui riunire e dare spazio a tutte le band europee nella stessa situazione (tra cui anche i milanesi Stormy Six), però l’iniziativa ebbe tanto successo che alla fine divenne un collettivo stabile, che ancora oggi organizza eventi e recluta band estremamente capaci, ma emarginate e sconosciute ai più.
Tra i più giovani “tesserati” di Rock in Opposition abbiamo anche i Guapo, un gruppo che forse non avrà sulle spalle le pietre miliari di vere e proprie leggende dell’avanguardia come Magma, Faust e Area, ma che negli ultimi anni ci ha regalato dei lavori di altissimo livello come “Five Suns” (2003), “Black Oni” (2004) e “Elixirs” (2008). Al centro di questi tre album ci sono le idee del poliedrico Daniel O’Sullivan, un multi-strumentista di altissimo livello, che collabora attivamente con Ulver e Sun O))), e che proprio per i tanti progetti attivi ha da poco abbandonato i Guapo. Quest’importante cambiamento di line-up non sembra però ripercuotersi sulla qualità di “History of the Visitation”, che si presenta come un prodotto estremamente interessante: un album composto da tre brani inediti accompagnato da un DVD contenente le immagini del tour che la band ha affrontato nel 2006/2007.Già solo quest’ultimo è un ottimo motivo per acquistare il lavoro dei Guapo, che dal vivo ci offrono uno spettacolo veramente godibile: semplice ed essenziale, ma estremamente intenso ed ispirato. Proprio l’intensità e l’ispirazione sono gli elementi che più contraddistinguono l’alchimia Progressive/Sperimentale della band inglese, che ricorda un po’ i Magma, un po’ i King Crimson, e che ritroviamo piacevolmente anche negli inediti di “History of the Visitation”, nonostante l’assenza di Daniel O’Sullivan.
Quest’album non è un capolavoro, ma è un’opera di spessore non indifferente, come dimostrano i 26 minuti di “The Pilman Radiant”, che si distende con i suoi suoni caleidoscopici per la prima metà del disco, o il viaggio avvincente contenuto nella dinamica “Tremors From The Future”. Due brani veramente ottimi, spezzati da “Complex #7”, un tappeto di suoni privo di personalità, ma piuttosto suggestivo.
I Guapo si confermano una band di grande qualità, con un batterista affatto banale (David J. Smith), basso e chitarra (rispettivamente James Sedwards e Kavus Torabi) che si intrecciano creando architetture coinvolgenti, e il nuovo tastierista, Emmett Elvin, che dà un tocco personale alle atmosfere, pur non andando mai sotto i riflettori. “History of the Visitation” è un’opera di passaggio, allo stesso tempo summa del periodo appena concluso, con le immagini live, e fondamenta su cui ci aspettiamo vengano costruite delle opere più ambiziose.
Un prodotto perfetto per avvicinarsi e prendere confidenza con l’Avant-Prog; un genere che potrà anche far storcere il naso alle grandi case discografiche, ma che a noi invece dà grandissime soddisfazioni.
Francesco “Forsaken_In_A_Dream” CiceroGenere: Avant-Prog Line-up: Dave Smith – batteria, percussioni
Emmett Elvin – tastiere
Kavus Torabi – chitarra
James Sedwards – basso
Tracklist 1. “The Pilman Radiant”
2. “Complex #7”
3. “Tremors From The Future” Artisti simili: Faust, Magma , Area, King Crimson, Art Zoyd, Univers Zero
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